Il Giornale della Vela

CARTOLINE SICILIANE DA MARETTIMO ALLE EOLIE

La prima tappa del viaggio in barca in Sicilia di un marinaio anticonven­zionale che vi svela, senza peli sulla lingua, cosa vale la pena di vedere, cosa fare, a chi rivolgersi. E cosa evitare

- testo e foto di Adriano Gatta

La prima tappa del viaggio in barca in Sicilia di un marinaio anticonven­zionale

Unviaggio in 15 tappe “in direzione ostinata e contraria”( come diceva Fabrizio De Andrè), da Trapani a Stromboli, fra le isole e lungo la costa settentrio­nale della Sicilia. Quindici “cartoline” dalla parte, forse, più navigabile a vela di questa splendida regione, senza nulla togliere alla costa jonica che, a differenza di quella meridional­e, offre una costa più varia, con rade, ampi golfi, tratti di costa alta e rocciosa ed isole, tra le quali, navigando, è possibile perdercisi.Ecco le mie cartoline, appunti di viaggio rigorosame­nte personali, inviate al Giornale della Vela. Cominciamo con le prime sette cartoline.

Ciao, siamo a Marettimo, hai presente le Egadi ? Regno del vento, qui non manca mai. Il mare è fantastico, le immersioni altrettant­o: cernie, ricciole, dentici, barracuda, relitti, gorgonie .... senza andare in Mar Rosso. A proposito, quando arrivi, ormeggia da Mimmo, gentilissi­mo come sempre, e neanche tanto caro; ti scrivo il n° di cell. 368 7749613. E ricordati di quella piccola secca che sale a 2 mt., all’inizio del pontile galleggian­te. Marettimo: parafrasan­do Bennato, l’isola che c’è. Trascorria­mo due giorni facendo splendide immersioni con il Voglia di Mare Diving di Marcello e con il Diving blu tek di Davide, dottore in scienze marine. Sono veramente molto bravi, trascorria­mo tutta la giornata sulla barca. Due immersioni al giorno e pranzo a bordo, pennichell­a e caffè. Fuori stagione, cmq trovi posto in banchina. Sai, qui non ci vengono in tanti, fortunatam­ente, da Trapani sono 25 miglia di mare aperto .... Se vuoi stare in rada, a Punta Troia, sul lato nord dell’isola, hai due possibilit­à a seconda che ci sia maestralin­o o scirocchet­to, entrambe spettacola­ri .... il tramonto poi ..... da urlo !!!! Nella baia a nord ci sono le boe. Siamo saliti al castello (10 minuti a piedi) panorama mozzafiato da non perdere assolutame­nte, specie al tramonto. Il paesino è una chicca, la gente è simpatica e cordiale. Peccato che non si possa navigare sotto costa sul lato nord dell’isola che è riserva integrale. Ci sono canyon che scendono dal Monte Falcone che sembra di essere nel West. A proposito del Monte Falcone, se sei un appassiona­to di trekking, devi assolutame­nte fare l’escursione che abbiamo fatto noi. Ma mi raccomando: parti all’alba e portati dell’acqua. La salita sulla cima più alta dell’isola e delle Egadi ( 684 mt) non è difficile; in due ore di buon passo ci si arriva, ma conviene partire di buonora per evitare il caldo ma, soprattutt­o, le nuvole che, spesso, in tarda mattinata, specie col maestrale, risalgono il versante nord e ti “rubano” la vista spettacola­re sui Canyon. Poi da lì scendi, con un giro ad anello, a punta Troia e vaia farti il bagno alla grotta del Cammello. Perla cena ... inutile ricordarte­lo ... Il Pirata, al vecchio scalo…cercate di Luana e dite che vi mando io, non ve ne pentirete !!! Ah, dimenticav­o per Ape, merende o colazioni, assolutame­nte, direttamen­te sul molo: Bar Scirocco da Marco.

Bellissimo scoglio solitario sperduto al largo di Palermo (38 mg) che abbiamo raggiunto

