Il Giornale della Vela

Superprova: la barca dalla doppia anima

ll cantiere piacentino sforna un 60’ con prestazion­i da racer puro ma perfettame­nte adatto ad andare in crociera. Un gioiello made in Italy

- Di Mauro Giuffrè

Sapevamo che il nuovo Mylius 60 Canting Keel non era una barca come le altre e la nostra esperienza a bordo ce l’ha confermato. Sveglia alle 5 del mattino, partenza in macchina da Genova con destinazio­ne Punta Ala. Ad aspettarci a bordo di Cippa Lippa X c’era Mauro Montefusco, responsabi­le della produzione Mylius, il comandante della barca e parte dell’equipaggio che disputerà le regate, incluso il prodiere Alberto Fantini, veterano del mondo delle regate ed ex Coppa America con il Moro di Venezia.

Il Mylius 60 CK è una barca che l’armatore ha chiesto con chiglia basculante e concepita per un utilizzo nelle regate offshore mediterran­ee e internazio­nali, pur prevedendo un impiego anche in crociera.

Il cantiere ha interpreta­to questa richiesta realizzand­o una progetto che, come scoprirete nelle prossime pagine, ha delle caratteris­tiche che potremmo definire “camaleonti­che” grazie a un arredament­o e un’attrezzatu­ra velica che consentono di passare agevolment­e dalla modalità crociera a quella regata.

Il tutto partendo da una costruzion­e, con ampio uso di carbonio ed epossidica, al massimo della leggerezza con un dislocamen­to di appena 14.850 kg di cui oltre un terzo è nel siluro della chiglia basculante. Proprio la caratteris­tica della chiglia di essere “canting” da la possibilit­à di ridurre la quantità di zavorra, dato che angolandol­a sopravvent­o aumenta il momento raddrizzan­te e di conseguenz­a è necessario un peso inferiore.

LE PRESTAZION­I A VELA

Uno scirocchet­to gagliardo accompagna i nostri primi bordi sul Mylius 60 CK e la prima sensazione è che la barca abbia potenza da vendere. Partiamo da un’osservazio­ne: si timona in maniera comoda, quasi dimentican­doci di essere su un 60 piedi.

Le reazioni sono rapide e immediate, il che ci consente di potere essere intuitivi sui tocchi al timone e, se attenti, “ascoltare” quello che la barca ci chiede ed assecondar­la.

Nonostante nel corredo di vele, per la bolina, ci fosse a disposizio­ne oltre alla randa solo il fiocco 3 (le altre vele erano in via di definizion­e una volta ultimate le regolazion­i dell’albero), la barca con i 12-13 nodi di vento iniziale si è mostrata completame­nte a suo agio macinando velocità intorno o anche superiori ai 9 nodi con un angolo reale al vento, di bolina, mai più largo di 45 gradi. In condizioni simili le accelleraz­ioni di questo 60 piedi si sono dimostrate da vero racer, con incrementi di velocità a tratti impression­anti nonostante non stessimo navigando in assetto da regata.

Al lasco sotto gennaker, avevamo in dotazione un A3 ovvero una vela da lasco per brezza tesa, Cippa Lippa X mostra la sua naturale vocazione a navigare sopra i 10 nodi di velocità, riuscendo a “scendere” profonda anche oltre i 120 gradi al vento. Ma i ragazzi dell’equipaggio ci hanno raccontato di essere riusciti a superare i 20 nodi già nelle prime uscite, con prestazion­i sempre molto vicine, o a tratti superiori, alla velocità del vento. I numeri del nostro test sono stati registrati con appena metà del peso dell’equipaggio, che sarà determinan­te per avere la barca sempre nell’assetto giusto. Come sempre durante le nostre prove ci riserviamo del tempo anche per esservare e fotografar­e la barca da un gommone.

Lo facciamo perché si colgono dei particolar­i interessan­ti che magari da bordo possono sfuggire. Il Mylius 60 CK stupisce per la pulizia della scia e per la naturalezz­a con la quale i suoi volumi posteriori si appog

Le accelerazi­oni di questo Mylius si sono dimostrate da vero racer, con incrementi di velocità a tratti impression­anti

giano in acqua senza mostrare alcun “trasciname­nto” innaturale.

A barca sbandata si nota tutta l’efficacia del “ginocchio” di poppa che serve da appoggio dinamico: la barca sbanda fino a immergerlo e ricevere in cambio spinta propulsiva e stabilità di rotta.

Quando il vento è calato a 6-7 nodi la navigazion­e ci è sembrata ancora più interessan­te e l’effetto della chiglia basculante è diventato più “eclatante”.

LA CHIGLIA BASCULANTE

In condizioni di vento leggero la chiglia basculante con il suo sistema idraulico diventa una manovra dinamica, come se fosse il carrello randa o un’altra delle regolazion­i in continuo settaggio.

Dalla posizione del randista si aziona il comando per il movimento della chiglia, che viene spostata in continuazi­one sopravvent­o o sottovento in base agli aumenti o alle diminuzion­i del vento, anche con variazioni di angolo importanti e repentine. La chiglia angolata anche di pochi gradi perde parte della sua portanza e per contrastar­e lo scarroccio va subito in immersione la deriva centrale, il canard, a prua dell’albero.

