IL MEDITERRANEO DI SIMENON
L’itinerario di crociera sulle tracce del famoso scrittore, dalla Francia alla Sicilia
Nel 1934, a bordo della goletta a vele quadre L’Araldo, il grande scrittore Georges Simenon partì alla scoperta del “suo” Mediterraneo. Tante le tappe di una crociera che toccò Francia e Italia, ma non solo. Il viaggio di Simenon non finì in Sicilia, come questo itinerario che vi proponiamo, ma toccò anche Malta e Tunisia prima di “risalire” verso casa. Come si legge però nel libro che Simenon scrisse durante questa avventura – e intitolato “Il Mediterraneo in barca” - il suo Mare Nostrum è soprattutto un mix di sensazioni e innamoramenti, fotografie fatte da lui stesso e pochissimi sbarchi a terra. Al di là allora dei luoghi da visitare, si può provare come fece lui a immergersi anima e corpo in questo antico “bacino” per scoprirne davvero la magia ancestrale.
Quando il Commissario Maigret arrivò per la prima volta sulla costa di Hyeres, in vista dell’isola di Porquerolles, la magia di quel luogo unico lo conquistò subito: “Lo spaesamento era assoluto, quasi fossero stati trasportati in Africa - un cielo di porcellana azzurra, l’aria perfettamente immobile (…). L’automobile si fermò su un promontorio roccioso dove non c’erano che un albergo in stile provenzale e qualche casetta di pescatori dipinta di rosa e di celeste. Il panorama lasciava a bocca aperta: il mare era di un blu incredibile, da cartolina, e laggiù all’orizzonte un’isola si adagiava pigramente sulla superficie iridata con colline verdissime e scogliere rosse e gialle” (da “Il mio amico Maigret”, 1949). E chissà se il vero autore di quelle frasi, il famoso romanziere Georges Simenon – creatore del celebre poliziotto -, non stesse semplicemente riportando le sue prime personali impressioni, vissute quando anche lui arrivò per la
prima volta al “sud”. Come il suo Maigret – nato nelle campagne della Loira e poi parigino fino al midollo – anche Simenon era del “nord”: nato infatti a Liegi in Belgio, successivamente si trasferisce a Parigi dove vive per molti anni. E se lo “sbarco” di Maigret alle Isole Hyeres risale al 1949, anno nel quale è stato scritto il romanzo “Il mio amico Maigret”, bisogna andare al 1924, per raccontare lo stupore del “vero” Simenon di fronte alla bellezza del Mediterraneo. Da quell’anno e per oltre un decennio lo scrittore trascorse a Porquerolles le vacanze estive. E proprio dopo dieci anni, nel 1934, partì da Porquerolles per la sua prima crociera nel Mediterraneo.
Presa a nolo una goletta di 30 metri, L’Araldo, iniziò una lunga navigazione durante la quale si era ripromesso di capire e descrivere il Mare Nostrum. Ma poi, una volta in mare, subendo tutto il fascino del suo mistero, non potè fare altro che navigare il Mediterraneo, affrontarlo e raccontarlo, mostrandogli con le sue parole un grande amore. Frutto di quel viaggio fu l’ennesimo libro di successo: intitolato “Il Mediterraneo in barca”, il volume fu dedicato all’amore dello scrittore per il mare. Un amore sincero, che in questo itinerario proviamo a ripercorrere proponendovi una crociera che, prendendo spunto da alcune delle tappe del viaggio di Simenon – da Porquerolles all’Elba e alle Eolie - vi possa portare a scoprire un Mare Nostrum ricco di sorprese.
