IL FUTURO DELLA VELA
Sulla spinta della Coppa America e del Vendèe Globe interessare anche il mondo della crociera oltre che quello è già in corso una rivoluzione tecnologica che potrebbe della regata dove nascono già progetti di nuovi foiler
La Coppa America con gli AC 75 e il Vendée Globe con gli Imoca 60 sono oggi la frontiera tecnologica della vela. Sensori intelligenti, sistemi idraulici, software di navigazione e autopiloti più precisi dei velisti, la Coppa America e il Vendée stanno sperimentando soluzioni che in futuro, ma in parte già oggi, troveranno spazio sulle barche di tutti. Si va verso un generale processo di automatizzazione delle barche per il mondo della crociera, per andare incontro anche alle esigenze del velista “ignorante”. Se lo vorremo l’intervento dell’uomo nelle regolazioni e nella gestione della barca ci sarà sempre, se invece vogliamo solo rilassarci la nostra barca molto presto potrà essere in grado di fare tutto da sola, proprio come avviene già per alcune automobili. Il mercato cruise potrà aprire le porte a un numero potenzialmente immenso di clienti neofiti della vela, impazienti di vivere una vacanza in barca in autonomia, relax e totale sicurezza, pur avendo poca o zero esperienza. La barca navigherà (quasi) da sola, senza fatica. I servizi remoti forniranno assistenza, l’equipaggio potrà godersi il mare e il vento, senza altri pensieri. Vi raccontiamo quali saranno le tecnologie che trasformeranno la barca in una piattaforma intelligente per le vacanze al mare del prossimo futuro. E parallelamente andiamo a vedere quali saranno a breve termine gli ulteriori sviluppi nel mondo della regata.
SERVO MECCANISMI E SAIL-BY-WIRE, PER NON FARE PIU FATICA
I superyacht hanno già da decenni sostituito le braccia di tanti marinai con un joystick. Nel 2006, quando venne varato il trialbero Maltese Falcon di Perini Navi, stupiva e sembrava fantascienza la possibilità di controllo di tutte le manovre a vela dai bottoni della plancia di comando. I servomeccanismi elettrici ed idraulici, non sono più solo uno sfizio per fare meno fatica o la strategia per ridurre equipaggio, ma saranno la strada più veloce per rendere la vela alla portata di tutti. Sopra i 50 piedi, sia Nautor’s Swan che Ice Yachts per citare due esempi, hanno puntato molto su winch elettrici e impianti idraulici con servocomandi. Tutte le barche controlleranno attraverso segnali computerizzati ogni elemento meccanico. In areonautica si chiama tecnologia fly-by-wire, esiste da decenni, in barca, dovremo chiamarla sail-by-wire, e le possibilità di questo salto tecnologico, sono enormi.
SPARIRANNO CIME, BOZZELLI E TIMONE Comandare un attuatore con un filo o un segnale radio, è più economico e semplice di far passare una cima attraverso bozzelli o utilizzare comandi manuali con accoppiatori meccanici. Sail-by-wire offre dunque l’opportunità di ridurre gli ingombri in coperta: I winch, esclusivamente elettrici, troveranno alloggiamento in zone non necessariamente raggiungibili dall’equipaggio. Eliminate le manovre dal pozzetto, si potranno ridisegnare gli spazi a misura di crocerista, curando ancora di più gli elementi di comfort dell’equipaggio. Le barche da crociera esposte ai saloni nautici di oggi già si presentano con alcune manovre veliche semplificate, con drizze di rimando nascoste sotto la tuga e addirittura manovre occultate. È com
L’intervento dell’uomo nelle regolazioni delle vele e nella gestione della barca ci sarà sempre. Se lo vorremo
prensibile e inevitabile: il crocierista vuole godere del mare e prendere il sole, non inciampare tra scotte e bozzelli. Anche l’elemento più caratteristico della barca, la ruota del timone, sarà sostituita da un touchscreen, da un pulsante o per puro gusto della tradizione, da una finta ruota-ibrida, collegata solo a un sensore elettronico che controllerà la pala attraverso il computer e un attuatore idraulico o elettrico.
