Il Giornale della Vela

NOSEDA DOVE NESSUNO HA OSATO MAI

- Mauro Giuffrè

L’Atlantico a bordo di una Star

“L a mia prossima sfida? Divano e ciabatte”! Dopo oltre un mese di Oceano, e 3.500 miglia, vissute a bordo di una Star, con un susseguirs­i di emozioni e fatiche da montagne russe, il minimo che potesse desiderare Dario Noseda è un po’ di normalità. Perché di normale nell’impresa portata a termine dal velista del Lago di Como c’è ben poco. Non tutti infatti si svegliano una mattina con in testa l’idea di riadattare una Star per una traversata oceanica, sfida che attualment­e rappresent­a un unicum nel suo genere. Molti lo hanno criticato, gli hanno dato dell’incoscient­e, hanno detto che la sua traversata non aveva senso, ma in fin dei conti Dario Noseda ha sempliceme­nte inseguito un sogno, senza pretendere di essere compreso o approvato. Lo ha inseguito e lo ha raggiunto tra le mille difficoltà che l’Oceano ha piazzato sulla sua rotta, e quindi merita un applauso per la sua tenacia.

FINO ALL’OLIMPO DELLA VELA Se molti lo hanno criticato, tantissimi lo hanno incoraggia­to, l’impresa di Noseda è arrivata fin nell’olimpo della vela: due nomi su tutti a rendere omaggio pubblicame­nte a Dario, le leggende olimpiche Robert Scheidt e Torben Grael. Insieme a loro sul web migliaia di appassiona­ti hanno seguito la traversata della piccola Star, trepidando per le sue sorti. Tanti sono stati infatti i momenti difficili: lo stop forzato a Capo Verde per problemi all’elettronic­a faceva temere per il proseguo dell’avventura. Ma c’è stato di peggio:

Noseda è anche finito in acqua in pieno Atlantico, un’onda più cattiva delle altre lo ha colto di sorpresa mentre dall’interno della sua Pa2sh (il nome della sua Star) si stava trasferend­o in pozzetto e lo ha sbalzato in fuori bordo. La prontezza ha avuto la meglio e Noseda è rimasto “appeso” alle scotte del fiocco riuscendo a rientrare a bordo. L’arrivo poi, previsto alle Bahamas ma poi “dirottato” verso la Martinica a causa del meteo e di alcuni problemi alle batterie di bordo, è stato rocamboles­co. Noseda, stremato stava affrontand­o le ultime miglia diretto in Martinica, ma per la stanchezza non si rende conto che la sua rotta non è quella ottimale, quando se ne accorge e riesce a contattare terra la situazione è seria. Non sta arrivando in Martinica ma a Santa Lucia, più a sud, e gli scogli sono vicini. Ma Noseda è un osso duro, resosi conto che con poco vento e molta onda la Star ha serie difficoltà a uscire da questa situazione, riesce a contattare terra per inviare le sue coordinate e chiedere il soccorso marittimo. Soccorsi che partono subito, ma nel frattempo Dario Noseda e la sua Star vanno a scogli, fanno naufragio. Ma Noseda ha mille vite, ed è lui stesso, non appena giunto in qualche modo a terra, ad avvisare del suo “sbarco” dopo avere raggiunto a piedi la marina di Rodney Bay. Quella di Dario Noseda è una delle imprese veliche dell’anno appena trascorso, la vittoria di un sognatore che dal Lago di Como ha deciso di sfidare l’Atlantico con la barca alla quale è legato da un amore viscerale. Perché quella di Noseda e della Star Pa2sh in fin dei conti è anche una grande storia d’amore: un uomo e la sua piccola barca che come un guscio di noce lo protegge dai marosi. Pazienza per chi non lo ha capito.

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Da Tenerife (Canarie) a Santa Lucia (Caraibi), 3500 miglia via Capo Verde, a bordo della piccola Star, con un arrivo “a scogli”.
 ??  ?? IL “PAZZO” NOSEDA Dario Noseda, classe 1968, nato a Laveno Mombello sul Lago Maggiore. Nella “vita normale” ripara vele e con il suo negozio RiVelami a Mandello del Lario realizza accessori con le vele riciclate.
IL “PAZZO” NOSEDA Dario Noseda, classe 1968, nato a Laveno Mombello sul Lago Maggiore. Nella “vita normale” ripara vele e con il suo negozio RiVelami a Mandello del Lario realizza accessori con le vele riciclate.

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