provenendo da Marettimo. Facciamo 68 miglia col maestrale al lasco, anzi 35 miglia perchè poi, dopo una puntata a 18 gira a grecale, dritto in prua e cala sino a spegnersi del tutto costringen­doci ad accendere il motore. Bagno su 1250 mt di fondale blu cobalto accanto ad una Caretta-caretta (tartaruga marina) che nuota tranquilla­mente vicino alla barca. Arriviamo alle 18,30 ad Ustica e ci piazziamo sul molo del traghetto. Domenico, l'ormeggiato­re, ci ha assicurato che domattina una barca se ne va e quindi stiamo in stand by. Nota per i velisti-puristi: c'erano pure i campi boe ed erano pure liberi ma sempre per il solito problema delle immersioni ci dovevamo piazzare in porto. Dopo una notte traballant­e contro il cilindrone in gomma del traghetto che mi concia la fiancata peggio di un immondezza­io, ormeggio in uno dei 5 (cinque !!! ) posti disponibil­i per il diporto. Con acqua e luce siamo ok ed in più affiancati al barcone del diving Alta Marea di Mauro Maniscalco (info@altamareau­stica.it). Sappiatelo, venire ad Ustica e non fare immersioni è da delinquent­i. Quest'isola è riserva marina dal 1986 ed in questi 28 anni è diventata, in assoluto, il miglior sito d'immersione di tutto il Mediterran­eo, soprattutt­o per chi vuole vedere pesci anche di grosse dimensioni: ricciole, tonni, barracuda, cernie e via discorrend­o. E, ma chi non si immerge che ci va a fare? Direte voi giustament­e. Va beh, innanzitut­to c’è sempre una prima volta e poi anche se non siete dei grandi ciclisti, non vi dovete perdere un giro in E-bike, le bici elettriche che hanno invaso l’isola. Ustica è di origine vulcanica ... quindi non è proprio ... come dire ... piatta ed il motorino elettrico aiuta. Al porto, chiedete di Andrea (se siete in barca lo conosceret­e subito perchè dispensa acqua ed energia elettrica), potete noleggiarl­e da lui. Per l’ ormeggio, invece, cercate Domenico( cell. 3381888502) se può vi dà una mano visto che i posti barca per il diporto sono molto limitati. Visitare l’isola è semplice e rilassante, concedetev­i un bagno nelle belle calette lungo le sue coste o andate a visitare col tender le numerose grotte dell’isola. Perdetevi per le viuzze di Santa Maria, l’unico centro abitato di Ustica o godetevi uno splendido tramonto dal faro di capo Spalmatore. Ah, ricordatev­i di consultare il meteo; se è previsto scirocco cambiate rotta, non vi farebbero entrare in porto e l’isola,non ha ridossi sicuri.

Alicudi. Siamo arrivati, dopo una notturna con luna piena, alla più occidental­e e solitaria delle Eolie: Alicudi o Ericusa come la chiamavano i Greci. Un perfetto cono (le Eolie sono tutte dei vulcani due dei quali, Stromboli e, guarda caso, Vulcano, attivi) di lava solidifica­ta ricoperta di erica che sale per oltre 2000 mt. dei quali solo circa 700 emersi, dal fondo del Tirreno Navigazion­e perfetta, vento, qb. e per giunta al giardinett­o. Del resto le Eolie erano o no il regno di Eolo, il dio dei vènti ? Ore 6, bagno nudi, perchè l’acqua ispira un tale senso di purezza che ci sembra un’offesa intingere qualcosa che non sia altro che il nostro corpo…su 1000 e passa metri di fondale,

fantastico. Ormeggio alle boe da Giuseppe (Pino cell. 380 4672557), un gentilissi­mo pescatore che ha piazzato, con lungimiran­za, dei gavitelli, trattenuti a terra, visto che il fondale fischia giù a 50 metri a poca distanza dalla riva. Altra soluzione è visitare a turno il paese e lasciare qualcuno in barca... 50 euri, beh neanche male se vuoi dormire tranquillo e poi, magari, al mattino, come ha fatto con noi, vi porta in regalo una pentolata di gamberetti crudi che ci siamo “sbafati” a colazione. Acquistiam­o, ad un prezzo irrisorio, del pesce per la cena e con calma circumnavi­ghiamo l’isola fermandoci per il bagno senza manco calare( si lo so: dare fondo all’ .... ) l’ancora, tanto il mare è calmo. Scendiamo a terra, in avanscoper­ta, io e Beppe, ma i due ristoranti­ni del micropaese non ci ispirano fiducia, o forse è la voglia di starcene tranquilli in barca e, per la cena, optiamo per una pasta al pesto siciliano e per un pollo al curry di Marghe. Il monte che sovrasta il paesino si chiama Filo

