Danni alle barche in porto ai tempi del Covid-19: chi paga?
Assieme all’esperto, rispondiamo a una domanda che ci hanno rivolto tanti armatori, fermi a casa e quindi impossibilitati a controllare la propria barca
Nel periodo di sosta forzata a casa, a causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19, ci avete scritto in tanti, preoccupati, ponendoci un quesito: “Dato che non posso andare a controllare la barca in porto, se affonda o subisce danni, ho diritto ad essere risarcito?”.
La risposta essenziale ce la fornisce Riccardo Klinguely, responsabile del settore nautico dello storico broker milanese David Assicurazioni (www.davidassicurazioni.it): “Se avete sottoscritto una buona polizza corpi, le possibilità di vedervi rifondati i danni sono molto più alte”. Ma attenzione a non fare di tutta l’erba un fascio: “Nel caso in cui venga stabilito dal perito che la barca sia affondata o abbia subito danni, ad esempio, per una cattiva manutenzione delle prese a mare o per incuria (un caso classico sono le cime di ormeggio mal predisposte) sarà impossibile essere rimborsati”.
Prosegue Klinguely: “Diverso, invece, è quando venga riscontrato un difetto tecnico delle prese a mare (o dell’attrezzatura che causa il danno) non prevedibile dall’armatore. In questa situazione verrà erogato il rimborso, talvolta calibrato sullo stato di usura dell’attrezzatura. Può essere che il mancato monitoraggio della barca, dato il divieto di raggiungerla, aumenti la possibilità che avvengano tali incidenti. Ed è in questi frangenti che una compagnia assicurativa affidabile fa la differenza”.
Ovviamente una buona polizza corpi “all-risks”, come quella offerta da David, frutto di accordi con le più importanti compagnie internazionali, include i danni da atti vandalici sulle barche ormeggiate in porto (i marina in questo momento sono soggetti a minori controlli, anche da parte del personale) e anche la clausola di “rinuncia alla rivalsa”, che impedisce alla compagnia di rivalersi sui porti o sui cantieri di rimessaggio qualora avvengano danni imputabili alla struttura.
IL DESIGN
Scelta chiara quella dello studio Felci, ancora una volta titolare del progetto, ovvero quella di restare nel family feeling della gamma, riprendendo quanto già di buono introdotto con il 530. La prua è completamente retta, a massimizzare la lunghezza al galleggiamento.
Le forme dello scafo vedono uno spigolo di poppa molto alto sull’acqua, con una carena che si stringe molto all’altezza del galleggiamento così da prefigurare due assetti, uno poco bagnato con vento leggero, e il secondo, con vento forte, supportato dall’appoggio dinamico dello spigolo. Interessante anche il gioco estetico della linea “scavata” lungo la fiancata all’altezza degli oblò, utile a mascherare un bordo libero che sarà importante.
A poppa viene proposta una zona prendisole che al suo interno conterrà una cucina esterna completa di tutto punto. In pozzetto un rollbar utile a migliorare la circolazione, dato che la scotta randa lavorerà su questa struttura, e perfetto come supporto per il bimini.
Il Dufour 61 offre due diversi layout di cucina, pur mantenendo ampi spazi abitativi e godendo di un’abbondante luce naturale. Il layout con cucina a prua lascia “fiorire” la dinette sul massimo del baglio a disposizione.
Ricerca del massimo baglio che resta anche nella versione con la cucina a sinistra che diventa più spaziosa, mentre per la disposizione degli interni sono previste tre o quattro cabine. Immancabile il garage tender dove sarà possibile stivare un tender completamente gonfio. www.dufour-yachts.com