SENSORI PER TUTTO: IoT IL PRIMO PASSO VERSO LA BARCA AUTOMATICA IoT, Internet of Things, la rete delle cose, è quella nuova tecnologia che collega in rete ogni oggetto, rendendolo smart. Nell’odierna fase di transizione, le barche si stanno già riempendo di sistemi e sensori dedicati a diverse funzioni. Prepariamoci all’idea che nel prossimo futuro i sensori saranno veramente ovunque a bordo. Anche elementi fino ad ora sostanzialmente passivi e statici come lo scafo, l’albero, le vele, le valvole degli impianti idraulici ed elettrici avranno una propria identità digitale e forniranno informazioni a un sistema centrale di controllo e gestione barca. Oltre a fornire dati utili al controllo della navigazione, come informazioni sul carico di una scotta, la posizione del carrello randa, la misura del flusso d’aria sulle vele, i sensori comunicheranno anche con la terraferma, per esempio, inviando informazioni relative allo stato di usura, o la performance del componente stesso.
REALTÀ AUMENTATA E INFORMAZIONI DI ASSISTENZA
La realtà aumentata è la novità dei plotter più recenti: informazioni integrate che si sovrappongono a quelle reali e visive, per estendere le capacità percettive e di analisi dello skipper. I dati delle telecamere, delle termocamere per visione notturna, degli ecoscandagli, del radar, del sistema AIS e altre informazioni provenienti dalla rete, dal gps, dai sensori, vengono integrati in una unica vista. Il software che ora tende a mostrare tutte le informazioni disponibili, presto dovrà anche selezionare quelle veramente utili da fornire
allo skipper, per non confonderlo.
Mostrare le informazioni, o suonare un bip-bip di allarme non sarà più abbastanza. Il software dovrà esser in grado di sopperire a una inaspettata assenza dello skipper, assisterlo nel momento della difficoltà a prender decisioni critiche e un domani, pilotare la barca in autonomia.
SOFTWARE PER LA ROTTA E L’AUTOPILOTAGGIO
I software di navigazione più avanzati, già oggi combinano cartografia elettronica, posizione GPS, previsioni meteo, i dati dell’anemometro, e calcolano la rotta ottimale. Possono dunque condurre una barca sail-bywire sostanzialmente da soli sulla rotta calcolata, e già, in parte, lo fanno.
Il confine tra pilota e autopilota è un tema caldo nell’aviazione, la parte più difficile è proprio l’interazione tra uomo e computer
Se il software ha tutte le informazioni per navigare da solo, il punto debole per la sicurezza potrebbe proprio esser lo skipper inesperto.
Allora, per la sicurezza, sarà meglio fidarsi di un software capace di agire tempestivamente e pilotare la barca in totale autonomia, più che di un sistema sofisticato che emette allarmi e chiede comandi a uno skipper un po imbranato.
L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
CHE IMPARA DA SOLA
Machine-Learning è il nome della tecnologia che sta rivoluzionando tutti i settori industriali. Riportato agli autopiloti delle barche da crociera, vuol dire che, ad esempio, i software degli autopiloti potranno imparare da soli e gestire situazioni complesse.
La strategia con cui il computer di bordo timonerà, regolerà le vele, affronterà le raffiche, o cambierà rotta, potrà esser definita dal computer stesso. Come? Con l’intelligenza artificiale. Dall’analisi automatica di quei dati raccolti negli anni da altre barche piene
di sensori, gli algoritmi possono estrarre il tocco e la sensibilità di quei velisti esperti che già hanno affrontato, o stanno affrontando a qualche miglia di distanza, condizioni di vento e di mare simili. Non è fantascienza, è la stessa tecnologia delle auto senza pilota. L’equipaggio a bordo potrà interagire con il sistema, e chiedere una navigazione più docile o una più sportiva, così che il pilota di bordo imparerà ad adattarsi anche alle esigenze dell’equipaggio.
CI FIDEREMO DEL COMPUTER-SKIPPER COME DI UN LUPO DI MARE
Parleremo dunque di auto-skipper più che di pilota-automatico. Potremo delegare al computer la completa gestione della barca e goderci veramente la vacanza in pieno relax. La barca sarà tenuta sotto controllo da un supercomputer che sa navigare come uno skipper esperto, che sa eseguire in autonomia l’ormeggio o avvicinare la barca all’uomo in mare. Eviterà
sempre le collisioni, gli l’incagli, le tempeste. Dormiremo sonni tranquilli anche con la barca in rada, sapendo che il computer attiverà i motori in caso di ancora che speda. L’ auto-skipper saprà far correre la barca, regolando le vele come un trimmer da Coppa America... e contemporaneamente, terrà sotto controllo ogni impianto, prevedendo i guasti.
