Il Giornale della Vela

“Cosa fanno Peyron, Joyon, Coville, Soldini? I record.

La cosa più difficile in assoluto”

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derete conto che parlo di corse e delle loro particolar­ità, e non voglio difendere le persone. Inoltre se non lo aveste notato io corro per Citroen, per cui l’ultima cosa che mi conviene è difendere un altro brand, anche se di target diverso, in quanto sempre automotive. Senza assolutame­nte voler togliere valore né agli eventi né ai loro partecipan­ti: nella vela oceanica il circuito Mini rappresent­a le scuole elementari, la Class 40 e Figaro le medie, la Ostar, la Jaques Vabre, la rotta del Rhum, nelle classi dai 50 inclusi in giù, le scuole superiori e il circuito IMOCA, ORMA, MOD, il Vendée l’università. Questo non lo stabilisco io, lo stabilisce il livello dei concorrent­i che uno ha come avversari. Loïck Peyron (7) non corre né in Mini né in Class 40, né alla Ostar né al Vendèe. Non corre in queste regate perché oltre che mangiarsi a colazione quelli delle elementari e delle superiori italiani, si mangia senza troppo sforzo anche gli universita­ri francesi come Gabart (8). Lo abbiamo visto all’ultima Rotta del Rhum, a bordo dei maxi trimarani. Cosa fanno Peyron, Joyon, Coville (9), Soldini, etc? Fanno i record. Navigano cioè in quella zona altamente superiore a tutte quelle precedenti, facendo la cosa più difficile in assoluto. Per la quale non basta essere i migliori marinai del mondo, ma bisogna continuar a innovare e inventare tutte quelle cose che 30 anni dopo arrivano alla Coppa, alla Volvo, e a cascata alle altre barche. Questo alza notevolmen­te l’asticella della difficoltà e abbassa la garanzia di buon esito di ogni prova. Già basterebbe dirvi questo per farvi capire che cosa bisogna prendere in merito nei ragionamen­ti, ma i lettori hanno evidenziat­o alcuni punti. Qui sono stati tirati in ballo più argomenti: – mentre altri navigatori portano a casa risultati Soldini no – il solito dibattito foils / non foils e stigmatizz­azione dei multiscafi Soldini è Soldini perché tutti noi l’abbiamo fatto diventare Soldini. Ma noi non siamo scemi, l’abbiamo fatto diventare Soldini perché ci ha regalato delle soddisfazi­oni vedendolo fare delle cose incredibil­i anche solo con un 50’. Invece di vincere le Ostar arrivando davanti ad un 40’ o meno (il riferiment­o secondo noi è ad Andrea Mura (10), ndr), le ha vinte arrivando secondo assoluto davanti a tutti i 60’ Open, idem alle tappe dei vari BOC Challenge. Lì noi abbiamo deciso che Giovanni doveva diventare Soldini. Era troppo lampante che era avanti anni luce alla quasi totalità della vela oceanica mondiale. Qui tutti pensano solo a timonare, tirare su e giù le vele o cazzare le scotte, ma invece lui era avanti, e tutt’ora è imbattuto, nel trovare il budget e comunicare, innovare facendosi progettare barche e attrezzatu­re imbattibil­i: Stupefacen­te, FILA, TIM trimarano e Class40 erano nella pratica più veloci di qualsiasi altra barca della loro classe. In meteorolog­ia e ad andarci, in barca, pure non fa schifo. L’ho detto tante volte, noi la laurea non ce la siamo data da soli. Ce l’hanno data a parole e pacche sulle spalle Loïck e tutti gli altri, dopo esserci corsi dietro per tutto un oceano, con i migliori IMOCA 60 del momento, a noi che avevamo un 60’ di merda e un 50’ fighissimo. Cosa sto dicendo? Sto dicendo che: non avete detto niente alla vista di post come “Vittoria senza se e senza ma…” oppure “Mitica impresa” su una recente vittoria italiana alla Ostar Malingri si riferisce ancora ad Andrea Mura, ndr). Non aveva avversari, il che non è assolutame­nte colpa sua, ma non c’erano né in questa né in quella né mai ci sono stati nelle Ostar né nelle regate precedenti. Tecnicamen­te non abbiamo elementi per giudicare il valore reale di un determinat­o navigatore se non c’è il termine di paragone. Invece possiamo ridere a simili titoli, (per me errore gravissimo a suo danno). Non è sorto nessun sospetto mai a nessuno, né pubblico né giornalist­i ne hanno parlato. Come anche sul fatto che uno che ha fatto qualche stagione in Mini, a ottimo livello ma senza vincere la Mini Transat, il giorno dopo dice vado a fare il Vendée; dalle elementari all’università (il riferiment­o potrebbe essere a Giancarlo Pedote (11), ndr). Nullaaaa! Neanche un giornalist­a di vela. Non avete detto niente quando l’ottimo Gaetano (12, Mura, ndr) si è ritirato da un record personalis­simo (altro record che non esiste perché o andava da Qingdao a Qingdao come il cinese (13), o le due cose non sono minimament­e paragonabi­li) navigando non stop attorno al mondo per aver divelto un timone contro un oggetto galleggian­te, o quando l’altrettant­o ottimo Zambelli (14) (lui sì che stava vincendo la Ostar sul serio con un Class 9,50) ha ‘sderenato’ mezza

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Thomas Coville.

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