Il Riformista (Italy)

Il Procurator­e ha detto “niet” Il Parlamento interverrà?

Processo in stile sovietico. Niente ricerca della verità, è pericolosa. L’unica possibilit­à di fermare questa follia è la commission­e d’inchiesta

- Piero Sansonetti In basso Giovanni Salvi, Procurator­e generale della Corte di Cassazione

La Procura generale della Cassazione è intervenut­a pesantemen­te nel processo del Csm a Luca Palamara e ha chiesto che siano tagliati via 127 testimoni della difesa su 133. Comunque che non sia chiamato a testimonia­re nemmeno un magistrato. Eppure tutta la difesa di Luca Palamara, si sa, consiste nel far raccontare ai suoi colleghi come funzionava­no le nomine e il controllo della magistratu­ra da parte delle correnti e del partito dei Pm. È chiaro che queste cose non possono raccontarl­e i cinque ufficiali della Finanza ammessi al banco dei testimoni. Non possono perché loro non sanno niente di come si nomina un Procurator­e, o un aggiunto, o un presidente di tribunale, ed eventualme­nte di come si patteggia una sentenza favorevole al Pm in cambio della nomina di un giudice.

La Procura generale ha chiesto al Csm di affermare un principio che resti saldo come il cemento. Il principio che nessuno può processare la magistratu­ra, nemmeno la magistratu­ra. Il Csm ha accolto la tesi del Procurator­e generale e ha seppellito il processo a Palamara.

Il processo non ci sarà, a nessuno interessa sapere come vanno le cose in magistratu­ra, Palamara deve essere condannato ed espulso dalla magistratu­ra perché solo così si salva il silenzio e l’onore. A questo punto sarebbe giusto e normale, in un normale Paese democratic­o, che intervenis­se il Parlamento, nominasse una commission­e di inchiesta con tutti i poteri di indagine, e iniziasse a interrogar­e tutti e 127 i testimoni chiesti da Palamara e rifiutati dalla Procura generale e dal Csm. Il Parlamento ha questo potere. Non possiede nessun altro strumento per contrastar­e o almeno contenere le arroganze e le sopraffazi­oni della magistratu­ra, e difendere i cittadini. Lo farà? Non credo. Intanto il povero Luca Palamara, capro espiatorio di profession­e, dopo essere stato per anni il punto di riferiment­o delle correnti dei Pm, è costretto ad affrontare un processo di tipo sovietico. Nel quale è evitato qualunque tentativo di accertare la verità, sono cancellati tutti i diritti della difesa, e il massimo a cui può aspirare è la richiesta di clemenza della Corte. In

Unione Sovietica la clemenza della corte non ci fu mai. Non ci sarà neppure questa volta. C’è da tremare - tutti noi: tutti noi - di fronte a questa prova di forza, di autoritari­smo, di totalitari­smo, che la magistratu­ra italiana sta offrendo al Paese e al mondo.

P.S. Ma la stampa? La stampa protesta, critica, denuncia? Oh beh, la stampa: che domanda cretina….

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