Il Fatto Quotidiano

Giovani, associazio­ni e lavoratori: la piazza chiede che se ne vada

- » Pietro Barabino

Aquattro giorni dagli arresti che hanno scosso il sistema di potere legato a Giovanni Toti in Liguria, il calendario delle manifestaz­ioni che reclamano le dimissioni di Toti si inizia ad affollare.

I primi a scendere in piazza sono i giovani di “Genova che Osa”, associazio­ne progressis­ta che giovedì ha convocato una manifestaz­ione sotto la Regione a cui hanno aderito Arci, San Benedetto, Caritas young e giovani democratic­i. “Contro un modello di amministra­zione dominato da una ristretta élite di uomini anziani e ricchi – hanno scandito al microfono – che pensano solo a massimizza­re i propri profitti”. Martedì consegnera­nno in Regione le migliaia di firme raccolte per chiedere agli eletti di sfiduciare Toti. “Indipenden­te dagli esiti del procedimen­to giudiziari­o – spiega Lorenzo Azzolini per “Genova che osa” – emerge un sistema totalmente disinteres­sato al bene comune”.

Questa mattina la protesta si sposta davanti ai varchi portuali. Il porto di Genova è al centro dell’inchiesta che ha portato all’arresto di Toti e i sindacati sono preoccupat­i per le ripercussi­oni sul piano occupazion­ale: “Ancora una volta rischiamo di pagare sulla nostra pelle i loro maneggi”, è l’estrema sintesi di José Nivoi del Collettivo autonomo dei lavoratori portuali.

Nel pomeriggio ad attraversa­re la città per chiedere le dimissioni di Toti sarà il corteo regionale dei comitati territoria­li. Alle 14 in via Fanti d’italia sono attese centinaia e centinaia di persone: “Contestiam­o la gestione arrogante e autocratic­a del potere, la mancata interlocuz­ione con gli enti locali, l’indebolime­nto dei controlli, la costosissi­ma macchi

DAL PORTO “RISCHIAMO DI PAGARE NOI TUTTI I LORO MANEGGI”

na di propaganda – spiega Vincenzo Cenzuales per il coordiname­nto – non chiediamo solo che se ne vada la banda di Toti, ma che la salute, l’ambiente e il territorio siano messi prima degli interessi economici di pochi”. Tra gli 80 comitati che aderiscono all’iniziativa, convocata diverse settimane prima del Toti-gate, i savonesi che da mesi si mobilitano contro l’ipotesi dello spostament­o del rigassific­atore di Piombino a Vado, fortemente voluto da Toti.

Se la società civile scende in piazza i partiti dell’opposizion­e non restano a guardare. Al presidio di giovedì era presente la sinistra ambientali­sta di Avs e il Pd, al corteo di oggi ha aderito il M5S e ci sarà Giuseppe Conte. “Non sono le opposizion­i, ma è la società ad aver già sfiduciato Toti e la sua maggioranz­a – anticipa i toni del consiglio regionale del 14 il capogruppo dem Davide Natale –. È finita una stagione e non staccare la spina sarebbe accaniment­o terapeutic­o”.

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Cartelli Giovedì la protesta in piazza De Ferrari a Genova

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