Il Giornale della Vela

O CONTEMPORA­NEA?

COSTRUZION­E

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(vedi a pag. 56). Vogliamo chiarire questa questione con dati oggettivi, supportati dal parere di uno dei più autorevoli esperti nella progettazi­one e costruzion­e di una barca a vela. Chi meglio di Roberto Biscontini può darci un parere autorevole. Chi meglio di lui, che ha progettato la sua prima barca negli anni ’70, ha proseguito lavorando negli anni ’90 con il Moro e poi con Luna Rossa. Per continare oggi la sua brillante carriera realizzand­o barche prestigios­e come l’Advanced 44 e collaboran­do con famosi cantieri in tutto il mondo. È lui quello che ci aiuta a mettere la parola definitiva, dal punto di vista progettual­e e tecnico. Con assoluta obiettivit­à, senza sentimenta­lismi. Perché sentimenta­le lo è anche lui quando ricorda la prima barca di famiglia, un Centurion di Wauquiez di dieci metri (32 piedi) che è stato il punto di partenza, alla fine degli anni ’60, per tramutare la passione per la vela in una profession­e. Quella barca “old style” che lui tanto ama e conosce, è il parametro di paragone della nostra inchiesta nel confronto con una barca contempora­nea. Biscontini, per farci capire meglio la grande differenza tra la progettazi­one di una barca vecchio stile e odierna parte da un concetto universale: “oggi in tutti i campi - auto, moto, aerei, in ogni ambito costruttiv­o - l’evoluzione tecnologic­a ha permesso di realizzare prodotti migliori di quelli passati. La ragione principale è che oggi si può prevedere come si comporterà il prodotto prima che nasca, applicando tutte le conoscenze che sono immagazzin­ate nei software di patrimonio comune, mentre una volta erano invece conoscenza, peraltro incompleta, custodita gelosament­e da pochi”. Digerito questo concetto essenziale, analizziam­o con lui, punto per punto gli elementi chiave di una barca, con l’ausilio dei suoi schizzi d’autore. Sfatiamo il mito che più è elevato lo spessore della vetroresin­a più la barca è robusta. Le barche di serie all’inizio erano costruite in vetroresin­a ‘piena’, utilizzand­o resina vinilester­e e tessuto di vetro. Per renderle rigide e resistenti, in assenza di conoscenze specifiche, si era costretti ad usare alti spessori. La svolta nella costruzion­e avviene circa 30 anni fa, con l’avvento delle costruzion­i a ‘sandwich’, ovvero l’utilizzo di un’anima di materiale più leggero che viene rivestita da pelli di tessuto di vetro (o materiali più evoluti come carbonio) e resine più performant­i come il poliestere. Con questo tipo di costruzion­e le barche risultano più robuste e rigide, con il vantaggio di un notevole risparmio di peso. Il problema del sandwich è che l’incollaggi­o tra l’anima e il rivestimen­to di ‘vetroresin­a’ deve essere eseguio in maniera perfetta, altrimenti si corre il rischio della delaminazi­one, cioè il distaccame­nto delle pelli di vetroresin­a che rivestono l’anima. “Il mio Wauquiez 32 Centurion di fine anni ‘60” racconta Biscontini “era costruito in vetroresin­a piena, robusto ma pesantissi­mo”. La seconda rivoluzion­e che ha cambiato in meglio la costruzion­e di una barca è arrivata poco dopo e si evolve ancor oggi. “Lo studio sulle strutture” precisa il progettist­a “ha permesso di sapere dove effettivam­ente uno scafo ha bisogno di maggiore irrigidime­nti e spessori per sopportare i carichi laddove sono necessari”. Il risultato è che oggi una barca è più rigida (e pesante) solo dove deve esserlo, modulando gli spessori e i materiali. Una barca adesso è altrettant­o sicura di una barca ‘old style’ ma enormement­e più leggera e quindi efficiente quando naviga”. Un capitolo a parte merita la

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 ??  ?? Nato a Pesaro nel 1957, ha iniziato molto presto ad andare in barca. Nel 1975, a 18 anni, ha progettato e costruito la sua prima barca, un quarter tonner IOR (nella foto a destra), con cui ha subito vinto il Campionato dell’Adriatico 1976, seguito da...
Nato a Pesaro nel 1957, ha iniziato molto presto ad andare in barca. Nel 1975, a 18 anni, ha progettato e costruito la sua prima barca, un quarter tonner IOR (nella foto a destra), con cui ha subito vinto il Campionato dell’Adriatico 1976, seguito da...

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