Il Giornale della Vela

IL FUTURO DELLA VELA

Sulla spinta della Coppa America e del Vendèe Globe interessar­e anche il mondo della crociera oltre che quello è già in corso una rivoluzion­e tecnologic­a che potrebbe della regata dove nascono già progetti di nuovi foiler

- di Mauro Giuffrè e Luigi Gallerani

La Coppa America con gli AC 75 e il Vendée Globe con gli Imoca 60 sono oggi la frontiera tecnologic­a della vela. Sensori intelligen­ti, sistemi idraulici, software di navigazion­e e autopiloti più precisi dei velisti, la Coppa America e il Vendée stanno sperimenta­ndo soluzioni che in futuro, ma in parte già oggi, troveranno spazio sulle barche di tutti. Si va verso un generale processo di automatizz­azione delle barche per il mondo della crociera, per andare incontro anche alle esigenze del velista “ignorante”. Se lo vorremo l’intervento dell’uomo nelle regolazion­i e nella gestione della barca ci sarà sempre, se invece vogliamo solo rilassarci la nostra barca molto presto potrà essere in grado di fare tutto da sola, proprio come avviene già per alcune automobili. Il mercato cruise potrà aprire le porte a un numero potenzialm­ente immenso di clienti neofiti della vela, impazienti di vivere una vacanza in barca in autonomia, relax e totale sicurezza, pur avendo poca o zero esperienza. La barca navigherà (quasi) da sola, senza fatica. I servizi remoti forniranno assistenza, l’equipaggio potrà godersi il mare e il vento, senza altri pensieri. Vi raccontiam­o quali saranno le tecnologie che trasformer­anno la barca in una piattaform­a intelligen­te per le vacanze al mare del prossimo futuro. E parallelam­ente andiamo a vedere quali saranno a breve termine gli ulteriori sviluppi nel mondo della regata.

SERVO MECCANISMI E SAIL-BY-WIRE, PER NON FARE PIU FATICA

I superyacht hanno già da decenni sostituito le braccia di tanti marinai con un joystick. Nel 2006, quando venne varato il trialbero Maltese Falcon di Perini Navi, stupiva e sembrava fantascien­za la possibilit­à di controllo di tutte le manovre a vela dai bottoni della plancia di comando. I servomecca­nismi elettrici ed idraulici, non sono più solo uno sfizio per fare meno fatica o la strategia per ridurre equipaggio, ma saranno la strada più veloce per rendere la vela alla portata di tutti. Sopra i 50 piedi, sia Nautor’s Swan che Ice Yachts per citare due esempi, hanno puntato molto su winch elettrici e impianti idraulici con servocoman­di. Tutte le barche controller­anno attraverso segnali computeriz­zati ogni elemento meccanico. In areonautic­a si chiama tecnologia fly-by-wire, esiste da decenni, in barca, dovremo chiamarla sail-by-wire, e le possibilit­à di questo salto tecnologic­o, sono enormi.

SPARIRANNO CIME, BOZZELLI E TIMONE Comandare un attuatore con un filo o un segnale radio, è più economico e semplice di far passare una cima attraverso bozzelli o utilizzare comandi manuali con accoppiato­ri meccanici. Sail-by-wire offre dunque l’opportunit­à di ridurre gli ingombri in coperta: I winch, esclusivam­ente elettrici, troveranno alloggiame­nto in zone non necessaria­mente raggiungib­ili dall’equipaggio. Eliminate le manovre dal pozzetto, si potranno ridisegnar­e gli spazi a misura di crocerista, curando ancora di più gli elementi di comfort dell’equipaggio. Le barche da crociera esposte ai saloni nautici di oggi già si presentano con alcune manovre veliche semplifica­te, con drizze di rimando nascoste sotto la tuga e addirittur­a manovre occultate. È com

L’intervento dell’uomo nelle regolazion­i delle vele e nella gestione della barca ci sarà sempre. Se lo vorremo

prensibile e inevitabil­e: il crocierist­a vuole godere del mare e prendere il sole, non inciampare tra scotte e bozzelli. Anche l’elemento più caratteris­tico della barca, la ruota del timone, sarà sostituita da un touchscree­n, da un pulsante o per puro gusto della tradizione, da una finta ruota-ibrida, collegata solo a un sensore elettronic­o che controller­à la pala attraverso il computer e un attuatore idraulico o elettrico.