SCOPRENDO LE “ISOLE D’ORO” Oasi incontaminate fatte di acqua cristallina, coste rocciose e pinete labirintiche, le Isole Hyères non sono solo il punto di partenza di questo itinerario ma anche una “tappa” da scoprire a fondo. Seguendo l’esempio dello stesso Simenon che, dopo aver acquistato un piccolo “pointu” - la barca tipica locale -, passava le giornate andando a pesca e alla scoperta dei più piccoli angoli segreti delle isole. Le quali prendono il nome dalla cittadina che le fronteggia, Hyères appunto, e che è posta a metà strada tra Saint Tropez e Tolone. E che sono conosciute come le “isole d’oro”, fin da quando il re Enrico II di Francia, sbarcandovi ne rimase affascinato. Come dargli torto: ancora oggi, mettendo piede sulle quattro isole del piccolo arcipelago - Porquerolles, Port Cros, Ile du Levant e Ile de Bagaud -, non sembra di sbarcare su un lembo della Francia meridionale, bensì in qualche atollo dei Caraibi. Il profumo che si respira, i colori e, soprattutto, l’acqua ricordano in modo impressionante ciò che si trova nel Caribe. Tanto che, proprio per preservare queste caratteristiche magnifiche, a partire fin dal 1963, le isole sono per ampi tratti state trasformate in parco naturale nel quale vigono regole anche abbastanza rigide (sul sito www.portcros-parcnational.fr si trovano i regolamenti aggiornati).
La prima isola da visitare sulle orme di Simenon è la “sua” Porquerolles: è la più grande delle Hyères ed è caratterizzata dalla presenza di numerose, grandi e piccole, spiagge di sabbia, intervallate da falesie a picco sul mare. Il suo interno rigoglioso e ricco di pini d’Aleppo, eucalipti e mimose si può attraversare in lungo e in largo grazie ai tanti sentieri di trekking segnalati. In barca invece la prima da baia
“Lo spaesamento era assoluto, quasi fossero stati trasportati in Africa - un cielo di porcellana azzurra, l’aria perfettamente immobile”
da scoprire è quella di Plage d’Argent (43°00’ 50N - 06°11’ 40E): posta a ovest del Porto di Porquerolles, è deliziosa e ben ridossata grazie alla presenza del promontorio della Pointe du Bon Renaud. La più famosa cala dell’isola però è l’Anse du Langoustier (43°00’ 10N - 06°10’ 00E): considerata una delle più belle baie della Francia meridionale, deve il suo nome ai pescatori di aragoste. Molto del suo fascino è dovuto al fatto di essere circondata dal verde della macchia mediterranea, orlata da due spiagge e sormontata da un forte medievale.
Più a est ecco poi Port Cros, l’isola centrale dell’arcipelago sulla quale svettano le due seicentesche fortezze de l’Etissac e de l’Eminence. Arrivando via mare si può raggiungere innanzitutto il superbo ancoraggio dell’Anse du Port Man (43°01’ 00N - 06°25’ 00E): nella baia l’ormeggio è sicuro e le profondità decrescono dolcemente. Infine ecco l’isola più “esterna”, l’Ile du Levant: un tempo famosa per essere il paradiso del naturismo europeo, ospita la bellissima spiaggia di Les Grottes e la piccola riserva naturale di Domaine des Arbousiers. Per dar fondo però si può scegliere la baia di Port de L’Ayguade (43°01’
00N - 06°26’ 10E): ampia e bassa è posta sulla costa davanti all’Anse du Port Man di Port Cros e molto ben ridossata.
ELBA, DOVE LA NATURA È REGINA
Terza isola più grande d’Italia, l’Elba è da sempre una terra “di passaggio” in mezzo al Mediterraneo ed anche per questo ospita tante bellezze storiche che si uniscono a quelle ambientali e marine che invece le sono state donate da madre natura. Un mix unico in soli 223 km quadrati e 147 km di costa: questa soprattutto davvero infarcita di baie, spiagge e scogliere da mille e una notte. Come scoprì lo stesso Simenon: nel libro scrisse infatti di aver preferito godere l’Elba solo dal mare.
