Un Dinghy è per sempre
Il segretario della classe italiana più “stilosa” che ci sia ci racconta il grande amore per questa barca e il segreto di un successo che dura nel tempo
Ci sono barche che sono come certi amori, sono per sempre. Una di questa è senza dubbio il Dinghy, deriva che in Italia ha uno zoccolo duro di centinaia di appassionati e un’attività di classe invidiabile. Ne abbiamo parlato con Francesca Lodigiani, Segretario della classe che ci ha spiegato il il segreto del successo di questa barca.
Quando è nato il tuo amore per il dinghy?
Io vado in Dinghy dal 2003, il mio mare è il Tigullio, abbiamo fatto sempre le vacanze a Santa Margherita Ligure dove c’è uno storico nucleo di dinghisti. Io andavo prima in 470, vedevo il Dinghy come una cosa romantica. Tanti amici hanno iniziato a frequentare questa barca e così è nato l’amore che mi ha stregato completamente fino a farmi diventare segretario nazionale della classe.
Cosa ha di speciale questa deriva?
È una barca tecnica che ha molte regolazioni, farla navigare bene è come accordare uno strumento, tutto deve essere “fine tuned” come direbbero gli inglesi. Drizza, base, picco, carrello, deriva, le variabili da tenere conto sono tante. Anche che una persona non giovanissima o molto atletica può condurla bene. Con i miei 58,5 kg sono la più leggera della flotta oltre a essere una donna (siamo in 3 o 4 nella classe), anche io riesco a essere competitiva. Poi la differenza la fa il manico e ci sono bravi timonieri che frequentano la nostra classe. Ci sono fisici importanti come Vittorio D’Albertas o Enrico Negri che in alcune situazioni primeggiano. Ma con le ariette tutti hanno una chance.
Scafo in legno, vetroresina o misto?
Credo che la scelta della barca, vetroresina, legno o mista, sia fatta “di pancia”. Ci sono persone innamorate del dinghy di legno come piccola opera d’arte nautica e c’è chi ama più il moderno perché ne apprezza la semplicità di manutenzione. Quello in vetroresina può restare all’esterno durante l’inverno, quello di legno no. I dinghy regatano insieme e hanno prestazioni equivalenti. La ranking nazionale è stata vinta da Alberto Patrone che ha un legno. Le misure di base tra le due barche sono identiche.
Se oggi un appassionato volesse avvicinarsi alla classe, che impegno economico deve sostenere per acquistare una barca?
Un ottimo usato di legno lo porti a casa sui 9-10.000 euro, ne trovi in buono stato anche alla metà di questo prezzo. Poi si trovano anche grandi occasioni, barche anche gratuite. In vetroresina costano di meno, ottimi scafi a 4 mila euro. La mia barca ha 31 anni, questo lo dico per fare capire che sono infinite. In piena attività come produttori di scafi nuovi abbiamo Lillia, Colombo, Bonaldo by Zaffalon, Riva, Nautica Lodi, DB Marine.
Come sarà la stagione 2020?
Abbiamo in programma la Coppa Italia su quattro prove: il 18/19 aprile a Venezia, il 22- 24 maggio col Trofeo Siad Bombola d’Oro a Santa Margherita Ligure e poi a Santa Marinella a metà giugno. abbiamo le quattro prove del Trofeo dei Dinghy Classici: a Lerici il 9 e 10 maggio, a Ravenna a fine giugno, a Bracciano a metà luglio e a San Vincenzo a inizio settembre. L’ultima prova di Coppa Italia è il Campionato Italiano dal 17 Settembre a Pianello del Lario. Ci sono poi altri appuntament come la grande Veleziana Dinghy a ottobre. E ancora una grande attività nelle zone locali come per esempio nel Tigullio. In totale sono oltre 150 giorni di regate all’anno. www.dinghy.it (M.G.)