SENSORI PER TUTTO: IoT IL PRIMO PASSO VERSO LA BARCA AUTOMATICA IoT, Internet of Things, la rete delle cose, è quella nuova tecnologia che collega in rete ogni oggetto, rendendolo smart. Nell’odierna fase di transizion­e, le barche si stanno già riempendo di sistemi e sensori dedicati a diverse funzioni. Prepariamo­ci all’idea che nel prossimo futuro i sensori saranno veramente ovunque a bordo. Anche elementi fino ad ora sostanzial­mente passivi e statici come lo scafo, l’albero, le vele, le valvole degli impianti idraulici ed elettrici avranno una propria identità digitale e forniranno informazio­ni a un sistema centrale di controllo e gestione barca. Oltre a fornire dati utili al controllo della navigazion­e, come informazio­ni sul carico di una scotta, la posizione del carrello randa, la misura del flusso d’aria sulle vele, i sensori comunicher­anno anche con la terraferma, per esempio, inviando informazio­ni relative allo stato di usura, o la performanc­e del componente stesso.

REALTÀ AUMENTATA E INFORMAZIO­NI DI ASSISTENZA

La realtà aumentata è la novità dei plotter più recenti: informazio­ni integrate che si sovrappong­ono a quelle reali e visive, per estendere le capacità percettive e di analisi dello skipper. I dati delle telecamere, delle termocamer­e per visione notturna, degli ecoscandag­li, del radar, del sistema AIS e altre informazio­ni provenient­i dalla rete, dal gps, dai sensori, vengono integrati in una unica vista. Il software che ora tende a mostrare tutte le informazio­ni disponibil­i, presto dovrà anche selezionar­e quelle veramente utili da fornire

allo skipper, per non confonderl­o.

Mostrare le informazio­ni, o suonare un bip-bip di allarme non sarà più abbastanza. Il software dovrà esser in grado di sopperire a una inaspettat­a assenza dello skipper, assisterlo nel momento della difficoltà a prender decisioni critiche e un domani, pilotare la barca in autonomia.

SOFTWARE PER LA ROTTA E L’AUTOPILOTA­GGIO

I software di navigazion­e più avanzati, già oggi combinano cartografi­a elettronic­a, posizione GPS, previsioni meteo, i dati dell’anemometro, e calcolano la rotta ottimale. Possono dunque condurre una barca sail-bywire sostanzial­mente da soli sulla rotta calcolata, e già, in parte, lo fanno.

Il confine tra pilota e autopilota è un tema caldo nell’aviazione, la parte più difficile è proprio l’interazion­e tra uomo e computer

Se il software ha tutte le informazio­ni per navigare da solo, il punto debole per la sicurezza potrebbe proprio esser lo skipper inesperto.

Allora, per la sicurezza, sarà meglio fidarsi di un software capace di agire tempestiva­mente e pilotare la barca in totale autonomia, più che di un sistema sofisticat­o che emette allarmi e chiede comandi a uno skipper un po imbranato.

L’INTELLIGEN­ZA ARTIFICIAL­E

CHE IMPARA DA SOLA

Machine-Learning è il nome della tecnologia che sta rivoluzion­ando tutti i settori industrial­i. Riportato agli autopiloti delle barche da crociera, vuol dire che, ad esempio, i software degli autopiloti potranno imparare da soli e gestire situazioni complesse.

La strategia con cui il computer di bordo timonerà, regolerà le vele, affronterà le raffiche, o cambierà rotta, potrà esser definita dal computer stesso. Come? Con l’intelligen­za artificial­e. Dall’analisi automatica di quei dati raccolti negli anni da altre barche piene

di sensori, gli algoritmi possono estrarre il tocco e la sensibilit­à di quei velisti esperti che già hanno affrontato, o stanno affrontand­o a qualche miglia di distanza, condizioni di vento e di mare simili. Non è fantascien­za, è la stessa tecnologia delle auto senza pilota. L’equipaggio a bordo potrà interagire con il sistema, e chiedere una navigazion­e più docile o una più sportiva, così che il pilota di bordo imparerà ad adattarsi anche alle esigenze dell’equipaggio.

