Il Giornale della Vela

IL MITO PERINI

Storia del cantiere simbolo del genio Made in Italy e delle navi a vela che vanno da sole. Nascita di un sogno, epoca d’oro, crisi e futuro

- Di Emilio Martinelli

Storia del cantiere simbolo del genio Made in Italy. Nascita, epoca d’oro, crisi e futuro

Si dice che la storia sia fatta di numeri. E la storia di Perini Navi segue la regola. Numeri di barche costruite, 59 a vela e 4 a motore. Che ne raccontano le lunghezze: dai 25 metri agli 88 metri dell’ammiraglia. Che segnano gli anni, 37, passati fino a oggi dal 1983 quando Fabio Perini diede sfogo alla sua passione per il mare e la vela fondando il cantiere. Ma ci sono anche i numeri del “rosso” in bilancio che ha messo, per ora, la parola fine alla storia: 100 milioni di euro con14,3 milioni di esposizion­e verso le banche. Davanti a questi ultimi numeri, risultato di una crisi che andava avanti da anni e ai piani di rientro del debito della proprietà considerat­i non adeguati, venerdì 29 gennaio 2021, il Tribunale di Lucca ha dichiarato il fallimento. Il curatore fallimenta­re è ora al lavoro per l’esercizio provvisori­o. Per tutelare i circa 150 dipendenti (quelli dell’indotto sono circa 1000) e onorare le commesse in corso come quella del ketch di 60 metri per Larry Ellison, fondatore di Oracle due volte vincitore dell’America’s Cup. Soprattutt­o, preparare l’asta che a giugno dovrebbe dare una nuova proprietà al cantiere. I segnali d’interesse sono arrivati da più parti; da Sanlorenzo e dal Gruppo Ferretti che hanno costituito una Newco (un segnale importanti­ssimo: due marchi nettamente concorrent­i si alleano per ridare vita a Perini), da The Italian Sea Group e anche da Palumbo Supeyachts.

LA NASCITA DI UN SOGNO MADE IN ITALY

Perché il nome Perini Navi, e non solo quello, pesa. Carico, oltre che di due asset in Italia, con il cantiere nella Darsena di Viareggio e quello di La Spezia, anche del polo produttivo di Izmir, Turchia. Soprattutt­o perché la storia di Perini Navi è un altro esempio di quel geniaccio italiano che sta dietro tante eccellenze di casa nostra. Fabio Perini, classe 1940 da Vorno, in provincia di Lucca, è davvero uno che si è fatto da solo. Fabio comincia nell’officina meccanica del padre, ma già a 18 anni inventa un sistema che ottimizza un processo di produzione della carta. A vent’anni una macchina per tagliare la carta tissue, quella leggerissi­ma usata della carta igienica e dei fazzoletti­ni. A 26 anni Perini fonda la sua società e da lì in poi è un susseguirs­i di invenzioni e di crescita dell’impresa specializz­ata in macchine per la carta tissue rese uniche dalle sue innovazion­i. La Fabio Perini s.p.a. cresce e le sedi all’estero si moltiplica­no. Un successo che permette di pensare anche ad altro. E l’altro per Fabio Perini è il mare e la vela. La sua prima barca è il Sarava, un motor sailer costruito nel 1977 dal cantiere Ortona Navi.

Ed è proprio da Ortona Navi, dove lavora l’ingegner Giancarlo Ragnetti (lo ritroverem­o), che nasce il primo Perini Navi. L’idea è dare a chi è a bordo grandi spazi, compreso il flybridge che i puristi vedono come una bestemmia su una barca a vela, e manovre facili. E qui Fabio Perini scatena ancora il suo genio inventando i sistemi di manovra alla base del cosiddetto “easy sailing”. Ovvero i captive winch, i winch assistiti e i sistemi che permettono a un equipaggio ridotto di governare il primo Perini Navi. Il ketch di 40 metri si chiama Eva Perini (il nome di sua figlia). Il progetto è di Fabio Perini che l’anno dopo lo porta alla Mostra Nautica di Viareggio. Eva è molto “divisivo”. È uno yacht a vela che se non avesse due alberi sarebbe un motoryacht. Ma piace e uno statuniten­se se lo compra.

PERINI E LA COPPA AMERICA

Nel frattempo, però, e siamo nel 1984, Fabio Perini ha anche altro per la testa. E l’idea nasce da un solo nome: Azzurra. Nel 1983 a Newport, Rhode Island, USA, per la prima volta nella storia dell’America’s Cup una barca italiana aveva corso per la Vecchia Brocca. Perché non provare con una nuova sfida. Fabio Perini si lancia e compera Challenge 12, la seconda barca australian­a firmata da Ben Lexcen, l’uomo che aveva dato le alette ad Australia II e la vittoria ai Canguri. Poi, pochi chilometri da Viareggio c’è Marina di Carrara e il Club Nautico Marina di Carrara, che con i fratelli Enrico e Tommaso Chieffi e i due Santella, Antonio e Luca, è tra i più titolati in Italia. Perini ingaggia Antonio Santella, diventato responsabi­le della veleria Murphy & Nye, e una manciata di velisti nostrani. Nasce la sfida “Challenge 12-Futura”. Fabio Perini non bada a spese (poi arriverà a dare una mano Vittorio Merloni, allora presidente della Indesit e di Confindust­ria) e ingaggia il meglio sulla piazza. Primo fra tutti il neozelande­se Tom Schnackenb­erg, il mago della North Sails che aveva disegnato le vele di Australia II. Ma arrivano anche Ben Lexcen, Tom Savage, il timoniere vincitore della Coppa, e altri australian­i. Alle regate di Porto Cervo però il duello decisivo per il match race finale dove attende Azzurra, va male. Per 3 a 1 vince Victory ‘83, la barca comperata dallo Yacht Club Italiano per preparare la sfida di Italia 1987. Perini chiude con la Coppa America ma il cantiere va.

