Il Giornale della Vela

Caos bandiere! Francia batte Italia

Non riuscire a passare dalla bandiera belga o olandese a quella italiana e poi scegliere per disperazio­ne quella francese. Un chiaro esempio di come l’Italia non funzioni bene

- “Certo deve produrre questi documenti: “Ha ragione” i 150 euro della licenza VHF”. si può fare, “mancavano (L.O.)

Gli esperti dicono che l’Italia si salverà dalla crisi solo se sarà, in breve tempo, capace di attuare una vera riforma della burocrazia, in nome della semplifica­zione che gli altri paesi europei hanno attuato da decenni.

Ma sarà dura, visto da dove si parte. Sentite cosa è accaduto. Sollecitat­i da numerose mail che ci chiedevano come fare per dismettere la bandiera belga o olandese a causa della recente abolizione dei registri “light” del diporto che le due nazioni europee avevano istituito, siamo andati a fondo nel problema.

UN VERO CASINO

Abbiamo simulato di possedere una barca battente bandiera olandese che aveva urgenza di cambiare bandiera e passare al registro italiano.

Alla nostra ipotetica barca era scaduta la licenza d’iscrizione al registro navale “light” olandese, che non sarebbe stato più rinnovato a causa della decisione del governo dei “tulipani” di abolirlo, a causa delle polemiche seguite al caso delle navi ONG che operavano in Mediterran­eo nel salvataggi­o dei profughi.

Abbiamo contattato un’agenzia di mediazione marittima, gli abbiamo prospettat­o il caso e ci ha inviato la lista dei documenti da produrre. Interminab­ile. Abbiamo detto che avevamo tutti i documenti in copia digitale, un classico PDF.

NEL 2020 TUTTO CARTACEO!

Primo scoglio insormonta­bile. I documenti devono essere prodotti tutti in originale cartaceo.

Abbiamo fatto presente che la barca era stata acquistata usata e i documenti che possedevam­o erano quelli e, comunque, erano stati ritenuti validi per rinnovare la licenza olandese.

Risposta: deve cercare gli originali. Nostra risposta: questo è quello che possediamo, perfettame­nte legale per certificar­e che l’imbarcazio­ne è di nostra proprietà.

Ci è stato risposto che, anche se avessimo avuto tutta l’ingente documentaz­ione richiesta in originale, sarebbero passati alcuni mesi (tre o quattro) per poter capire se l’imbarcazio­ne avesse i requisiti per potersi onorare della bandiera italiana.

L’INGHIPPO DEL TASTO ROSSO VHF Altro problema burocratic­o riguardant­e il famoso tasto rosso per il salvataggi­o che possiedono i VHF attuali.

Per chi non lo sapesse, il tasto rosso DSC con scritto “Distress” che in italiano significa “pericolo, difficoltà, emergenza” serve a lanciare automatica­mente una richiesta di soccorso.

Abbiamo dichiarato di non avere il patentino che abilita a schiacciar­e il tasto rosso, senza incorrere in multe e sanzioni penali. Bene, avremmo dovuto partecipar­e ad un corso: “la prima sessione disponibil­e e tra due mesi”. Costo? Ridicolmen­te alto con grande perdita di tempo.

PER UN 10 METRI? 4.000 EURO

Ci hanno anche allertato che, comunque, la barca sarebbe stata soggetta ad un accurato controllo da parte di un ente certificat­ore, che avrebbe comportato alaggio e varo della barca. Facciamola breve, pur non avendo la benché minima certezza di poter un giorno innalzare a poppa il vessillo tricolore con le repubblich­e marinare, il totale del costo della pratica, patentino tasto rosso VHF compreso sarebbe stato, conti alla mano, di quasi 4.000 euro per una barca di poco più di 10 metri.

LA SOLUZIONE GRAZIE A UN BLOG E allora che facciamo, l’affondiamo la barca? Virtualmen­te disperati, abbiamo digitato su internet le parole “bandiera olandese cambio urgente”. Magicament­e si è aperta una speranza. Un blog parlava della bandiera francese in sostituzio­ne di quella olandese. Raccontava che tutto era stato semplice e poco costoso. Pronti: via!

Abbiamo contattato un’agenzia in territorio italiano, che svolgeva questa pratica on line. Risposta in dieci minuti:

– Originale olandese

– Fotocopia Sua carta d’identità

– Suo certificat­o di residenza oppure copia di una fattura di un’utenza all’indirizzo di residenza (luce, gas, telefono)

– L’originale della dichiarazi­one di conformità dell’imbarcazio­ne (anche in PDF) Successiva comunicazi­one. Sollecitat­i dalla nostra richiesta di dirci cosa poi avremmo dovuto produrre per completare la pratica ci hanno comunicato che, ovviamente, dovevamo produrre l’originale del libretto olandese. Ultimo passo, dovevamo firmare un modulo che deve eleggere il domicilio dell’armatore/proprietar­io presso un corrispond­ente in Francia (l’agenzia ovviamente). della

TUTTO SEMPLICE CON 1000 EURO Sospettosi abbiamo chiesto il costo di tutto ciò, terrorizza­ti che sarebbe costato ben di più dei quasi 4.000 euro del costo, senza certezza di risultato, della bandiera italiana. Poco meno di mille euro è stata la risposta. Eh già, ma manca il certificat­o per l’uso del VHF, ecco dov’è l’inghippo, abbiamo pensato. si scusa l’agenzia

Maledetta burocrazia italiana! dismission­e di bandiera

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