UN “PAZZO” CHIAMATO NÉRÉE
In navigazione per le coste sudafricane senza motore e con un pugno di strumenti, su un vecchio 10 metri a chiglia lunga. Nérée Cornuz si sta preparando al Golden Globe Race 2018 nel modo più naturale: navigando
Apro Facebook. E vedo la foto di Nérée Cornuz (il procidese-svizzero, classe 1989, che prenderà parte alla Golden Globe Race 2018, il giro del mondo in solitario senza strumenti elettronici su scafi a chiglia lunga) che potete osservare a sinistra. Pochi giorni prima avevo letto di un altro partecipante australiano al Golden Globe, Shane Freeman, che aveva disalberato al largo del Cile. Penso: “Ce la stanno mettendo tutta questi ‘pazzi’ per farsi male prima di partire”. Poi decido di contattare Nérée per farmi raccontare cosa gli è successo. “Ho preso una puleggiata in faccia. Ma ti spiego meglio tra qualche giorno che ora sono a 70 miglia da Città del Capo”. Tra qualche giorno? Settanta miglia le fai in un giorno! “Si, ma sono in navigazione nella bonaccia totale”. Accendere il motore? ”Ma quale motore, mica ce l’ho!”. Hai navigato da Richards Bay (Repubblica Sudafricana), uno dei posti più pericolosi per le correnti, senza motore? “Si”. Ok, è pazzo, mi dico. Ecco le sue peripezie post-acquisto della barca per le coste sudafricane (destinazione Falmouth, dove il 16 giugno partirà la regata: in gara anche Federico Beccaria e il “franco-romagnolo” Patrick Phelipon). Narrate a modo suo, colorite e divertenti. Leggete e capirete che Nérée non è un pazzo, ma un giovane navigatore che sa il fatto suo. Partiamo proprio da Richards Bay, dove Nérée ha comprato la barca. “Il giorno 8 febbraio abbiamo alberato la barca. Il cantiere mi ha dato i paterazzi sbagliati (il Lello 34 ne possiede due), un metro e mezzo troppo corti. Impossibile farsi arrivare roba buona in tempi accettabili a Richards Bay, così ho allungato con degli stroppi di Dyneema da 12. Il 9 abbiamo varato, senza motore. Abbiamo manovrato in banchina tonneggiando con un paio di cime chilometriche tra i pontili, perché ovviamente il fuoribordo del tender messoci a disposizione ha funzionato solo 30 secondi. Le successive due settimane i meccanici (che già ci stavano lavorando da due mesi) hanno tentato di rimettere in opera il Perkins 102-04 che mi era stato venduto per nuovo. Col piffero! Il 19 febbraio ho installato il pilota a vento fatto in casa il mese prima, il 20 febbraio il ragazzetto che mi aveva implorato per mesi di accompagnarmi e che alla fine mi ero portato appresso ha ripensato alle sue priorità e deciso che la vela non faceva davvero per lui. È tornato a casa in aereo il giorno dopo. Lo sapevo io, che mi sarei dovuto portare dietro una bella pupa!”.