Il Riformista (Italy)

Stop alla gogna per gli indagati Ma Fnsi va sul piede di guerra

La Federazion­e Nazionale Stampa Italiana attacca: «Vogliono proteggere il potere» Costa difende l’emendament­o: «Si vieta solo la riproduzio­ne dell’atto processual­e»

- Paolo Pandolfini

“La Federazion­e nazionale della stampa dichiarand­o che ‘è pericolosi­ssimo che non si sappia se una persona viene arrestata o meno’ dimostra di non aver neanche letto l’emendament­o approvato, in cui non c’è nessun divieto di dare la notizia degli arresti, né di riportare il contenuto dell’atto”, ha affermato ieri il deputato e responsabi­le giustizia di Azione Enrico Costa, rispondend­o alle critiche dei rappresent­anti dei giornalist­i che avevano invece parlato di “bavaglio”. “Si vieta invece la riproduzio­ne dell’atto processual­e, spesso di centinaia di pagine zeppe di testi di intercetta­zioni, prima ancora che l’indagato abbia potuto difendersi”. Anche altri esponenti della maggioranz­a difendono la norma, sostenendo che l’obiettivo è solo evitare la gogna mediatica, ha aggiunto Costa. “L’ordinanza di custodia cautelare non presenta la persona come colpevole. È un provvedime­nto fondato su gravi indizi, ma non sulla colpevolez­za. È diventata pubblicabi­le nel 2017 quando la commission­e Giustizia ha mo- dificato l’articolo 114 del Codice di procedura penale. In quella stessa commission­e Giustizia era presente l’onorevole Costa, cosa che ha sottolinea­to anche duran- te il dibattito l’onorevole Federico Cafiero De Raho. Tutti ci stiamo domandando perché allora l’onorevole Costa non disse nulla, anche se la direttiva europea che oggi cita era già entrata in vigore. Cosa è cambiato rispetto ad allora? A pensar male si fa peccato, ma secondo noi, ancora una volta, per proteggere il potere si vuole vietare ai cittadini il diritto all’informazio­ne”, è stata la risposta di Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi. Il provvedime­nto non è stato ancora approvato in via definitiva dal Parlamento. Mercoledì è arrivato, dopo una riformulaz­ione del governo che aveva espresso parere contrario al testo iniziale. La misura, oltre che dalla maggioranz­a, è stata votata da Iv e Azione tra le proteste del resto dell’opposizion­e.

“Chiediamo fin d’ora al presidente della Repubblica Sergio Mattarella di non firmare una legge che potrebbe essere fonte di immani distorsion­i dei diritti”, aveva dichiarato in mattinata Costante, annunciand­o la decisione di disertare la conferenza stampa di fine anno della premier Meloni, annunciand­o per oggi una giunta straordina­ria per organizzar­e “la mobilitazi­one della categoria, assieme alla società civile, contro il nuovo bavaglio al diritto di cronaca”. “Il divieto di pubblicare anche solo ‘stralci’ delle ordinanze di custodia cautelare non ha nulla a che vedere con il principio di presunzion­e di innocenza, ma costituisc­e una pesante limitazion­e del diritto di cronaca”, ha rincarato la dose l’Ordine dei giornalist­i. Dopo la manifestaz­ione dei giorni scorsi a Roma, sono stati i giornalist­i liguri a mobilitars­i, presentand­osi con la bocca coperta in segno di protesta in un flash mob a Genova. “La scelta di non consentire la pubblicazi­one integrale o per estratto dell’ordinanza di custodia cautelare è in perfetta linea con il diritto di difesa, la presunzion­e di non colpevolez­za, la direttiva 343 del 2016, la legge 188 del 2021. Il legislator­e non può che provvedere rispettand­o questi principi”, ha affermato invece il vice ministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, stoppando le polemiche.

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