L’oceano in Star: la pazza idea di un “laghé”
A bordo di una Star modificata, il lariano Dario Noseda salperà da Las Palmas di Gran Canaria in direzione Bahamas, quasi 3.000 miglia in solitaria. Venite a conoscere lui e la barca al VELAFestival
rmai attraversano l’oceano anche in vasca da bagno, non capisco perché non si possa farlo in Star”. Non fa una grinza, il ragionamento di Dario Noseda, lariano di Mandello (Lecco). A bordo della mitica barca, classe olimpica dal 1932 al 2012, nel prossimo novembre salperà da Las Palmas di Gran Canaria in direzione Bahamas, quasi 3.000 miglia in solitaria e dai 20 ai 30 giorni di navigazione. La Star di Dario è stata appositamente modificata per tentare l’impresa (la potrete venire a vedere al TAG Heuer VELAFestival, dal 4 al 7 maggio a Santa Margherita: e ci sarà anche Dario). “Abbiamo rinforzato l’attacco di scafo e coperta e chiuso quasi tutto il pozzetto”, spiega. “Così si crea un vano coperto a prua dove potrò dormire. A prua abbiamo chiuso il foro per la regolazione dello strallo, l’albero non è più passante ma termina in coperta. Ovviamente la base d’albero è stata rinforzata con piastre antitorsione”. Anche gli attacchi del timone sono stati rinforzati. “Abbiamo predisposto un secondo timone di emergenza con agugliotti e femminelle, l’albero è più corto di un metro rispetto a quello originale e anche il boma è ‘tagliato’ di un metro. A poppa è stato costruito un carrello rialzato per la scotta randa. È sopraelevato per non avere intralci se dovessi usare il timone di emergenza). A prua abbiamo montato tre stralli”. E i viveri? “Disporrò di cibi liofilizzati e un fornello ad alcol basculante, l’acqua dolce mi sarà fornita da due dissalatori manuali. Ma è nel rivestimento interno dello scafo la novità. “Idea dell’ingegner Bertolotto. Utilizzare una sorta di scheletro di bottiglie di plastica, piene d’aria. In caso di urti e criticità, abbiamo avuto modo di sperimentare, sono un ottimo ammortizzatore”. Ghego Saggini