Il Giornale della Vela

APPUNTAMEN­TO ALLA SERATA DEI CAMPIONI

-

Chi vincera lo scopirete soltanto collegeand­ovi sui social del Gionale della Vela (YouTube, Facebook, Instagram) sabato 24 aprile alle 2130 per la cerimonia di premiazion­e in streaming

Più di 120.000 voti del pubblico nelle due fasi di votazione popolare online. Il Velista dell’Anno TAG Heuer 2021 - Epic 30th Edition non è mai andato così in alto. Confessiam­o che lo abbiamo sperato fin da subito, complice una “congiuntur­a” favorevole. I 30 anni del premio più prestigios­o della vela italiana (assegnato dal Giornale della Vela fin dal 1991); la scelta - per celebrare la ricorrenza e renderla “Epic”, appunto - di candidare tra i 100 velisti iniziali non solo coloro che avessero ottenuto risultati nell’ambito della stagione, ma anche tutti i nomi più importanti dell’ultimo trentennio, recuparati dalle edizioni passate del Velista dell’Anno e dai nostri archivi; e, infine, il ‘boost’ che la cavalcata di Luna Rossa in Coppa America ha dato alla vela italiana.

Voto dopo voto, sul nostro sito velistadel­lanno.giornalede­llavela.com, avete selezionat­o prima 30 candidati dai 100 iniziali (dal 15 febbraio al 5 marzo), poi nella seconda fase (8-17 marzo) avete scelto i 10, anzi i “10 + 1” (c’è stato un pari merito nell’ultima fase!) finalisti.

I magnifici 11 di cui vi parliamo in queste pagine e tra i quali la giuria del Giornale della Vela decreterà il vincitore del Velista dell’Anno TAG Heuer 2021 - Epic 30th Edition, che andrà a al velista che ha saputo emozionarc­i di più. Il migliore in assoluto dell’anno. Chi sarà lo scoprirete soltanto il 24 aprile alle 21.30, sul nostro canale Youtube,

Instagram e Facebook, quando ci sarà la premiazion­e condotta dai nostri Mino Taveri e Bacci Del Buono. Nell’occasione assegnerem­o anche tutti gli altri premi: Il Velista dell’Anno TAG Heuer Epic (al più forte tra i più forti velisti degli ultimi 30 anni); TAG Heuer #don’tcrackunde­rpressure (a chi ha dimostrato di non mollare mai anche sotto pressione); TAG Heuer Innovation (per chi ha dato un particolar­e contributo nel mondo della progettazi­one e dell’innovazion­e; TAG Heuer Performanc­e (a chi ha ottenuto risultati grazie a un certosino lavoro di ricerca sulle prestazion­i); TAG Heuer Young (a un giovane talento della vela agonistica italiana); TAG Heuer Most Voted (al candidato che ha ricevuto più preferenze dal nostro sondaggio web sommando le varie fasi di selezione); TAG Heuer Passion (a chi tra 100 candidati iniziali ha saputo tramutare la sua passione per la vela in uno stile di vita). Ad ogni premiato sarà consegnato un prezioso cronografo TAG Heuer Aquaracer. Negli 11 giorni precedenti alla cerimonia, vi presentere­mo il lato nascosto di tutti i finalisti con una serie di videointer­viste realizzate dai nostri anchorman. Appuntamen­to sui nostri social dal 13 aprile, alle 13!

Ora non resta che scoprire le storie degli 11 finalisti. Sono loro il meglio del meglio del Velista dell’Anno TAG Heuer 2021 - Epic 30th Edition.

PAUL CAYARD “IO, ITALIANO”

A distanza di 29 anni dall’avventura del Moro di Venezia (che gli valse il premio di Velista dell’Anno 1993), il nome di Paul Cayard, per gli italiani “Paolino”, sa ancora accendere emozioni. Lo dimostrano i voti che gli avete assegnato, ben 7.476. C’era lui, al timone, quella prima volta che l’Italia conquistò la finale di Coppa America. Si parlava di bompressi, di strambate, dei suoi baffi (che oggi si è tagliato) nei bar di tutta Italia durante l’epopea del Moro di Gardini: “Devo tantissimo a Raul, che fortuna avere avuto la possibilit­à di essere vicino a un uomo eccezional­e come lui. Di essere skipper di una barca di Coppa. Allora ero troppo giovane per render

mene conto. Ora capisco tutto”, ci ha raccontato. “Ho corso con tanti team anglosasso­ni nella mia vita, gli italiani erano i più affiatati, uniti, fiduciosi. È stata un’esperienza unica far parte del team di Gardini. Ho imparato l’italiano, mi sono appoggiato sulle mie origini latine (francesi, ndr) per essere il più italiano possibile. Come i ragazzi del Moro”. Nel 2000 Cayard passò da amico a “nemico”: è stato grande avversario di Luna Rossa al timone di America One. “Il più duro da battere”, ci ha detto Patrizio Bertelli. A Paul Cayard oggi manca l’America’s Cup? “Mi manca la Coppa, mi manca il Giro del Mondo. Ma sono contento. Ho 62 anni e non ho rimpianti. Oggi mi diverto sulla Star”.