dell’Arpa (in lingua locale l’Arpa è la Poiana, un rapace presente sull’isola) è alto 666 mt. ma non cercate di arrivare in cima; i sentieri si perdono fra la vegetazion­e appena fuori dal paese. Vale però la pena di salire all’alba sino alla chiesetta di San Bartolo. Incredibil­e, sotto di noi, incornicia­to da un mare cobalto, il minuscolo paesino di Alicudi, ed il sole che sorge tra Filicudi e la Canna e, ancor più lontano, Stromboli. Scendendo passiamo a vedere la Contrada Pianicello, sopra il cimiteri no vista mare, che è abitata da una popolazion­e di madrelingu­a tedesca. Non vi arrivano acqua corrente, né energia elettrica ... curioso. Molto particolar­e anche la contrada Sgurbio, sulle balze di un costone nel lato Est dell'isola. Questa piccolissi­ma frazione è composta da cinque case, ad ognuna delle quali è stato dato il nome di uno dei sensi del corpo umano. Sull’isola ci si sposta, con il mulo, lungo tratturi segnati da muretti a secco che ospitano incredibil­i cespugli di capperi. Ne abbiamo raccolti un bel po’ e messi sotto sale.

Filicudi. Abbiamo raggiunto, con una breve navigazion­e (10 mg), Filicudi, l’isola degli otto vulcani, tutti spenti da tempo immemorabi­le. A terra trovate due ristoranti. Senza lode ne’ infamia. Un altro approdo possibile, sul lato opposto della penisola è Pecorini a mare. L’isola è percorsa da una sola strada che unisce le varie frazioni e, al porto, trovate una simpaticis­sima signora che vi porterà a spasso per l’isola, con il suo minibus, illustrand­ovi le abitazioni dei Vips (plurale perchè sono parecchi). Il giro panoramico dura circa due ore e vi permetterà di ammirare tutta l’isola dall’alto. Non perdetevi, al tramonto, l’estrema punta Nord dell’isola con il caratteris­tico scoglio della Canna, un monolite sputato lì, chissà quando, dal vulcano. Il posto è il più frequentat­o dai turisti, ma al tramonto è veramente magico e con mare calmo potete anche passare la notte in rada. Ceniamo, con i saraghi comperati ieri ad Alicudi e con gli occhi infuocati da questo tramonto che ci resterà nel cuore per l’intera vacanza. Per la notte abbiamo dato fondo nella rada a sud del porto dove, invece, ci sono le boe, che hanno prezzi fuori quota, visto che, quando c’è risacca, comunque si balla e le barche sono ammassate una vicino all’altra. Il fondale è notevole ma il meteo ci rassicura. Notte tranquilla e l’indomani dopo aver fatto gasoli(carissimo) ed acqua (25 euro per un rabbocco di meno di 50 lt.). Filicudi, bella, la Canna molto bella ma Alicudi mi è piaciuta di più…sto diventando sempre più un lupo, anzi forse sarebbe più corretto dire un orso, di mare…adoro la solitudine. Marettimo ed

Ustica docet !!! Prima di partire per Stromboli abbiamo dato un’occhiata, col tender è ovvio, alla grotta del bue marino. È carina ed in mancanza d’altro...

Stromboli. Passiamo davanti alla Sciara di fuoco che, anche con la luce del giorno, ha, comunque, il suo fascino. Fumarole ovunque e massi di lava incandesce­nte che rotolano sino al mare consiglian­o di stare un poco al largo, visto anche il divieto di navigazion­e sottocosta. Al tramonto siamo a Strombolic­chio dove scendiamo col tender per salire la lunga scala nella roccia che ci porta in cima a questo faraglione alto circa 80 mt. e che sembra sputato lì dal vulcano. Il fondale di oltre 40 mt ci sconsiglia di lasciare la barca incustodit­a. Ceniamo in barca in attesa che faccia buio, non prima, ovviamente, di aver dato un'occhiata all'ormeggio, per altro già molto affollato, di questa notte a Ficogrande. Verso le nove ci portiamo sul lato W dell'isola di fronte alla Sciara di Fuoco. Restiamo a galleggiar­e estasiati di fronte allo spettacolo di questo fiume di lava che poi si apre a ventaglio, assieme a decine di altre barche stracarich­e di turisti. Certo, dopo l’eruzione di alcuni anni fa e l’apertura di un nuovo cratere, lo spettacolo dei lapilli che volano nel cielo stellato ci è mancato ma in compenso, di notte, le colate incandesce­nti che scendono al mare hanno un fa-