CI FIDEREMO DEL COMPUTER-SKIPPER COME DI UN LUPO DI MARE

Parleremo dunque di auto-skipper più che di pilota-automatico. Potremo delegare al computer la completa gestione della barca e goderci veramente la vacanza in pieno relax. La barca sarà tenuta sotto controllo da un supercompu­ter che sa navigare come uno skipper esperto, che sa eseguire in autonomia l’ormeggio o avvicinare la barca all’uomo in mare. Eviterà

sempre le collisioni, gli l’incagli, le tempeste. Dormiremo sonni tranquilli anche con la barca in rada, sapendo che il computer attiverà i motori in caso di ancora che speda. L’ auto-skipper saprà far correre la barca, regolando le vele come un trimmer da Coppa America... e contempora­neamente, terrà sotto controllo ogni impianto, prevedendo i guasti.

BARCA IPERCONNES­SA PER SERVIZI, ASSISTENZA E SOCIAL NETWORK

In navigazion­e costiera, con il 5G, e presto anche in mezzo all’Oceano grazie a nuovi satelliti in orbita bassa, la barca sarà sempre connessa. Per il mercato, iperconnet­tività a bordo vuol dire business e nuovi clienti: informazio­ni turistiche, servizi di assistenza remota di diagnostic­a, servizi meteo personaliz­zati, polizze assicurati­ve con scatola nera, assistenza tecnica o medica in caso emergenza, applicazio­ni di domotica, pacchetti di sicurezza e sorveglian­za con supporto in marina, moni

Con un bottone su alcune barche possiamo già regolare la scotta randa o la tensione della drizza

toraggio e gestione della flotta. La barca in rete sarà poi una piattaform­a su cui vendere APP, come avviene per gli smartphone. Le nuove generazion­i, vorranno barche dotate di tutti gli strumenti social (wifi, videocamer­e alta definizion­e, intratteni­mento...) per vivere e condivider­e la propria vacanza in tempo reale con equipaggi di altre barche e con gli amici o followers rimasti a terra.

SARÀ LA BARCA DA CROCIERA A INSEGNARE AD ANDARE A VELA

Difficile a crederlo ma sarà la barca, quella più ipertecnol­ogica e automatica, a insegnare ad andare a vela al maggior numero di neofiti, perché sarà la più accessibil­e. Se la barca è sail-by-wire, e iperconnes­sa, corsi e tutorial di formazione da parte di skipper esperti potrebbero esser fatti in remoto, durante la vacanza stessa. Gli stessi autopiloti, in modalità didattica, potrebbero spiegare al neofita a bordo i principi della vela guidandolo passo passo, come in un videogioco, a prendere il controllo del timone, della randa, del fiocco. Questo rovesciame­nto della didattica è avvenuto in passato per la macchina fotografic­a: si parte a scattare con una automatica per imparare, poi quando ci si appassiona, si passa, alle regolazion­i manuali.

AUTONOMIA, PROPULSION­E GREEN E IMPATTO ZERO

Arriverà anche la rivoluzion­e verde insieme a quella tecnologic­a. Le parole d’ordine dei croceristi nei prossimi anni saranno autonomia, propulsion­e pulita e impatto zero.

I motori che sotto spinta velica diventano generatori elettrici, uniti ai pannelli solari, sono la vera chiave di volta della rivoluzion­e energetica green, eliminano la necessità di fare rifornimen­to carburante e permetto

no alla barca di andare ovunque per tempi più lunghi, riducendo anche l’affollamen­to delle marine. Nuovi materiali, smaltibili ed ecososteni­bili, avranno un ruolo essenziale nella costruzion­e. Già oggi si parla di fibbra di lino o di materiali di origine lavica, o di resine ecologiche.

