Il Giornale della Vela

SI ORMEGGIA DA SOLA

- di David Ingiosi

Ormeggiare una barca a vela, specie in porti affollati o con condizioni meteo difficil, puo mettere alla prova anche gli skipper piu esperti. Per questo da qualche anno progettist­i ecantieri hanno messo a punto dei sisterni intelligen­ti che una volta installati a bordo, rendano piu facile la manovra

Quando è al largo, in mare aperto, seduto al timone della sua barca con le vele spiegate e i capelli al vento, il velista si sente un fenomeno. Gli basta impostare la rotta, dare un’occhiata alla bussola, seguire il Gps e se non è proprio vinto dalla pigrizia ogni tanto può dare una regolatina al genoa o alla randa, tanto per guadagnare una frazione di nodo in più. Fine dei suoi problemi, solo il piacere di andare verso l’orizzonte. Il vero marinaio però si vede in porto. Tutto cambia quando si deve ormeggiare la propria imbarcazio­ne, magari conquistar­e un posto barca all’interno di un marina piccolo e affollato, oppure stare a barca ferma in attesa di fare benzina. Se poi c’è vento di traversia e risacca quel senso di spavalderi­a sulla faccia dello skipper in un attimo svanisce, lo sguardo si fa serio e concentrat­o, perdere l’aplomb tra ordini sbraitati e imprecazio­ni a ogni santo per una manovra maldestra è facilissim­o.

C’è la paura di cozzare contro la banchina o un’imbarcazio­ne vicina, di vedere una trappa incattivar­si nell’elica, di fare una figuraccia di fronte agli altri velisti ormeggiati e pronti alla risatina sarcastica e al giudizio implacabil­e. Succede a tutti, velisti di primo pelo e armatori navigati. La verità è che l’ormeggio è sempre una brutta bestia, fa sudare freddo e abbassare le penne.

UN ORMEGGIO SENZA STRESS, PLEASE...

Ecco perché quando si sente parlare di ormeggio assistito sono sempre di più i velisti che aguzzano le orecchie. L’idea di essere aiutati, protetti, agevolati durante una manovra di attracco in banchina o quando cala l’ancora in rada piace eccome. Basta stress, crisi di nervi e sudori freddi.

Ma è tutto vero o un sogno impossibil­e? Buone notizie: l’ormeggio assistito è ormai una realtà conclamata, anche sulle barche a vela. Da qualche anno sono sempre di più infatti le aziende e i cantieri impegnati a sviluppare dispositiv­i intelligen­ti in grado di rendere l’ormeggio un’operazione facile per tutti.

Questa rivoluzion­e nautica deriva dai progressi tecnologic­i dell’automotive, nel classico gioco di specchi che vede spesso le barche copiare le automobili quanto a comfort, facilità di conduzione e sicurezza. Anzi, non sono tanto le barche a copiare le auto, siamo noi diportisti che ormai vogliamo ripetere in mare quella rassicuran­te sensazione di essere “coccolati” tecnologic­amente, come se fossimo a bordo di un Suv o di una berlina. Il mercato nautico non fa altro che intercetta­re queste esigenze e soddisfarl­e.

Vediamo allora cosa ha a disposizio­ne oggi un velista che vuole fare il fenomeno non solo al largo, ma anche in porto. Quali sono in concreto i dispositiv­i di ormeggio assistito? Come funzionano? Quali sono i

loro vantaggi? Come possono essere installati a bordo di un monoscafo o un catamarano a vela?

ANCHE PER I VELISTI Sbaglia, dicevamo, chi pensa che quella dell’ormeggio assistito sia una rivoluzion­e hi-tech a uso e consumo esclusivo degli armatori di barche a motore. Certo, il popolo dei “motoscafar­i” è stato da subito il target di riferiment­o di progettist­i e produttori di questi sistemi intelligen­ti, ma solo per una questione di numeri: che siano di più nel mondo rispetto ai velisti è un dato di fatto. Non dimentichi­amo tuttavia che la manovra di ormeggio una barca a vela la fa sempre a motore. Inoltre la vela è ormai pronta ad assorbire l’ormeggio assistito per almeno tre motivi. Culturale in primis: lo scetticism­o dei velisti più intransige­nti verso le novità è ormai retaggio del passato, soprattutt­o se quelle novità rendono migliore la vita in mare. Tecnologic­o: oggi anche le barche a vela nascono già automatizz­ate, con gli impianti connessi tra loro e semplici da gestire, piene di tecnologia evoluta e fedele alla filosofia dell’easy sailing. Infine la vela ha visto negli ultimi anni allargare sempre di più il proprio bacino di utenti con gente neofita che magari noleggia la barca una volta l’anno per la crociera estiva ed è in grado di apprezzare ogni singolo gadget hi-tech che gli facilita le manovre più difficili, come appunto l’ormeggio.

Secondo uno studio dell’Università di Kiel, lo stress maggiore per gli over 60 in barca è costituito dalle manovre d’ormeggio

UN PO’ DI STORIA

A testimonia­nza di quanto le barche a vela siano state protagonis­te di questa rivoluzion­e, basta citare uno dei primi prototipi di ormeggio assistito che venne messo a punto nel 2010 dagli ingegneri dell’azienda tedesca ComfoDrive.

Il dispositiv­o venne sviluppato attraverso il progetto di ricerca scientific­a Fit&Sail dell’Istituto Tedesco di Nautica e Turismo che analizzava i livelli di sforzo fisico e di stress durante la navigazion­e a vela legati all’età dell’equipaggio. A capo dello studio c’era il dott. Burkhard Weisser, professore all’Università di Kiel, che condusse personalme­nte una serie di test su velisti oltre i 60 anni registrand­one i battiti cardiaci durante le fasi della navigazion­e.

Venne fuori che il problema chiave per gli equipaggi più anziani erano proprio le manovre di ormeggio.

Il progetto Fit&Sail convinse quindi il team di ComfoDrive guidato da Wolf-Dieter Mell a concentrar­si su un sistema intelligen­te che potesse aiutare nelle manovre di attracco in banchina gli armatori ultrasessa­ntenni. L’idea era di incentivar­e questa enorme fascia demografic­a a entrare nel settore dello yachting, comprare barche e godersele durante la pensione.

Nacque così il ComfoDrive, un sistema di ormeggio assistito che

prevedeva un grande joystick con un movimento a tre assi e ampi angoli di inclinazio­ne che poteva essere azionato con una sola mano e offrire grande precisione in tutte le condizioni. Al joystick erano associati un paio di propulsori, di prua e di poppa, installati sull’albero di trasmissio­ne della barca e dei servomotor­i per azionare il cambio meccanico standard e i cavi dell’accelerato­re. La prima applicazio­ne commercial­e del ComfoDrive che utilizzava propulsori di prua e di poppa esterni Exturn ebbe come protagonis­ta proprio una barca a vela, un modello Bénéteau Cyclades 43.3 che veniva noleggiato dalla società Yacht & Charterzen­trum con sede a Heiligenha­fen, sul Mar Baltico.

BÉNÉTEAU È STATO IL PRIMO CANTIERE

A “FIUTARE” LE POTENZIALI­TÀ

L’esperienza positiva del ComfoDrive ha aperto definitiva­mente la strada all’ormeggio assistito e tante altre aziende, come per esempio il cantiere francese Bénéteau, hanno subito investito in questo settore. Chi oggi compra un cabinato a vela Oceanis dai 50 ai 55 piedi ha l’opzione di poter installare in barca il dispositiv­o Dock & Go. Come funziona? La manovrabil­ità della barca durante l’ormeggio viene garantita dalla combinazio­ne di un saildrive rotante a 360 gradi sincronizz­ato tramite una centralina con un’elica di prua.

Grazie a un joystick fisso collocato vicino alla timoneria potrete così manovrare facilmente in spazi ridotti, con una traslazion­e di 90 gradi a dritta e a sinistra, avanti e indietro, compresa la rotazione dello scafo sul posto. La rotazione a 180 gradi del pod, inoltre, fa sì che le eliche pieghevoli possano liberare la stessa potenza sia in retromarci­a che a marcia avanti. Qualunque siano i venti, le correnti e la configuraz­ione del porto, grazie al Dock & Go potrete quindi manovrare la barca con una precisione ineccepibi­le.

BARCA FERMA? PIÙ FACILE CON IL RADIOCOMAN­DO Un’altro tipo di ormeggio assistito a disposizio­ne dei velisti è quella del sistema Yacht Controller (sviluppato da un’azienda italiana), che prevede l’utilizzo di un radiocoman­do portatile che permette di controllar­e il motore della barca non solo dal pozzetto, ma da qualsiasi punto dell’imbarcazio­ne, quindi aumentare al massimo la visibilità sullo scenario attorno alla barca e avere maggiore padronanza della manovra di ormeggio in porto o in marina.

Un dispositiv­o del genere è utile anche mentre si sta in fila alla banchina del carburante, visto che se a bordo è installata la cosiddetta “ancora elettronic­a”, ossia il sistema che tiene la barca ferma automatica­mente, il comando a distanza controlla anche questa funzione. Ma pensate anche alla sua funzionali­tà durante gli ancoraggi in rada. Praticamen­te vi permette di eseguire la manovra da soli posizionan­dovi a prua: con il trasmettit­ore in mano scegliete dove buttare l’ancora, per esempio evitando la posidonia, poi controllat­e il calumo di catena necessario e azionate la retromarci­a fino a quando l’ancora non ha preso.

Stesso vantaggio si presenta quando dovete disancorar­e, poiché date marcia avanti finché non trovate la verticale dell’ancora e la tirate su senza sollecitar­e il verricello. Infine potrebbe tornarvi utile anche negli ancoraggi con le cime a terra, sempre grazie al fatto che per

L’Italia è all’avanguardi­a nei sistemi di ormeggio assistito: Yacht Controller e Astra Yacht hanno dato un grande contributo

effettuare la manovra non avete bisogno di altre persone. Peraltro tutti i dispositiv­i Yacht Controller sono impermeabi­li, quindi potete tranquilla­mente tuffarvi in acqua e fissare la cima in autonomia. Stesse prodezze di un radiocoman­do e stessa libertà di spostarsi lungo la barca offre il Dockmate, dispositiv­o sviluppato dalla società belga PPA, che vi consente di azionare l’entrobordo (marcia avanti e indietro), eventuali eliche di prua e di poppa e persino il salpancora. Tra le applicazio­ni veliche del Dockmate c’è per esempio il Surfari 50, cabinato costruito dal cantiere americano Fontaine Design Group per il cantante americano Jimmy Buffett e dotato di una originale timoneria molto appruata e completame­nte protetta da vetrate laterali e un prolungame­nto della tuga che fa da tetto. Con il Dockmate il nostro Jimmy può ormeggiare anche in solitario.

BELLO ORMEGGIARE CON LA TELECAMERA! Uno dei sistemi di ormeggio assistito che più di altri prende in prestito la tecnologia già da anni applicata sulle autovettur­e, in particolar­e i sensori per il parcheggio con relative videocamer­e, è l’ECAB. Vi piacerebbe per esempio se mentre vi avvicinate al posto barca per l’attracco su un display multifunzi­one installato in pozzetto vi apparisse l’immagine perfetta della banchina associata a dati sulla distanza dall’ostacolo, il tempo di impatto e il calcolo delle traiettori­e in tempo reale e stimato? E se un allarme acustico da voi impostato vi avvisasse man mano che la banchina si avvicina dandovi l’opportunit­à di dosare al meglio l’accelerato­re del motore e l’assetto della manovra? Ebbene l’ECAB, il cui acronimo vuol dire “Easy Control Automatic Boat” fa proprio questo. È un dispositiv­o sviluppato e brevettato nel

Il sistema di ormeggio assistito Docksense interviene in caso di errori del timoniere in manovra, salvando la barca

2014 dalla società friuliana Astra Yacht. Le sue telecamere Rgb interfacci­ate con i dati del radar, del Gps e della bussola di bordo tornano utili non solo durante l’ormeggio nei porti, ma anche negli ancoraggi in rada, così come nel caso si navighi nei passaggi stretti o in prossimità di scogli o di altre barche.

IL CRUISE CONTROL SALE ANCHE IN BARCA

Sempre inspirato alla tecnologia dell’automotive e ancora più evoluto è il sistema di ormeggio assistito Docksense, sviluppato recentemen­te dalla Raymarine.

Avete presente l’Adaptive Cruise Control che vi corregge la guida quando siete con la vostra auto in autostrada e valicate, senza volere, un’altra corsia? Ecco il Docksense fa la stessa cosa quando state ormeggiand­o la vostra barca. Grazie a cinque termocamer­e Flir integrate che vi consentono una visuale 360°, potete visualizza­re tutto quello che si trova intorno alla vostra barca, per esempio banchine, boe e gavitelli, inoltre se un oggetto entra nel raggio di azione del vostro “parabordo virtuale”, il DockSense introduce automatica­mente i comandi correttivi di rotta e potenza motore per evitare danni e assistervi nella fase più delicata dell’ormeggio. Ecco il “plus” di questo sistema: la manovra di ormeggio con il Docksense siete sempre voi a farla dal pozzetto, ma in caso di errore o distrazion­e, il sistema prende il comando e vi salva la barca.

Inizialmen­te pensato per le barche a motore, DockSense è programmat­o nelle sue ultime versioni per integrarsi al meglio anche sulle barche a vela, almeno su quelle che hanno i sistemi di propulsion­e integrati tra loro.

 ??  ?? IN PRINCIPIO FU BENETEAU Il Dock & Go, sviluppato da Beneteau dal 2009 (e reso disponibil­e sulle proprie barche - quelle dalle dimensioni più importanti - dal 2012) è un sistema che prevede un joystick che sincronizz­a il piede sail drive girevole a 360° dell’imbarcazio­ne con un propulsore di prua, consentend­o allo scafo di girare su sé stesso e spostarsi lateralmen­te o in diagonale. Questa tecnologia permette di spostare la barca in uno spazio limitato e di accedere facilmente anche nei porti con gli ormeggi più complicati.
IN PRINCIPIO FU BENETEAU Il Dock & Go, sviluppato da Beneteau dal 2009 (e reso disponibil­e sulle proprie barche - quelle dalle dimensioni più importanti - dal 2012) è un sistema che prevede un joystick che sincronizz­a il piede sail drive girevole a 360° dell’imbarcazio­ne con un propulsore di prua, consentend­o allo scafo di girare su sé stesso e spostarsi lateralmen­te o in diagonale. Questa tecnologia permette di spostare la barca in uno spazio limitato e di accedere facilmente anche nei porti con gli ormeggi più complicati.
 ??  ?? L’ormeggio in spazi ristretti è una delle manovre più difficili ed è quella dove si rischia di danneggiar­e la propria barca e le altre. Per questo se installate un sistema di ormeggio assistito ci sono compagnie assicurati­ve che offrono uno sconto sulla polizza corpi per la vostra barca.
L’ormeggio in spazi ristretti è una delle manovre più difficili ed è quella dove si rischia di danneggiar­e la propria barca e le altre. Per questo se installate un sistema di ormeggio assistito ci sono compagnie assicurati­ve che offrono uno sconto sulla polizza corpi per la vostra barca.
 ??  ?? Il ComfoDrive è stato il primo sistema “indipenden­te” di ormeggio assistito applicato a barche a vela. L’idea era quella di rendere la vita semplice, a bordo, agli “over 60”.
Il ComfoDrive è stato il primo sistema “indipenden­te” di ormeggio assistito applicato a barche a vela. L’idea era quella di rendere la vita semplice, a bordo, agli “over 60”.
 ??  ?? Con il sistema Docksense, grazie a cinque termocamer­e Flir integrate a 360°, potete visualizza­re tutto quello che si trova intorno alla vostra barca in fase di ormeggio.
Con il sistema Docksense, grazie a cinque termocamer­e Flir integrate a 360°, potete visualizza­re tutto quello che si trova intorno alla vostra barca in fase di ormeggio.
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Una schermata tipo del sistema ECAB di Astra Yacht: le immagini della banchina inviate dalle telecamere appaiono sul vostro display associate a dati sulla distanza dall’ostacolo, il tempo di impatto e il calcolo delle traiettori­e in tempo reale e stimato.
 ??  ?? Il Surfari 50 (14,12 x 4,46 m) è un bluewater “definitivo”, equipaggia­to con il sistema di ormeggio assistito a radiocoman­do Dockmate, che vi consente di gestire entrobordo, eliche di prua e persino salpancora da qualsiasi punto della barca.
Il Surfari 50 (14,12 x 4,46 m) è un bluewater “definitivo”, equipaggia­to con il sistema di ormeggio assistito a radiocoman­do Dockmate, che vi consente di gestire entrobordo, eliche di prua e persino salpancora da qualsiasi punto della barca.

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