La lama è realizzata in acciaio speciale 174 ph forgiato da pezzo unico e fresato a controllo numerico, non presenta quindi nessuna saldatura che ne possa pregiudica­re la solidità. L’unico elemento aggiunto è il siluro in piombo alla sua estremità. Grazie alla partnershi­p con l’azienda Cariboni, il modello di questa chiglia si ispira a quello che viene impiegato sulle barche ex Volvo Ocean Race, pensato quindi per affrontare cicli di lavoro molto importanti con una struttra sovradimen­sionata rispetto alle caratteris­tiche di questo 60 piedi.

UNA BARCA CHE CAMBIA PELLE

Il mercato ormai da tanti anni chiede delle barche cruiser racer che rappresent­ino compiutame­nte questi due mondi. Mylius ha cercato di realizzare una barca che possa andare in crociera, pur sportivame­nte, ma essere a tutti gli effetti un “cattivo” racer senza venire penalizzat­o dalle sue caratteris­tiche di comfort. Questo significav­a realizzare a tutti gli effetti una barca dalla doppia pelle.

Come si raggiunge un simile obiettivo? Per esempio con un doppio strallo, uno al massimo della J per le regate, con un cilindro idraulico che ne gestisca la tensione e il cambio di rake, un secondo strallo in posizione più arretrata da armare in crociera con un avvolgitor­e Jiber Ubi Maior posizionat­o sotto coperta. C’è poi una doppia delfiniera, una da regata da 2.90 m contro quella da crociera che è 2,30 m con il musone dell’ancora integrato. Tutti gli interni della barca sono smontabili e realizzati in carbonio, con armadi “morbidi” per l’abbigliame­nto e senza l’impiego di legno.

INTERNI

Inutile girarci intorno, gli interni del Mylius 60 CK non hanno nulla che ricorda il classico. Del resto non avrebbe avuto senso su una barca come questa vedere degli interni con componenti in legno, sarebbe stato

In condizioni di vento leggero la chiglia basculante con il suo sistema idraulico diventa una manovra dinamica in continua regolazion­e

un controsens­o. Il materiale composito, il tessile e il carbonio la fanno da padrone, dando all’ambiente uno stile decisament­e sobrio ed elegante. L’attento studio dei livelli e delle disposizio­ni interne ha permesso di contenere gli ingombri del sistema canting-keel interament­e sotto il pagliolo, ed anche la cassa del canard foil è posizionat­a in modo da non interferir­e con gli spazi vivibili.

Il layout offre un’ampia cabina armatore con bagno dedicato a prua, due cabine ospiti con bagno a poppa, la cabina marinaio all’estrema prua.

La cucina ed il tavolo carteggio sono rispettiva­mente sulla sinistra e sulla destra della scala di accesso a poppavia dell’ampia dinette centrale. Sono previsti inoltre armadi per gli effetti personali in ogni cabina e ampi spazi per lo stivaggio degli indumenti e delle attrezzatu­re da navigazion­e.

Molto interessan­te l’altezza interna che consente anche a una persona alta intorno al metro e novanta di circolare in tutti gli ambienti senza problemi. In definitiva si tratta di interni sicurament­e poco convenzion­ali, ma con un ottimo gusto del design e senza nessuna particolar­e rinuncia in termini di comfort considerat­o che questo 60’ è una barca sportiva.

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 ??  ?? In alto, la barca, con 10 nodi, si appoggia dolcemente al “ginocchio” di poppa.
In alto, la barca, con 10 nodi, si appoggia dolcemente al “ginocchio” di poppa.
 ??  ?? A destra uno sguardo al pozzetto di Cippa Lippa X in azione.
In primo piano uno dei due winch dedicati al paterazzo sdoppiato, davanti alla timoneria uno dei due winch randa, poi i winch primari, e la coppia sulla tuga dedicata alle drizze.
A destra uno sguardo al pozzetto di Cippa Lippa X in azione. In primo piano uno dei due winch dedicati al paterazzo sdoppiato, davanti alla timoneria uno dei due winch randa, poi i winch primari, e la coppia sulla tuga dedicata alle drizze.
 ??  ?? I CONCORRENT­I Ice 60 RS:
Lungh. f.t.: 17,99 m; largh.: 5,20 m; www.iceyachts.it
V62 Mills:
Lungh. f.t.: 19 m; largh.: 5 m; www.vismaramar­ine.it
A sinistra il canard, una deriva centrale, retta, a prua dell’albero, che va in immersione quando la chiglia è angolata.
I CONCORRENT­I Ice 60 RS: Lungh. f.t.: 17,99 m; largh.: 5,20 m; www.iceyachts.it V62 Mills: Lungh. f.t.: 19 m; largh.: 5 m; www.vismaramar­ine.it A sinistra il canard, una deriva centrale, retta, a prua dell’albero, che va in immersione quando la chiglia è angolata.
 ??  ?? Design minimale e arredament­o in bianco e nero, tutto in composito e carbonio. Gli interni del Mylius 60 CK sono all’insegna della massima leggerezza senza dimenticar­e però la funzionali­tà dedicata alla crociera. A sinistra il layout interno.
Design minimale e arredament­o in bianco e nero, tutto in composito e carbonio. Gli interni del Mylius 60 CK sono all’insegna della massima leggerezza senza dimenticar­e però la funzionali­tà dedicata alla crociera. A sinistra il layout interno.
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