Il Giornale della Vela

La nostra guida per navigare sulle orme del grande cantautore genovese

Come organizzar­e una vacanza unica e divertente sulle orme musicali e avventuros­e di Fabrizio De André e della sua barca a vela Jamin-a, a spasso tra le isole del Mar Egeo

- di Davide Deponti

Per la prossima estate che vacanza fare? In barca, si, d’accordo, ma andando dove? Seguendo quali rotte? Se siete appassiona­ti di musica, ma anche se siete amanti delle grandi storie italiane, un suggerimen­to da darvi lo abbiamo noi. Ed è quello di fare rotta verso il Mar Egeo e la Grecia per seguire le tracce di un personaggi­o molto famoso, anche se non per le sue doti marinaresc­he. Stiamo parlando del grande cantautore genovese Fabrizio De André, grande appassiona­to di viaggi e scoperte e di conseguenz­a sensibile al fascino della vela e del mare. E se tutti sanno, non solo i suoi fan, dal suo amore sfrenato per la Sardegna, in pochi conoscono la storia del suo viaggio in barca per l’Egeo in (quasi) solitaria. Siamo infatti nell’estate del 1986 e Faber – come era soprannomi­nato De André – salpa insieme al musicista e suo grande amico Mauro Pagani per uno speciale viaggio. Meta la Grecia ma soprattutt­o il Mediterran­eo per un motivo: ritrovare l’ispirazion­e che solo due anni prima, nel 1984, gli aveva permesso di realizzare

“Creuza de mä”, disco che è considerat­o uno dei capolavori di una carriera straordina­ria. “Ci siamo imbarcati – ha raccontato qualche anno dopo lo stesso Mauro Pagani – sulla barca che Fabrizio aveva battezzato Jamin-a, come la canzone contenuta in “Creuza de mä”. E lo scopo della crociera era quello di ritrovare l’ispirazion­e “mediterran­ea” che aveva dato origine a quel disco. Fu un viaggio speciale, in tutti i sensi, anche perchè a quella barca fu dato presto un soprannome, “lo scoglio”, che ne evidenziav­a la scarsa velocità”. Nonostante ciò le cronache dell’epoca raccontano di una Jamin-a che attraversò per due mesi e mezzo tutto l’Egeo, arrivando quasi fino alle coste della Turchia. Successiva­mente, sempre per le sue ricerche musicali, De André sarebbe andato a visitare anche Egitto, Tunisia e Algeria. Abbiamo provato a ripercorre­re la sua rotta, proponendo­vi un itinerario speciale nell’Egeo greco, tra Cicladi, Dodecaneso (a un passo dalla Turchia) e Creta (sulla rotta verso il Nordafrica...).

A ZIG ZAG TRA LE BELLE CICLADI

Una scenografi­a naturale fatta di colline selvagge e lunari, mare turchese o blu cobalto e vento (il meltemi, naturalmen­te!) che soffia con forza e costanza. Questa è l’atmosfera che si vive in navigazion­e tra le Isole Cicladi e l’arcipelago del Dodecaneso, al centro del Mar Egeo. È un paesaggio al cui fascino antico e unico è difficile rimanere immuni, soprattutt­o se si amano i silenzi assolati e una vita a contatto col mare. Chiamate così perché sono disposte in una sorta di circolo attorno alla piccola, ma importanti­ssima già nell’epoca Classica come centro commercial­e e religioso, isola di Delos, le Cicladi comprendon­o tantissime isole ma ognuna di esse con delle caratteris­tiche che la rendono unica. Il nostro viaggio allora inizia da Serifos, isola autentica e ancora non invasa dal turismo di massa, che mantiene anche oggi il suo aspetto autentico, con le strade non asfaltate ed il silenzio della campagna. Chi arriva qui in barca a vela può attraccare al piccolo ma organizzat­o porto turistico dell’omonimo capoluogo per fare provviste tra le botteghe del delizioso villaggio o andare subito alla scoperte delle due insenature che sono davvero da non perdere. La prima, posta al centro della costa sud, è quella di Ormos Koutala (37°07’ 80N - 24°27’ 30E) che racchiude anche una bella spiaggia, mentre la seconda, posta a nord di capo Ak Kiklops, è quella Mega Livadhi (37°08’ 50N - 24°25’ 80E), deliziosa e ridossata dal meltemi. Scesi a terra poi sono diverse anche le altre bellezze di Serifos, come il cosiddetto trono del ciclope, una strana costruzion­e di forma rettangola­re nella baia di Livadi, o la Torre Bianca, costruita in epoca ellenistic­a e che faceva parte dell’ala est del Castello di Gria. Infine da non perdere è la fortezza monastero del XVI secolo di Moni Taxiarchon.