BARCA IPERCONNESSA PER SERVIZI, ASSISTENZA E SOCIAL NETWORK
In navigazione costiera, con il 5G, e presto anche in mezzo all’Oceano grazie a nuovi satelliti in orbita bassa, la barca sarà sempre connessa. Per il mercato, iperconnettività a bordo vuol dire business e nuovi clienti: informazioni turistiche, servizi di assistenza remota di diagnostica, servizi meteo personalizzati, polizze assicurative con scatola nera, assistenza tecnica o medica in caso emergenza, applicazioni di domotica, pacchetti di sicurezza e sorveglianza con supporto in marina, moni
Con un bottone su alcune barche possiamo già regolare la scotta randa o la tensione della drizza
toraggio e gestione della flotta. La barca in rete sarà poi una piattaforma su cui vendere APP, come avviene per gli smartphone. Le nuove generazioni, vorranno barche dotate di tutti gli strumenti social (wifi, videocamere alta definizione, intrattenimento...) per vivere e condividere la propria vacanza in tempo reale con equipaggi di altre barche e con gli amici o followers rimasti a terra.
SARÀ LA BARCA DA CROCIERA A INSEGNARE AD ANDARE A VELA
Difficile a crederlo ma sarà la barca, quella più ipertecnologica e automatica, a insegnare ad andare a vela al maggior numero di neofiti, perché sarà la più accessibile. Se la barca è sail-by-wire, e iperconnessa, corsi e tutorial di formazione da parte di skipper esperti potrebbero esser fatti in remoto, durante la vacanza stessa. Gli stessi autopiloti, in modalità didattica, potrebbero spiegare al neofita a bordo i principi della vela guidandolo passo passo, come in un videogioco, a prendere il controllo del timone, della randa, del fiocco. Questo rovesciamento della didattica è avvenuto in passato per la macchina fotografica: si parte a scattare con una automatica per imparare, poi quando ci si appassiona, si passa, alle regolazioni manuali.
AUTONOMIA, PROPULSIONE GREEN E IMPATTO ZERO
Arriverà anche la rivoluzione verde insieme a quella tecnologica. Le parole d’ordine dei croceristi nei prossimi anni saranno autonomia, propulsione pulita e impatto zero.
I motori che sotto spinta velica diventano generatori elettrici, uniti ai pannelli solari, sono la vera chiave di volta della rivoluzione energetica green, eliminano la necessità di fare rifornimento carburante e permetto
no alla barca di andare ovunque per tempi più lunghi, riducendo anche l’affollamento delle marine. Nuovi materiali, smaltibili ed ecosostenibili, avranno un ruolo essenziale nella costruzione. Già oggi si parla di fibbra di lino o di materiali di origine lavica, o di resine ecologiche.
La francese Windelo sta sviluppando scafi costruiti con fibre di basalto, la Svizzera Bcomp usa al posto della fibra di vetro, fibre vegetali. OneSail e North Sail, stanno studiando nuovi materali per ridurre il Mylar e costruire vele plastic-free.
Le stampa 3D sta cambiando il mercato delle parti di ricambio. Sarà più economico il recupero di vecchi scafi con opere di refit.
Non mancano le sorprese: il grafene, nuovo materiale di cui si è parlato tanto per la costruzione di vele e scafi da regata, sembra, a sorpresa, più prossimo a rivoluzionare le membrane dei dissalatori usati in crociera che il mondo delle regate. Anche il mondo delle vernici e antivegetative ad alta performance si sta adeguando per garantire la protezione dell’ambiente marino. La tecnologia e l’ecosostenibilità della barca da crociera del futuro, renderanno dunque la vacanza a vela accessibile a un pubblico molto più vasto. Anche se la prima esperienza a bordo non sarà più alla scotte del fiocco, siamo certi che vivendo il mare, molti si innamoreranno ugualmente del vento sulle vele e molti diventeranno comunque ottimi marinai, con o senza tablet e 5G.