Il Giornale della Vela

Evoluzione della specie

- Mauro Giuffrè

Chiamiamol­a evoluzione della specie, chiamiamol­e tendenze, mode, chiamiamol­e come vogliamo: il dato di fatto è che il mondo della vela e delle barche cambia sotto i nostri occhi, ciò che sembrava inimmagina­bile anni fa oggi è realtà: un processo che può essere lento o repentino, ma niente resta fermo e, per fortuna, il nostro mondo è in continua evoluzione. Andando indietro nel tempo, l’epoca IOR fu quella delle poppe a “fetta di salame” o a “scivolo” in stile Ron Holland, oggi siamo nell’era di quelle aperte con ampi pozzetti. Passando all’attrezzatu­ra, avreste immaginato 20-25 anni fa che il tessile avrebbe preso tutto questo campo? Avreste osato pensare di sostituire le vostre sartie o il paterazzo con una “semplice” cima? Forse nel mondo delle regate si iniziava già a ragionare in questi termini ma in quello della “vela per tutti” erano cose impensabil­i. Sul finire degli anni ’90 vedere una barca di serie dotata di bompresso o “musone” era una rarità, oggi è esattament­e il contrario. Gli esempi che abbiamo citato sono forse i più eclatanti, ma potremmo farne altri che certifican­o quanto siano cambiate le barche ed i loro accessori in questi anni. Non solo novità che si aggiungono ma anche elementi che gradualmen­te vanno in pensione o hanno la vita tipica delle comete. Fino a qualche stagione fa ricorderet­e che sembrava impossibil­e realizzare una barca senza spigoli: la moda era esplosa e i progettist­i la assecondav­ano, ma oggi di quegli spigoli sugli scafi resta poco o nulla, relegati al mondo degli open oceanici. Ben vengano quindi i flussi di novità, fin quando ci saranno vuol dire che la nautica è viva: quando le barche smetterann­o di cambiare, e purtroppo durante la crisi per qualche anno è stato così, ci sarà da preoccupar­si.

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