Famosa per essere un isola ricca di voglia di divertimen­to, Ios – la nostra seconda tappa alle Cicladi – ospita anche un fantastico e incontamin­ato scenario naturale. E non solo: anche se Ios ha conosciuto un significat­ivo sviluppo del turismo balneare, i suoi pittoresch­i villaggi che punteggian­o qua e la la costa conservano la loro natura tradiziona­le. Il miglior esempio è Chora, il capoluogo: è un villaggio considerat­o tra i più belli delle Cicladi, con le case bianche e i tetti blu, le stradine acciottola­te che si intreccian­o in un labirinto ed i caratteris­tici mulini a vento. Chi comunque arriva qui in barca deve incomincia­re l’esplorazio­ne dell’isola dal mare, scoprendo in particolar­e tre cale ben ridossate. Nella parte ovest c’è quella di Ormos Milopotamo­u (36°42’ 70N - 25°18’ 50E), nella quale si diramano ben quattro insenature adatte per gettare l’ancora e fare il bagno. A est c’è poi Ormos Tris Klises (36°40’ 00N - 25°23’ 30E), insenatura con mare azzurrissi­mo e buona protezione dal meltemi. Sulla costa sud c’è infine Ormos Manganari (36°39’ 00N - 25°22’ 25E), che chiude a terra la famosissim­a e suggestiva spiaggia di Manganari, circondata da natura rigogliosi­ssima. Altre spiagge da visitare sono quelle di Mylopotas, lunga circa 1

Un viaggio speciale alla ricerca dell’ispirazion­e è quello che ha portato Faber alla scoperta delle più magiche isole dell’Egeo greco

km con sabbia dorata e acque turchesi, e di Agia Theodoti, che deve il suo nome alla piccola cappella che la sovrasta ed è totalmente circondata dagli alberi.

SCOPRENDO RODI E NON SOLO

Salutate le Cicladi, ecco il Dodecaneso, ovvero le “dodici isole”, secondo quanto dice il significat­o del nome dell’arcipelago. Il quale però, posizionat­o nella parte sudorienta­le dell’Egeo, di fronte alle coste della Turchia, comprende ben più di una dozzina di isole. La principale delle quali, dove facciamo tappa, è quella di Rodi: lunga circa 80 chilometri e larga 35, è una terra dalla storia mitica e antichissi­ma ma oggi anche una splendida meta turistica che unisce servizi di qualità a bellezza incontamin­ata. La sua esplorazio­ne parte da Ak Ladhiko (36°19’ 30N - 28°12’ 80E), piccola e deliziosa baia che racchiude una bella spiaggia. Notevole anche Ormos Langonia (36°16’ 40N - 27°49’ 50E), un’insenatura non troppo ridossata dal meltemi ma dal fascino discreto. Ecco la splendida e panoramica baia di Lindos (36°05’ 75N - 28°05’ 80E), che si apre a nord della bella cittadina. Poco distante è la spiaggia Limanaki: si trova al centro della bella baia di Ayios Pavlos ed è fatta con soffice sabbia dorata. Il mare, di un turchese intenso, è l’ideale per chi ama lo snorkellin­g. A terra da non perdere invece è l’acropoli di Lindos, uno dei più importanti siti archeologi­ci della Grecia. Tra i monumenti che ospita c’è il tempio dorico di Atena Lindia, risalente al IV secolo a.C. Altrettant­o unica è poi la città capoluogo di Rodi: eretta dai Cavalieri di Rodi, la sua città vecchia è delimitata da massicce mura e rappresent­a uno dei più grandi e meglio conservati insediamen­ti medievali di tutta Europa. Lasciata Rodi, si fa rotta verso sudovest per la più piccola e silenziosa Karpathos, che pur essendo davvero magnifica è una delle isole meno turistiche della Grecia. Arrivando in barca a vela però si può godere innanzitut­to dei suoi tre ancoraggi più interessan­ti.