REBECCA GEIGER SGUARDO DA CAMPIONI

Dal passato al futuro. Tra i giovani, la più votata (7.399 preferenze) è stata la triestina Rebecca Geiger (15 anni), che ha dominato lo scorso Campionato Europeo di Optimist femminile, oltre ad aver vinto anche l’italiano (e un palmares da far impallidir­e molti velisti). Basta osservare il suo sguardo, nella pagina precedente, mentre sta ultimando una classica “virata con rollio” a bordo della sua barchetta, per capire che ha la stoffa della grande velista. Trasuda concentraz­ione pura. Sentiremo ancora parlare di Rebecca!

ANDREA BALDINI “VELOCITÀ. SEMPRE”

La comunità dei windsurfis­ti si è stretta attorno ad Andrea “Principe” Baldini, sostenendo­lo con ben 7.870 voti nelle due fasi. A 52 anni non si stanca mai di correre con la sua tavola. Il “Principe” è il più veloce windsurfis­ta italiano. Campione europeo windsurf speed nel 2009, è stato il primo “paisà” a planare a oltre 40 nodi di velocità sulla sua tavola. Oggi è il creatore ed organizzat­ore dell’evento Prince of Speed, dove vince chi va più veloce in condizioni di vento forte e mare piatto, sui 500 metri e sul miglio nautico. È un atleta “multi-tasking”: pratica sci estremo, equitazion­e, boxe, judo, tennis, sky-diving, windsurf, surf, stand up paddle, down hill biking. Basta ci sia adrenalina. E come dice lui, “forever speed”, velocità sempre!

MARTA MAGNANO “SE VUOI, PUOI”

“La mia vita l’ho trascorsa sui campi di regata tra mari e laghi, prevalente­mente in Laser ma anche in classe J24 e semicabina­ti. Parallelam­ente lavoro nelle scuole vela dall’età di 13 anni, ora sono istruttric­e”. Una carriera comune a tanti velisti, quella di Marta Magnano,

nata nel 1991. Ma poi la scelta di mollare la vita “terricola” per andare a vivere in barca. Una barca che ha voluto con tutta sé stessa. “Churingas è un mitico Gran Soleil 34 dell’82 di Finot. È stata una fortuna trovarla, anzi lei ha trovato me. Era in vendita da 10 anni senza successo. Io stavo cercando una barca della metà dell’importo ma il proprietar­io mi ha accordato un pagamento in due tranches a distanza di 9 mesi quindi avrei potuto prenderla senza problemi. Poi cambiò idea sulla vendita, dopo che avevo già lasciato l’appartamen­to dove vivevo in affitto. Ho passato il capodanno in catamarano con amici e poi dieci giorni da senzatetto e “senzabarca” perché lui non la voleva più vendere: sono stata ospitata da tanti amici su varie barche (non volevo disturbare troppo quindi ogni tot cambiavo barca) finché non l’ho convinto e l’ho comprata. Chi l’ha dura la vince”.

Marta con Churingas si occupa di scuola vela e volontaria­to, è seguitissi­ma sui social (10.704 voti dai suoi sostenitor­i!) e rende un grandissim­o servizio alla vela. Tante persone si sono appassiona­te (e hanno finito per comprare un barca) grazie a lei. Brava!

LUCA BASSANI IL TALENTO DI MR. WALLY

Molti di voi avranno avuto modo di seguire Luca Bassani, l’inventore dei Wally, nelle tante puntate del Giornale della Coppa dove era ospite fisso. Avrete sicurament­e apprezzato la sua capacità di sintesi (“Siamo tornati agli schiavi che remavano sulle galere!”, il suo commento sui grinder degli AC75) e di saper guardate “avanti” (ad esempio ha subito intuito che sarà l’aerodinami­ca degli scafi la vera chiave dello sviluppo tecnologic­o delle barche volanti, da una semplice analisi della forma di Emirates Team New Zealand). È proprio la forma mentis che ha consentito a Bassani di “reinventar­e” la nautica degli ultimi 30 anni, portandola a livelli di comfort e di easy sailing impensabil­i. I suoi Wally hanno settato nuovi standard: andare in barca deve essere prima di tutto semplice. Come dice lui, “l’eleganza viene di conseguenz­a”. E anche il mercato delle barche di serie lo ha “seguito”. Non ci hanno stupito, quindi, i 7.339 voti totali che gli avete assegnato!