Partendo da nord e dall’ampia baia di Portoferraio si può circumnavigare l’isola in senso orario (sono 50 le miglia che si percorrono per un “giro” completo) fermandosi innanzitutto nella deliziosa cala di Seno d’Ortano (42°47’ 00N - 10°26’ 00E): si apre a un miglio dall’omonimo capo, tra rocce scoscese e una bella spiaggia di sabbia, protetta da un isolotto. Girando la prua a sud si raggiunge l’Ansa Barbarossa (42°45’ 60N - 10°24’ 60E): posta a est della cittadella di Porto Longone, che sovrasta il borgo di Porto Azzurro, è scenografica e chiusa da una spiaggia. Arrivati sul lato sud dell’isola si entra nel Golfo Stella: è qui che nell’angolo nordovest si apre l’Ansa di Margidore (42°45’ 60N - 10°19’ 30E), deliziosa baia riconoscibile per la spiaggia di sabbia grigia dietro la quale si apre una rigogliosa pineta. Considerata poi una delle più belle cale dell’Elba è l’Ansa di Cavoli (42°44’ 20N - 10°11’ 00E): poco distante da Marina di Campo, racchiude una bella spiaggia di granelli di quarzo. È battuta in popolarità solo dalla successiva, la spiaggia di Fetovaia, racchiusa in fondo alla omonima Baia (42°43’ 60N - 10°09’ 50E): verdissima per la fitta macchia circostante e azzurrissima per il mare, è protetta dal Monte Cenno.
Infine da non perdere è la spiaggia della Biodola: posta all’interno dell’omonima baia (42°48’ 00N - 10°15’ 00E) che offre anche un buon ancoraggio, è a metà strada tra Marciana Marina e Portoferraio. Chiuso il cerchio attorno all’isola allora vale la pena sbarcare proprio a Portoferraio, borgo che è la vera “capitale” dell’Elba e la cui bellezza è fatta di torri, Duomo e palazzi antichi da scoprire. E su tutto domina la rocca del Forte Stella.
Lungo soli 147 km di costa l’Elba ospita tantissime baie e spiagge spettacolari come Cavoli, Fetovaia e Biodola
LE SETTE PERLE DI SICILIA
Secondo Omero le sette Eolie - Stromboli, Lipari, Vulcano, Salina, Panarea, Alicudi e Filicudi - erano non solo la dimora del dio dei venti, Eolo appunto, ma soprattutto un luogo magico e “nascosto”del Mediterraneo, dal quale anche Ulisse fece fatica a ripartire. Simenon le incrociò lungo la sua navigazione da Napoli verso lo Stretto di Messina: le Eolie infatti spuntano dal mare tra la costa della Calabria e la Sicilia Occidentale. L’arcipelago, che ha la forma di “ipsilon”, è famoso per essere circondato da un mare lim
pido come il cristallo: le Eolie poi tradiscono la comune origine vulcanica, la quale dà vita a un piccolo incantato universo, fatto di spiagge di lava nera, colline brulle che mostrano nude rocce ed eruzioni laviche improvvise. Sono luoghi bellissimi e aspri che, allo stesso tempo, trasmettono forti impressioni di potenza della natura e atmosfere vacanziere dolci e rilassanti. C’è molto insomma di quel Mediterraneo segreto che lo scrittore andava cercando. Cosa vedere allora? Si farebbe prima a dire che cosa non vedere, ma il primo luogo “super eoliano” da raggiungere è l’isola di Vulcano, la quale riserva a tutti il suo benvenuto “odoroso”: appena ci si avvicina infatti un penetrante odore di zolfo colpisce le narici. Per dar fondo poi si va alla Cala di Mastro Minico (38°24’ 95N - 14°56’ 50E), selvaggia insenatura circondata da alte scogliere e chiusa da una spiaggia di ghiaia. Chi cerca la parte più mondana delle isole poi può far tappa a Panarea: ma prima di scoprire la movida notturna si va alla Calcara, spiaggia dalle piccole fumarole sottomarine che permettono di fare bagni “caldi” e rigeneranti. Molto più selvaggia e marinara è invece Salina: qui non si deve perdere una sosta alla Cala di Pollara (38°34’ 80N - 14°48’ 30E): protetta da Punta Perciato, è una spettacolare insenatura con alte scogliere e una spiaggia nera chiusa da un faraglione. Infine anche di notte si vede Stromboli, grazie a “iddu” il vulcano isolano sempre in attività: si ammira ad esempio gettando l’ancora davanti alla spiaggia di Ficogrande (38°48’ 28N - 15°14’ 00E).