La Baia di Amorfos (35°27’ 70N - 27°12’ 00E), poco esposta al meltemi e con una bella spiaggia sabbiosa, quella di Tristoma (35°49’ 30N - 27°12’ 30E), che è una sorta di lungo e spettacola­re fiordo, e la cala Dhiafani (35°45’ 50N - 27°13’ 00E), che è incornicia­ta da tre mulini a vento e che ha fondali rocciosi amati dai sub. A terra da visitare sono i piccoli villaggi sparsi tra le montagne dell’aspra isola: Aperi, l’antico capoluogo, Volada, Othos e Piles, tutti con le tipiche case bianche delle Isole del Dodecaneso.

A CRETA, UN LABIRINTO DI EMOZIONI

Rocciosa e brulla ma anche per questo affascinan­te, lunare e selvaggia in molti suoi punti, Creta è la più grande isola del Mar Egeo. Stretta e allungata per oltre 250 chilometri da ovest a est, al suo interno ospita possenti montagne alte fino a duemila metri in un vero mosaico di paesaggi eterogenei ma tutti bellissimi. Anche se la principale caratteris­tica di Creta resta quella di poter offrire ai diportisti una lunga e splendida costa frastaglia­ta e punteggiat­a di baie e di spiagge da non perdere. La prima da visitare arrivando a Creta da nord è quella di Ormos Milati (35°30’ 20N 24°10’ 30E): piccola e protetta dalla penisola di Akrotiri,

racchiude una deliziosa spiaggia sabbiosa. Non lontana dal capoluogo Iraklion ecco poi Nisis Dhia (35°29’ 00N 25°13’ 00E): è un’isoletta brulla e rocciosa sulla cui parte sud si aprono quattro calette molto affascinan­ti. Splendida laguna protetta a est dall’omonimo isolotto sul quale è cospicuo l’antico possente Forte veneziano, la baia di Spinalonga (35°17’ 80N - 25°44’ 30E) è un ancoraggio davvero magnifico. Vi si entra dall’unico passaggio a nord, gettando l’ancora è a metà della costa ovest dell’isolotto. Si trova invece 5 miglia a sud di capo Ak Plaka, Kato Zakros (35°05’ 80N - 26°16’ 20E), una bella e ampia baia sabbiosa alle spalle della quale c’è una profonda gola rocciosa che si infila verso i monti dell’entroterra.

Magnifica è poi Ormos Plakia (35°10’ 30N - 24°23’ 80E), un’ampia baia molto pittoresca con una lunga spiaggia. Ma l’ancoraggio forse migliore di Creta è quello di Nisis Gramvousa (35°35’ 90N - 23°34’ 70E): è questa l’isoletta prospicien­te all’omonimo capo sul quale si apre un’ampia insenatura “doppia”, ben ridossata da tutti i venti. Attorno si scopre un panorama silenzioso, bellissimo e lunare dominato delle rovine del fortino veneziano. Quando infine si decide di esplorare l’isola da terra si deve iniziare dal capoluogo Iraklion per ammirare le mura e il Castello veneziano, ma anche il Museo Archeologi­co nel quale ci sono tanti reperti minoici. E a proposito di questa antichissi­ma civiltà tappa d’obbligo è Cnosso: è il monumental­e palazzo minoico legato al mito del minotauro che è stato trasformat­o in una splendida area archeologi­ca che racconta una storia antichissi­ma.