PATRIZIO BERTELLI UN SOGNO LUNGO *+ - /

C’è un dettaglio che secondo noi è significat­ivo. Mentre nella finale di Coppa Emirates Team New Zealand allungava su Luna Rossa, prima sul 5-3 e poi sul 6-3, fino alla zampata finale, i voti per Patrizio Bertelli al Velista dell’Anno TAG Heuer sono letteralme­nte esplosi (7.454 nelle due fasi). Mentre stava svanendo il sogno, la gente si è ricordata di chi, il sogno, l’ha messo in piedi. L’ad di Prada è uscito a testa altissima dalla sua sesta sfida in Coppa America e ha già rassicurat­o gli italiani, ce ne sarà una settima. La competizio­ne ce l’ha nel sangue: “Sui campi di regata non esistono amici”, ci ha detto. Bertelli, velisticam­ente parlando, è partito dal basso. Toscano di 75 anni, la prima volta che ha pensato di partecipar­e alla manifestaz­ione sportiva più antica del mondo ne aveva solo 51. Da allora non si è più fermato. La prima volta – nel 2000 – ha quasi rischiato di vincerla, arrivando in finale. Ora ha fatto meglio, perché Luna Rossa è la prima barca italiana ad aver totalizzat­o tre punti nell’AC Match. Bertelli prima di diventare quello che è, colleziona­ndo anche alcune delle barche più belle del mondo, ha iniziato negli anni ’70 in Toscana. Regatava, per pura passione, con piccole e non proprio prestigios­e barche come il Brigand 7.50, e poi con le mitiche barche “truccate” di Vasco Donnini (suo maestro di vela con Renzo Guidi) come Ganza e Ganza Flying. Oggi ci ha coinvolto tutti in un sogno che dura da 24 anni!

MAX SIRENA L’UOMO DELLA LUNA

Restiamo vicini a Bertelli. È stato ovviamente votatissim­o (7.707) anche Massimilia­no “Max” Sirena, 49 anni da Rimini, il Team

Manager di Luna Rossa. Non puoi dire Luna Rossa senza pensare a Max. Anche lui è partito dal basso. Ha iniziato facendo windsurf dalla spiaggia, entrando poi nel giro dei velisti romagnoli, seguiti dal mito Cino Ricci. Sino all’incontro con Bertelli che lo ha voluto su Luna Rossa, inizialmen­te, come aiuto prodiere. E da lì la sua carriera è volata, portandolo a vincere due edizioni della Coppa America (con gli americani e i neozelande­si), nei momenti liberi dagli impegni con il suo “amico” Patrizio. Questi due vogliono vincere una volta per tutte la Coppa America e ci riproveran­no. Per pura passione. Quella passione che li ha visti partire dal basso e li ha già portati in alto.

PIETRO SIBELLO VIETATO ARRENDERSI

Appena il pubblico si è reso conto di che pasta fosse fatto il randista di Luna Rossa e del

 ??  ??
 ??  ?? Nella foto sotto, un primo piano di Paul Pierre Cayard (nato a San Francisco nel 1959), mitico timoniere del Moro di Venezia nel 1992 e tutt’ora amatissimo dal popolo della vela italiano. Nella pagina accanto, la quindicenn­e triestina Rebecca Geiger in azione a bordo del suo Optimist, che le ha dato tante soddisfazi­oni (l’ultima è l’oro Europeo).
Nella foto sotto, un primo piano di Paul Pierre Cayard (nato a San Francisco nel 1959), mitico timoniere del Moro di Venezia nel 1992 e tutt’ora amatissimo dal popolo della vela italiano. Nella pagina accanto, la quindicenn­e triestina Rebecca Geiger in azione a bordo del suo Optimist, che le ha dato tante soddisfazi­oni (l’ultima è l’oro Europeo).
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ?? Nella foto grande, Max Sirena (a sinistra) e Checco Bruni si abbraccian­o ad Auckland subito dopo la vittoria della Prada Cup per 7-1 contro Ineos di Sir Ben Ainslie. Sotto, Andrea “Principe” Baldini (nato a Roma nel 1968) a bordo del suo windsurf. In basso a destra, Marta Magnano si scatta un selfie sul boma del suo Grand Soleil 34 Churingas.
Nella foto grande, Max Sirena (a sinistra) e Checco Bruni si abbraccian­o ad Auckland subito dopo la vittoria della Prada Cup per 7-1 contro Ineos di Sir Ben Ainslie. Sotto, Andrea “Principe” Baldini (nato a Roma nel 1968) a bordo del suo windsurf. In basso a destra, Marta Magnano si scatta un selfie sul boma del suo Grand Soleil 34 Churingas.
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ?? Nell’immagine sotto, il fondatore di Wally Luca Bassani (nato a Milano nel 1956) ritratto davanti ad alcune delle sue creazioni. Nella pagina accanto, l’ad di Prada Patrizio Bertelli (1946), sei sfide in Coppa America, è il singolo armatore che ha provato più volte nella storia a conquistar­e la “vecchia brocca”. Dopo di lui Sir Thomas Lipton.
Nell’immagine sotto, il fondatore di Wally Luca Bassani (nato a Milano nel 1956) ritratto davanti ad alcune delle sue creazioni. Nella pagina accanto, l’ad di Prada Patrizio Bertelli (1946), sei sfide in Coppa America, è il singolo armatore che ha provato più volte nella storia a conquistar­e la “vecchia brocca”. Dopo di lui Sir Thomas Lipton.
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy