I NUMERI DI CAPRICORNO
Capricorno è un nome che, per chi conosce la storia della vela italiana e quella dello yachting internazionale, significa molto. Un nome che evoca grandi sfide e un’epoca forse andata, quella di una generazione di barche ed armatori che hanno fatto la storia dell’altura. Come molti sanno i Capricorno sono una saga, una serie di barche che hanno navigato sui più prestigiosi campi di regata internazionali, basta pensare che l’ILC 46 Capricorno fece parte della squadra italiana che vinse la mitica Admiral’s Cup nel 1995. Oggi una di queste barche ci offre una storia nuova fatta non solo di sfide. Una storia che ci dice anche molto sul nostro made in Italy d’eccellenza, dato che protagonista di questo racconto è Nauta Design, lo studio milanese che ormai da diversi decenni, dal 1985 per la precisione, è indiscusso protagonista del mondo dello yachting. Il Capricorno di cui vi parliamo infatti è il Reichel Pugh 78’, ex Morning Glory, di cui Nauta Design ha curato l’upgrade completo di coperta ed interni nel 2005, trasformandolo da racer puro e fast cruiser di lusso per girare il mondo e goderselo a vela su una barca che emoziona ancora. Come leggerete, questo 78 piedi il mondo l’ha girato davvero incluso il passaggio a Capo Horn, ma non prima di essersi tolto la soddisfazione di vincere una ARC condendo la vittoria con un record. Abbiamo intervistato Mario Pedol, titolare di Nauta, per farci raccontare la storia di questa barca e i dettagli dei lavori di aggiornamento. Che barca è Capricorno e quale la sua storia? Capricorno è un Reichel Pugh 78, ex Morning Glory, costruita dal cantiere australiano Mc Conaghy Boats per l’armatore originario Hasso Plattner. Il cantiere è un particolare importante, dato che Mc Conaghy fu tra i primi a lanciare per la costruzione il carbonio pre-impregnato di derivazione aerospaziale. Nasce come racer puro per partecipare ai circuiti maxi e alle più importanti regate offshore, poi nel 2005 viene acquistata da un armatore italiano con il progetto di trasformarla in un cruiser racer di lusso. Questo aggiornamento viene affidato a Nauta Design per quanto riguarda la coperta e gli interni e a Vittorio Volontè per quanto riguarda attrezzatura, opera viva e piano velico (con l'installazione di un nuovo albero in carbonio). L’obbiettivo era quale di fare una barca che potesse girare il mondo in sicurezza, ma con performance di massimo livello, alternando lunghissime crociere alle partecipazioni a regate offshore. Nel 2006 infatti, dopo i lavori in cantiere, Capricorno vinse l’ARC stabilendo un nuovo record, rimasto inviolato per diversi anni. Che tipo di lavori avete fatto per trasformarlo in un cruiser-racer? Abbiamo completamente ridisegnato la coperta cambiandone le geometrie. Nella nuova configurazione emerge un accenno di tuga (la barca era completamente flush deck) che si chiude a prua dell’albero. Sono state ovviamente aggiunte sulla tuga delle finestrature per migliorare la luminosità interna. La barca aveva due pozzetti, entrambi Anno di varo: Cantiere: Progetto: Restyling: Lunghezza: Larghezza: Immersione max: Motore: Cabine: