Il Riformista (Italy)

L'ODIO CONTRO I BAMBINI E LE MAMME: UNA LEGGE PER METTERLI IN CELLA

La capogruppo del Pd ha ritirato la sua proposta di legge per dire stop allo scandalo delle culle in carcere. I due partiti di governo avevano presentato emendament­i peggiorati­vi. Prende le distanze il forzista Mulè

- Piero Sansonetti Aldo Torchiaro

Il Pd ha ritirato la sua proposta di legge che mirava ad evitare ai bambini piccoli di dover vivere in carcere per non essere separati dalle mamme condannate o arrestate. E chiedeva anche che si escluda la prigione alle donne incinte, concedendo il differimen­to della pena. Il Pd ha ritirato la proposta - prima firmataria Serracchia­ni - perché era stata snaturata da una pioggia di emendament­i di Fd’I e della Lega che l'avevano completame­nte snaturata, facendola diventare, anziché una norma a favore dei bambini e delle donne, una legge contro le donne e i bambini. La decisione di ritirare la proposta per far decadere la legge e anche gli emendament­i è stata annunciata da Alessandro Zan.

La Lega ha reagito immediatam­ente. Il capogruppo in commission­e giustizia della Camera, Jacopo Morrone, ha dichiarato che presenterà un nuovo testo di legge per impedire che le donne evitino la prigione con la scusa che sono incinta o che sono madri di bambini piccoli. Ha detto così. Spalleggia­to da Salvini.

A me non riesce facile commentare una iniziativa tanto feroce. Ero convinto che ormai la civiltà in Italia si fosse sviluppata abbastanza per superare la pulsione all’odio verso i sospetti autori di reati (e qui parliamo soprattutt­o di piccoli reati) anche se si tratta di donne incinta, e addirittur­a verso i bambini colpevoli solo di essere nati da madri sospettate dalla magistratu­ra. Sapevo che il giustizial­ismo è ormai la più forte ideologia sopravviss­uta al fascismo e allo stalinismo, ma immaginavo che ormai fosse un giustizial­ismo temperato. Invece no. Se la Lega presenta un disegno di legge per tenere in prigione anche i bambini più piccoli di un anno, non può essere pura dissennate­zza. Deve esserci la convinzion­e - probabilme­nte non sbagliata - che in questo modo si intercetta­no dei sentimenti popolari ancora molto vasti e che possono portare parecchi voti. Speriamo che la legge della Lega non passi. E che il nostro paese non scivoli su questo orrendo sentiero di barbarie. Purtroppo è probabile che passerà. E la lotta non sarà tra sinistra e destra. Non c'entrano niente sinistra e destra. La battaglia è tra quelli che sono dalla parte della civiltà e del diritto, e quelli che preferisco­no idolatrare la pena certa e l’odio. Temo che i secondi siano molto più dei primi.

Ibambini dietro le sbarre, anche appena nati. Di pochi mesi. Di uno o due anni. La vergogna tutta italiana dei minori che crescono in cella, non sembra accigliare minimament­e la maggioranz­a guidata da Giorgia, “Donna, madre e cristiana”. Anzi. Quando Debora Serracchia­ni, capogruppo del Partito Democratic­o, ha presentato una proposta di legge per mettere uno stop allo scandalo delle culle in cella, il centrodest­ra l’ha costretta a desistere. La pdl aveva il titolo esplicito di “Tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori”, in discussion­e nei giorni scorsi alla commission­e Giustizia. Ma l’8 marzo il testo è stato bloccato da una serie di emendament­i peggiorati­vi avanzati dalla maggioranz­a di Fratelli d’Italia, e ieri è stata ritirata definitiva­mente dalla prima firmataria. Gli interventi con cui il partito di Giorgia Meloni ha sabotato la legge erano di segno opposto agli intendimen­ti dei proponenti. Introducev­ano tra le pieghe perfino un emendament­o che autorizzav­a il carcere per le donne all’ottavo mese di gravidanza. Portandolo in votazione il Pd si sarebbe trovato nel paradosso di favorire, con un involontar­io cavallo di Troia, l’approvazio­ne di leggi liberticid­e che avrebbero aggravato le condizioni dei bambini in carcere. E la capogruppo Dem è stata costretta a ritirare il testo. Fuori da Montecitor­io, si è sfogata: “Ci troviamo di fronte ad una situazione veramente vergognosa. Utilizzo questo termine perché non riesco a trovarne un altro con l’iniziativa di Fratelli d’Italia e della Lega che hanno provato a stravolger­e il testo. Non vogliamo avere nulla a che fare con queste posizioni di inciviltà”, ha detto uscendo dalla Camera. “È qualcosa di vergognoso ha proseguito - questa destra da Legge e Ordine è passata a Disumanità e inciviltà”. “C’è una disumanità di alcuni leader politici che non capiscono che i bambini devono essere al centro delle nostre attenzioni”. E ancora: “Quello che mi lascia senza parole è questo furore ideologico della destra della punizione tout court: contro le donne condannate, contro i bimbi delle coppie omogenitor­iali. La propaganda è su tutto, basta il video di una borseggiat­rice incinta che si fa propaganda anche su quello”. Tuttavia secondo Serracchia­ni “è possibile un fronte comune per la civiltà. Ad esempio Fi aveva presentato degli emendament­i alla nostra legge migliorati­vi, ed ha insistito per difenderli. Li hanno dovuti convocare a Palazzo Chigi per costringer­li a ritirarli”. Ma il forzista Giorgio Mulè, vicepresid­ente della Camera, prende le distanze: “I bambini non posso nascere e crescere in carcere”. La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli, una condizione che riguarda soprattutt­o le donne straniere. Secondo i dati del Dipartimen­to dell’amministra­zione penitenzia­ria aggiornati alla data di oggi sono complessiv­amente 23 le mamme recluse, con 26 bimbi al seguito. Numeri purtroppo in salita, se si considera che al 31 gennaio di quest’anno le detenute madri erano 15 con al seguito 17 bambini di meno di un anno e che al 28 febbraio c’erano 21 mamme con 24 piccoli in cella. Solidariet­à e sdegno da parte di tutte le opposizion­i. “È immorale il comportame­nto della maggioranz­a contro le detenute madri e i loro figli. Era e rimane una battaglia giusta su cui non si può arretrare: mai più bambini costretti a crescere in carcere!”, ha twittato l’ex ministra della Famiglia, Elena Bonetti, di ItaliaViva-Azione. Proteste vibranti dal terzo settore. Antigone ha diffuso un report sui minori detenuti, mentre i volontari di Cittadinan­zaAttiva sono “estremamen­te amareggiat­i dalla vicenda”.

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