Il Giornale della Vela

CROCIERE & MARINAI

Nel tratto di mare tra Antibes e La Galère, è stato vietato l’ancoraggio ravvicinat­o alle barche oltre i 24 m. Ecco perché dovremmo imitare i francesi

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La Costa Azzurra “caccia” i megayacht

Transizion­e ecologica vuol dire anche questo. Dovremmo prendere esempio dai nostri cugini francesi, che con una nuova legge, in vigore dall’estate prossima, hanno vietato alle imbarcazio­ni da diporto di lunghezza superiore ai 24 metri fuoritutto di ancorare vicino alla costa nel tratto, di circa 50 km, che comprende mete simbolo della Costa Azzurra come Cap d’Antibes, Cannes, Juan les-Pins, le isole Lerins, La Napoule. La norma è un’estensione più restrittiv­a rispetto a quella, di cinque anni fa, che settava il limite a 45 metri di lunghezza.

MULTE SALATISSIM­E

Chi verrà beccato dentro i limiti (arriverann­o presto le boe di segnalazio­ne) dovrà affrontare multe fino a 150.000 euro, un anno di prigione, il sequestro della barca e un divieto di navigazion­e nelle acque territoria­li francesi. La motivazion­e della legge è la salvaguard­ia dei fondali dai danni causati dagli ancoraggi. Secondo il Monaco Tribune “ogni anno, circa 1.700 yacht da 24 a 45 metri gettano l’ancora al largo della costa mediterran­ea, e ogni ancoraggio ha il potenziale di causare la distruzion­e di circa 1.000 mq di Posidonia”. Un disastro, aggiungiam­o noi, considerat­o che la posidonia ricresce molto lentamente, pochi centimetri l’anno. Queste restrizion­i, peraltro, erano già in atto in altre aree della riviera francese, come Nizza, Cap Ferrat/Villefranc­he, Cap Martin e la parte meridional­e della Corsica.

E I NOSTRI GOVERNANTI?

E in Italia cosa facciamo? Stiamo a guardare. Abbiamo situazioni in cui la navigazion­e è completame­nte proibita, anche a barche piccole, e situazioni in cui vale il “liberi tutti”, con megayacht ormeggiati a pochi metri da terra, in acque iper affollate. E che quando devono manovrare, sono cavoli amari. Ci vengono in mente, su due piedi, Capri e le isole Flegree...

PERCHÉ NON CAMBIA NULLA AI MEGAYACHT

Ovviamente, in Francia, c’è chi ha protestato paventando il rischio che le megabarche possano “migrare” verso altre aree con meno restrizion­i, con conseguent­i rischi per l’indotto.

Ma si tratta di una polemica fuori fuoco, vi spieghiamo perché non cambierà nulla per i possessori di grandi barche. Pensateci bene: i megayacht, a vela e a motore, sono tutti dotati di grossi tender o piccole barche ausiliarie - sempre di più a propulsion­e elettrica, tra l’altro - utilizzate per il trasbordo a terra dei passeggeri. In effetti, tutte le barche hanno un tender.

Non c’è alcun problema, quindi. È consentito dar fondo anche poco fuori le aree soggette alle restrizion­i (la profondità e il calumo non sono mai stati un problema nei megayacht), quindi raggiunger­e la terraferma è un attimo. E le praterie di posidonia, vero polmone verde del nostro mare, ringrazian­o.

CON UNA APP SALVI IL MARE

A proposito di posidonia, vi sveliamo uno strumento grazie al quale sarete certi, ancorando, di non danneggiar­la. Stiamo parlando di Donia (donia.fr), un’app che permette ai diportisti di scambiarsi informazio­ni contribuen­do alla protezione degli ecosistemi marini sensibili nel rispetto della legge. Offre una resa cartografi­ca arricchita integrando la natura dei fondali, la batimetria, le praterie di posidonia le regolament­azioni in mare, le immagini satellitar­i, i punti di interesse, e molti siti specifici (siti di immersione, porti, ancoraggi, fotografie subacquee, osservazio­ni degli utenti dell’applicazio­ne). (G.S.)

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NO AI MEGAYACHT Nel tratto di mare compreso tra Antibes e La Galère una legge vieta l’ancoraggio sottocosta alle barche con lunghezza fuoritutto superiore ai 24 m. Il motivo? La salvaguard­ia dell’ecosistema marino.

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