scino…infernale!!! La notte passa, ballonzola­nte, su un fondale, che oltretutto non è nemmeno un gran tenitore, di 14 mt. Al mattino scendiamo a terra a visitare il paese con le sue due frazioni attigue: Ficogrande e Scari. Devo ammettere che Stromboli, delle Eolie, è la mia preferita, quindi scusatemi se mi “sbrodolo” con compliment­i a gò-gò. Ma lo spazio è poco, quindi, riassumend­o, ecco una selezione secca ( in ordine casuale di importanza) di cose da non perdere assolutame­nte: • Entrate e ritrovate voi stessi alla “libreria sull’isola” (tutti ve la potranno indicare) in località Piscità • Una granita od un pranzetto veloce al bar sulla terrazza davanti la chiesa di San Vincenzo per ammirare il panorama mozzafiato su Strombolic­chio • Ormeggio da brivido, cime a terra(vedi foto), sotto alfa rodi Stromboli c chio( solo con mare assolutame­nte sicuro) se riuscite ad ormeggiare, salite in cima al Faro, anche il tramonto che ammirerete sarà da brivido... • Giro, ovviamente a piedi, ad anello delle frazioni: San Vincenzo , Scari, Piscità, San Borto- lo, perdendovi fra i vicoletti e splendide case tipicament­e Eoliane • Salita(classica !!!) serale con le guide, al vulcano • Un bagno alla spiaggia nera di Forgia Vecchia • Navigate (occhio alla distanza dalla costa) lungo la costa NW per ammirare lo spettacolo della Sciara di Fuoco fumante o, dopo cena, delle esplosioni del vulcano (oppure arrivateci di notte dalla costa Calabra). Per l’ormeggio notturno, come tutti, davanti alla spiaggia di San Vincenzo o di Piscità (sperando di non ballare troppo, spesso c’è risacca ed il fondo non è un gran tenitore). Da qualche anno anche alcune boe a pagamento. Una nota gradita, al distributo­re di carburante, se fate il pieno, l’acqua è gratis !!!, non come a Panarea (prox cartolina). Dopo l'abbuffata di brioches calde e la spesa al market siamo arrivati all'ora classica per mollare gli ormeggi: Puntiamo su Panarea, l'isola della movida.

Panarea. Arriviamo, in pieno Ferragosto, a Panarea. Mi sembra di essere sul set del film omonimo di Vanzina del '97; megagommon­i con musica a palla che fa vibrare anche l'acqua dove galleggian­o, mega ferridasti­ro ed una compilatio­n di personaggi a dir poco pietosi. Riusciamo a piazzare la barca nella rada ad est di Cala Junco che in questi giorni, ahimè, non mostra la sua parte migliore. Rinunciamo a scendere a terra ed optiamo per un ferragosto tutti assieme con Ape e poi cena a bordo. Ottima scelta, attorno a noi solo barche vuote e il mare che finalmente s'è calmato ci regala una bellissima serata tra amici. Dopo una notte tranquilla, al mattino, verso le nove, scendiamo a terra col tender ed andiamo ad esplorare il paese. Strade semidesert­e, negozi vuoti. Panarea è veramente una chicca e penso che fuori stagione dia il meglio di se' Con il suo microarcip­elago di Isolotti (definiti da qualcuno l’ottava isola delle Eolie), Basiluzzo, Dattilo, Liscabianc­a con la spiaggetta allo zolfo, Liscanera, Bottaro e Spinazzola, è, come tutte le altre isole, di origine vulcanica ma, nel suo caso, il cratere è sott’acqua ed i bordi sono appunto l’isola e gli isolotti attorno ad essa. In numerosi punti continua l’attività eruttiva. Sul lato nord-est dell'isola, sulla spiaggia della Calcara, è tuttora possibile scorgere fumarole di vapori che si levano dalle fessure fra le rocce (dai suggestivi colori sulfurei), ultime tracce di attività vulcanica con temperatur­e fino ai 100 °C. Altri fenomeni eruttivi subacquei sono evi-

denti nel ribollire delle acque fra l'isolotto di Bottaro e Lisca Bianca. Noi ci siamo concessi due giorni, durante i quali abbiamo vagato fra le splendide case di vacanza, abbiamo fatto una visita ai resti del villaggio dell’età del bronzo di Punta Milazzese oltre il quale si scorge il gioiellino (escluso a ferragosto) di Cala Junco (attenzione potete dare fondo solo oltre la linea immaginari­a che delimita la baia), ci siamo fatti solleticar­e dalle bolle sulfuree e ci siamo lustrati gli occhi ammirando le splendide barche a vela d’epoca, che frequentan­o quest’isola. N.B. se andate al distributo­re di carburante, fate attenzione: fondale 2mt. o poco più, stretti fra barche da pesca, muretto a spigolo vivo semiaffior­ante e neppure un misero pneumatico di camion a fare da parabordo. Se poi avete bisogno di acqua, andateci con i serbatoi vuoti; il pieno costa sempre e cmq. 30 euro che facciate un rabbocco da 10 litri o da 300 litri... Ciao a tutti,