CRESCITA E CRISI

Nel 1988 l’ingegner Ragnetti si trasferisc­e a Viareggio e fino al 2013 sarà il Ceo di Perini Navi. Nel 1989 il varo della terza unità: Andromeda. Un nome che assieme a quello del suo armatore, l’americano Tom Perkins (Hewlett-Packard Computers) segnano la storia del cantiere. Intanto, Perini rilancia. Apre un cantiere in Turchia, poi acquisisce i Cantieri Picchiotti e i suoi capannoni a Viareggio. Quindi, a La Spezia, prima i Cantieri Beconcini poi la locale sede di Picchiotti. Nel 2004 nasce la Perini Navi Cup a Porto Cervo dove si confrontan­o le navi a vela che portano, nelle linee d’acqua o nell’interior design, le firme di Ron Holland, Philippe Briand, Nauta Design, Norman Foster, Ken Freivokh, Christian Liagre e di altri ancora. Grandi yacht designer per armatori famosi come Silvio Berlusconi, Rupert Murdoch, Massimo Moratti, Ennio Doris.

Ma non tutto fila liscio, la concorrenz­a è agguerrita, il mercato delle grandi vele si riduce e la recessione cominciata nel 2007 nel 2013 morde più forte. Nel 2017 entra nella società la famiglia Tabacchi (Salmoiragh­i & Viganò) che inietta risorse. L’anno dopo assume il controllo dell’azienda con Perini che resta con una quota di minoranza. Si progetta un rilancio e si pensa (forse) troppo in grande mentre si vara il primo Perini Navi a motore, il 50 metri Exuma. Ma i problemi si acuiscono e la proprietà non riesce a ridurre il “rosso”. Fino allo stop del Tribunale di Lucca e alla decisione del curatore fallimenta­re che rimanda all’asta di giugno quando ripartirà, senza dubbio, la storia di Perini.

 ??  ?? UN’ICONA DI 88 METRI Varato nel 2006 con linee d’acqua di Gerard Dijkstra e interni di Ken Freivokh, con gli 88 metri di lunghezza e 2400 mq di superficie velica del suo Falcon Rig, il Maltese Falcon è tutt’ora l’ammiraglia di Perini Navi. Una vera e propria icona della nautica.
UN’ICONA DI 88 METRI Varato nel 2006 con linee d’acqua di Gerard Dijkstra e interni di Ken Freivokh, con gli 88 metri di lunghezza e 2400 mq di superficie velica del suo Falcon Rig, il Maltese Falcon è tutt’ora l’ammiraglia di Perini Navi. Una vera e propria icona della nautica.
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 ??  ?? Fabio Perini fonda Perini Navi nel 1983. Nel 2017, con l’ingresso della famiglia Tabacchi, perde il controllo del cantiere. Nel frattempo, venduta la Fabio Perini spa a un Gruppo tedesco, nel 2001 crea Faper Group, attivo, oltre che ne settore macchine per carta Tissue, anche nel medicale.
Fabio Perini fonda Perini Navi nel 1983. Nel 2017, con l’ingresso della famiglia Tabacchi, perde il controllo del cantiere. Nel frattempo, venduta la Fabio Perini spa a un Gruppo tedesco, nel 2001 crea Faper Group, attivo, oltre che ne settore macchine per carta Tissue, anche nel medicale.
 ??  ?? Giancarlo Ragnetti, ingegnere, dopo aver lavorato ad Ancona ai Canteri Mario Morini passa a Ortona Navi dove conosce Fabio Perini. Nel 1988 si trasferisc­e a Viareggio e fino al 2013 è CEO di Perini Navi. È scomparso a 74 anni lo scorso novembre.
Giancarlo Ragnetti, ingegnere, dopo aver lavorato ad Ancona ai Canteri Mario Morini passa a Ortona Navi dove conosce Fabio Perini. Nel 1988 si trasferisc­e a Viareggio e fino al 2013 è CEO di Perini Navi. È scomparso a 74 anni lo scorso novembre.
 ??  ?? 1. Principess­a Vai Via. Lungo 40 metri e varato nel 1991 con il nome di Marisa, venne acquistato da Silvio Berlusconi dopo avere venduto un altro Perini Navi, il 48 metri Morning Glory, precedente­mente di Rupert Murdoch.
2. Il 56 metri Rosehearty, varato nel 2006, è appartenut­o al magnate di Sky Rupert Murdoch, un “aficionado” Perini. Lo ha venduto nel 2013 per 29,7 milioni di dollari.
3. Un momento della Perini Navi Cup del 2013. In primo piano il Felicita West. Progettato da Ron Holland in collaboraz­ione con lo studio Nuvolari Lenard, il 64 metri di alluminio di Perini Navi fu la barca più grande mai costruita da Perini fino al varo del Maltese Falcon. 3
1. Principess­a Vai Via. Lungo 40 metri e varato nel 1991 con il nome di Marisa, venne acquistato da Silvio Berlusconi dopo avere venduto un altro Perini Navi, il 48 metri Morning Glory, precedente­mente di Rupert Murdoch. 2. Il 56 metri Rosehearty, varato nel 2006, è appartenut­o al magnate di Sky Rupert Murdoch, un “aficionado” Perini. Lo ha venduto nel 2013 per 29,7 milioni di dollari. 3. Un momento della Perini Navi Cup del 2013. In primo piano il Felicita West. Progettato da Ron Holland in collaboraz­ione con lo studio Nuvolari Lenard, il 64 metri di alluminio di Perini Navi fu la barca più grande mai costruita da Perini fino al varo del Maltese Falcon. 3

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