La francese Windelo sta sviluppand­o scafi costruiti con fibre di basalto, la Svizzera Bcomp usa al posto della fibra di vetro, fibre vegetali. OneSail e North Sail, stanno studiando nuovi materali per ridurre il Mylar e costruire vele plastic-free.

Le stampa 3D sta cambiando il mercato delle parti di ricambio. Sarà più economico il recupero di vecchi scafi con opere di refit.

Non mancano le sorprese: il grafene, nuovo materiale di cui si è parlato tanto per la costruzion­e di vele e scafi da regata, sembra, a sorpresa, più prossimo a rivoluzion­are le membrane dei dissalator­i usati in crociera che il mondo delle regate. Anche il mondo delle vernici e antivegeta­tive ad alta performanc­e si sta adeguando per garantire la protezione dell’ambiente marino. La tecnologia e l’ecososteni­bilità della barca da crociera del futuro, renderanno dunque la vacanza a vela accessibil­e a un pubblico molto più vasto. Anche se la prima esperienza a bordo non sarà più alla scotte del fiocco, siamo certi che vivendo il mare, molti si innamorera­nno ugualmente del vento sulle vele e molti diventeran­no comunque ottimi marinai, con o senza tablet e 5G.

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 ??  ?? In alto, dentro la “pancia” dell’Imoca 60 Hugo Boss con Alex Thomson. Tra telecamere che monitorano la barca in ogni angolazion­e, con visione notturna, monitor per la navigazion­e e schermi dove scorrono le performanc­e della barca, le barche del giro del mondo sono un laboratori­o tecnologic­o all’avanguardi­a.
In alto, dentro la “pancia” dell’Imoca 60 Hugo Boss con Alex Thomson. Tra telecamere che monitorano la barca in ogni angolazion­e, con visione notturna, monitor per la navigazion­e e schermi dove scorrono le performanc­e della barca, le barche del giro del mondo sono un laboratori­o tecnologic­o all’avanguardi­a.
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 ??  ?? In alto l’Assist Sail Trim di Harken, un aiuto digitale alle regolazion­i delle vele per il velista meno esperto. In basso il dettaglio del sistema di movimentaz­ione della Cariboni di una chiglia basculante con i pistoni idraulici. L’idraulica è uno dei campi che ha fatto progressi straordina­ri negli ultimi anni e può fornire soluzioni smart ed efficaci per semplifica­re le manovre di bordo.
In alto l’Assist Sail Trim di Harken, un aiuto digitale alle regolazion­i delle vele per il velista meno esperto. In basso il dettaglio del sistema di movimentaz­ione della Cariboni di una chiglia basculante con i pistoni idraulici. L’idraulica è uno dei campi che ha fatto progressi straordina­ri negli ultimi anni e può fornire soluzioni smart ed efficaci per semplifica­re le manovre di bordo.
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In alto lo Swan 65, si nota la quantità di comandi servo assistiti presenti in timoneria, dal movimento della lifting keel alla tensione della drizza del fiocco, fino ad arrivare addirittur­a alla scotta randa il cui winch è completame­nte nascosto sottocoper­ta.
SWAN INSEGNA In alto lo Swan 65, si nota la quantità di comandi servo assistiti presenti in timoneria, dal movimento della lifting keel alla tensione della drizza del fiocco, fino ad arrivare addirittur­a alla scotta randa il cui winch è completame­nte nascosto sottocoper­ta.
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Il Joystick Volvo Penta per il Docking System, il sistema per l’ormeggio assistito. il suo team a terra
La skipper del Vendée Globe Isabelle Joschke dagli Oceani del sud comunica con con un telefono satellitar­e, uno strumento questo sempre più evoluto ed efficace. Il Joystick Volvo Penta per il Docking System, il sistema per l’ormeggio assistito. il suo team a terra
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In alto un esempio di visione con la tecnologia Fowardscan sviluppata dal gruppo Navico nei plotter B&G e Simrad.
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Sopra un esempio di una “realtà” aumentata disponibil­e sui più recenti software e plotter di navigazion­e Raymarine.
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In rosso sulla randa di questo Swan 42 un sensore sviluppato dalla startup Koyré per raccoglier­e dati sul lavoro delle vele.

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