Il clamoroso BOOM del Velista dell’Anno
Come una pensata di una mattina di aprile si è trasformata in una case-history da un milione e mezzo di contatti
Una mattina di aprile Luca Oriani mi ha chiamato mentre impastavo la farina con il lievito madre, come i tantissimi italiani che si sono riscoperti cuochi da quarantena.
Mentre la focaccia lievitava, lo stesso facevano i miei pensieri. In quattro e quattr’otto abbiamo messo su un dreamteam, assieme agli amici di TAG Heuer, che in questo frangente sono stati amici e consiglieri preziosi. Il volto di Mediaset Mino Taveri, grande giornalista, velista e presentatore delle edizioni fisiche del Velista dell’Anno, non sarebbe dovuto mancare. Assieme a lui, come co-conduttore, il nostro social-anchorman Bacci Del Buono. Ci è balenata in testa l’idea di espandere l’edizione 2020 in 13 giorni (in barba alle superstizioni), di cui 10 di interviste online via Zoom ai finalisti decretati dai 78.000 voti del pubblico: ma nulla di “casalingo”. Assieme a Betabel film (regia, produzione), Genova Records (audio), Luna Poggi (grafiche) abbiamo lavorato sodo per realizzare un prodotto professionale e di sostanza. Vi confesso che il 26 maggio, la data di inizio del Velista dell’Anno TAG Heuer 2020, me la stavo facendo sotto dalla paura. Temevo che la gente, stanca delle migliaia di webinar e videoconferenze da coronavirus, potesse annoiarsi a morte. E invece. Mino e Bacci sono riusciti a tirare fuori il meglio dai finalisti, le interviste sono dei piccoli capolavori. Le puntate con
Patrizio Bertelli, Elio Somaschini, Gradoni e Ambrogio Beccaria, ad esempio, hanno avuto numeri incredibili. Solo sui social il Velista dell’Anno è stato seguito da 1.400.000 persone, è stato ripreso dai più importanti media generalisti italiani e persino internazionali.
Marco mi ha chiesto Luca con un po’ di apprensione il 31 maggio, a metà del percorso verso la Serata dei Campioni (6 giugno).
A pagina 48 trovate tutte le bellissime storie dei vincitori.