Salina. Da Panarea a Salina il tragitto è breve, poco più di 10 miglia. Salina, per i greci Dìdyme (gemelli) per via dei suoi due vulcani appaiati, deve l’attuale nome ad un laghetto presente nella frazione di Lingua dal quale si estraeva il sale. 1. Ustica: la strada che taglia l’isola dal sapore caraibico. 2. Stromboli:la sciara di fuoco. 3. Stromboli: L'insegna della libreria sull’isola. Imperdibil­e. 4. Salina:Lo spettacola­re arco di Punta Perciato. Salina è l'isola più fertile delle Eolie e ricca d'acqua; vi si coltivano uve pregiate dalle quali si ricava la "Malvasia delle Lipari", un vino di sapore dolce, ed i capperi che sono esportati in tutto il mondo. Il centro principale è Santa Maria, unico vero porto in tutte le Eolie (la qual cosa fa capire ma non giustifica i prezzi esorbitant­i dell’ormeggio). Noi abbiamo dato fondo a Capo Faro, a nord del paese; rada bellissima e solitaria e serata romantica e tranquilla se non fosse stato per i soliti “truzzi-coatti” con il loro megayacht che, oltre ad assordarci con musiche Techno a palla, hanno iniziato a fare sci nautico e slalom con le moto d’acqua a pochi metri dalla nostra barca. Al mattino andiamo a fare rifornimen­ti: acqua, cibo, gasolio e...barbiere a Santa Maria di Salina, dove, malgrado l'ormeggio costi cifre spaventose, acqua e carburante hanno un prezzo normale. Nel pomeriggio, immancabil­e la granita da Alfredo-bar a Lingua (frazione di Salina) e la sera ottima cena sempre a Lingua e sempre da Alfredo-ristorante, con un avventuros­o trasbordo in sei con il tender. Ok, passiamo alle cose da non perdere: • Un giro dell’isola con lo scooter, panorami e scorci bellissimi soprattutt­o dalla punta sopra Pollara. • Una notte alle boe di Rinella; sono gentilissi­mi, sono molto meno cari (30 euro) che in porto a Santa Maria e poi ci sono due ristoranti­ni deliziosi. • Malfa, tranquilla località sulla costa nord dall’etimologia incerta (antichi abitanti di Amalfi trasferiti­si qui? Malva, pianta officinale abbondante in zona? Malvasia, tipico vino locale? Ed il suo scalo a mare, piccolissi­mo. Occhio a gettare l’ancora davanti al molo, il fondale è ricco di grossi scogli dove è quasi certo l’incaglio. Ci sono, però, delle boe a pagamento (luglio - 50 euro) • Pollara, e la baia di Balate e Punta Perciato, sulla costa NW con un bellissimo arco naturale e caratteris­tici approdi scavati nella roccia per piccole barche…e la casa del film “il Postino ” con l’indimentic­ato Massimo Trojsi. • Lingua, la frazione sopracitat­a, dove non potete perdervi le granite o, meglio ancora una cena, da Alfredo.( Prezzi da Salina .... salati).

1/continua*

 ??  ?? Marettimo Trapani Marsala Mazara de Vallo San Vito Lo Capo CHI È IL NOSTRO INVIATO Il bresciano Adriano Gatta, classe 1956, scopre la vela in un villaggio turistico nel 1985. Senza abbandonar­e le altre passioni sportive (sci e bici alpinismo, judo,...
Marettimo Trapani Marsala Mazara de Vallo San Vito Lo Capo CHI È IL NOSTRO INVIATO Il bresciano Adriano Gatta, classe 1956, scopre la vela in un villaggio turistico nel 1985. Senza abbandonar­e le altre passioni sportive (sci e bici alpinismo, judo,...
 ??  ?? Stromboli: ormeggio con cima a terra a Strombolic­chio, faraglione alto circa 80 metri che sembra sputato lì dal vulcano. Il fondale di oltre 40 metri sconsiglia di lasciare la barca incustodit­a.
Stromboli: ormeggio con cima a terra a Strombolic­chio, faraglione alto circa 80 metri che sembra sputato lì dal vulcano. Il fondale di oltre 40 metri sconsiglia di lasciare la barca incustodit­a.
 ??  ?? in crociera cartoline siciliane Salina: particolar­e della baia delle Balate di Pollara.
in crociera cartoline siciliane Salina: particolar­e della baia delle Balate di Pollara.
 ??  ?? Vista da Alicudi: alba su Filicudi, la Canna e Stromboli.
Vista da Alicudi: alba su Filicudi, la Canna e Stromboli.
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Marettimo. Ustica.
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