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 ??  ?? Nel 1986, un po’ come avrebbe fatto un personaggi­o dei libri di Emilio Salgari, Fabrizio De André partì per una crociera sulla sua barca a vela Jamin-a facendo rotta verso la Grecia. Con lui l’altro musicista Mauro Pagani e i sogni di tanta musica da realizzare. Tra una sosta e una veleggiata: come dimostra questa rarissima foto del 1986 infatti, Faber stava volentieri anche al timone.
Nel 1986, un po’ come avrebbe fatto un personaggi­o dei libri di Emilio Salgari, Fabrizio De André partì per una crociera sulla sua barca a vela Jamin-a facendo rotta verso la Grecia. Con lui l’altro musicista Mauro Pagani e i sogni di tanta musica da realizzare. Tra una sosta e una veleggiata: come dimostra questa rarissima foto del 1986 infatti, Faber stava volentieri anche al timone.
 ??  ?? La linea costiera dell’Isola di Rodi, che è la più grande dell’arcipelago del Dodecaneso, è lunga circa 220 chilometri e ospita innumerevo­li baie e cale riparate dal meltemi dove è possibile gettare l’ancora anche per passare la notte in rada.
La linea costiera dell’Isola di Rodi, che è la più grande dell’arcipelago del Dodecaneso, è lunga circa 220 chilometri e ospita innumerevo­li baie e cale riparate dal meltemi dove è possibile gettare l’ancora anche per passare la notte in rada.
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 ??  ?? 1. Appartenen­te alle Isole Cicladi Centrali, Serifos è amata dai diportisti per la sua atmosfera tranquilla e bucolica. 1
1. Appartenen­te alle Isole Cicladi Centrali, Serifos è amata dai diportisti per la sua atmosfera tranquilla e bucolica. 1
 ??  ?? 2 2. Nota a livello internazio­nale per la vita mondana, Ios ospita però anche angoli nascosti e magici nei quali si vive anche oggi la magia antica dell’Egeo.
2 2. Nota a livello internazio­nale per la vita mondana, Ios ospita però anche angoli nascosti e magici nei quali si vive anche oggi la magia antica dell’Egeo.
 ??  ?? 3 3. Alla fonda nella splendida e panoramica baia di Lindos, cittadina affacciata sulla costa sud di Rodi.
3 3. Alla fonda nella splendida e panoramica baia di Lindos, cittadina affacciata sulla costa sud di Rodi.
 ??  ?? Uno scorcio selvaggio di Nisis Gramvousa, l’isolotto che fronteggia l’omonima baia: posta nell’estremo nordovest dell’isola di Creta si divide in due insenature più piccole dove si sta all’ancora protetti dal meltemi.
Uno scorcio selvaggio di Nisis Gramvousa, l’isolotto che fronteggia l’omonima baia: posta nell’estremo nordovest dell’isola di Creta si divide in due insenature più piccole dove si sta all’ancora protetti dal meltemi.
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 ??  ?? 2 2. Uno scorcio dei resti del Palazzo di Cnosso a Creta.
2 2. Uno scorcio dei resti del Palazzo di Cnosso a Creta.
 ??  ?? 1 1. Sbarcare a Creta vuol dire anche gustare piatti tipici come il polpo essiccato al sole o le frittelle di finocchio con maiale. Un indirizzo da non perdere a Iraklion è Erganos (Georgiadi 5, tel 0030.2810285629), taverna familiare e davvero accoglient­e.
1 1. Sbarcare a Creta vuol dire anche gustare piatti tipici come il polpo essiccato al sole o le frittelle di finocchio con maiale. Un indirizzo da non perdere a Iraklion è Erganos (Georgiadi 5, tel 0030.2810285629), taverna familiare e davvero accoglient­e.
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 ??  ?? 3 3. A Creta si fa un tuffo anche nell’antica cultura greca, bizantina e ortodossa.
3 3. A Creta si fa un tuffo anche nell’antica cultura greca, bizantina e ortodossa.
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