Le mani della vela
“Fammi vedere le mani”, disse Jepson. “Va bene puoi salire a bordo, non sono da milanese”
“Le mani. Fammi vedere le mani” mi disse Jepson prima di farmi salire sul Guia di Giorgio Falck. Mi fece segno di girarle sui palmi, le scrutò, poi sentenziò: “Va bene, puoi salire a bordo”. Qualche minuto dopo – intimorito dalla fama sua e della barca – gli chiesi cosa aveva visto nelle mie mani.
“Luga” – con la ‘g’ e con un accento di Ponza incomprensibile come il cinese – “se la tua palma della mano era da milanese, bella liscia, qui tu non salivi. E ce l’avrei detto all’ingegnero (Giorgio Falck, armatore del Guia) che non ti volevo”. Guarda la mia faccia un po’ stupita e prosegue: “se non avevi ‘le mani della vela’ non ti ci potevamo portare a bordo. Avresti fatto disastro”. Cosa cercava nelle mie mani Jepson? Indizi, come una chiromante che legge la mano, voleva avere la certezza che non fossi un imbucato della vela. Un cittadino che andava a vela solo perché era di moda, faceva “figo”. Jepson aveva ragione. I segni dell’andare a vela si stampano indelebilmente sulle mani. Quando impugni il timone o una scotta per un po’ di tempo - ne basta poco – la pelle si adegua, si ispessisce. Lascia segni indelebili. Così nascono le ‘mani della vela’. Certo, le mani del mitico marinaio ponzese delle barche di Giorgio Falck erano delle morse. Dure, inscalfibili. Bellissime nella loro brutalità. Frutto del lavoro di anni e anni, dipinte sui suoi palmi dalla vita del mare.
Un po’ come quelle di Giovani Soldini. Tutte le volte rimango affascinato dalle sue mani. Bellissime: sciupate, consunte, vissute. La sua storia di marinaio è stampate nei suoi palmi.
E sono sicuro, anche se non le ho mai osservate da vicino, che i segni indelebili delle ‘mani della vela’ le ha anche John Elkann, che di traversate oceaniche con Soldini ne ha fatte parecchie.
Anche le mani delle donne non sono immuni dai segni della vela. Alessandra Sensini conserva sui suoi palmi i segni dei suoi successi olimpici, ottenuti con presa sicura sul boma della sua tavola a vela.
Ci sono anche se le mani devono ancora crescere. Come in quelle del giovanissimo supercampione Marco Gradoni. Cresceranno, ma i segni della vela sono già indelebili.
Tutti, dico tutti, i 100 velisti dell’Anno selezionati (li trovate a pag. 66) per l’edizione che celebra i 30 anni del premio più prestigioso della vela italiana, avrebbero passato la prova ‘mani della vela’ che Jepson riservava a tutti coloro che dovevano salire a bordo dei Guia.
Jepson, il mitico marinaio delle barche di Giorgio Falck, era un personaggio famosissimo della vela italiana degli anni 70/80. Era il simbolo del velista che sapeva tutto e faceva tutto. Con le mani segnate dalla passione e dall’esperienza.
Tutti, famosi e poco noti, bravi e meno bravi. I 100 velisti dell’anno 2021 hanno le mani disegnate dalla vita in barca a vela. Perché tutti le hanno usate in barca. La vela, in fondo, è una questione di mani, passione, esperienza. Anche per gli astrovelisti della Coppa America, come Pietro Sibello e Checco Bruni che conducono Luna Rossa mentre vola sull’acqua.
Quando, scorrendo i nomi dei 100 candidati al Velista dell’Anno TAG Heuer 2021, vi viene da dire “questo mi sa che le mani non le ha mai usate per cazzare una scotta”, vi sbagliate. Non è vero.
Ciascuno dei 100 velisti selezionati, li conosciamo personalmente. Sappiamo cosa hanno fatto e perché si meritano di essere tra i candidati del Velista dell’Anno TAG Heuer “Epic Edition”.
Buona parte fanno parte della storia della vela, selezionati tra i vincitori delle 30 edizioni. Ripescando quelli di cui ci eravamo dimenticati. Oltre ai pochi fortunati che hanno regatato nel 2020/inizio 2021. Il Giornale della Vela è orgoglioso di organizzare questa edizione speciale del Velista dell’Anno TAG Heuer.
E’ stato saemplice selezionarli. Sono i migliori, hanno fatto la storia della vela. Con passione ed esperienza. E con le ‘mani della vela’.
Il segno indelebile della vela è stampato sulle mani di tutti i veri velisti. Ed è inciso in quelle dei 100 candidati al Velista dell’Anno TAG Heuer che festeggia 30 anni