Il Riformista (Italy)

Pista da bob Olimpiadi ‘26 Fontana: «Resti in Italia»

In ballo c’è Cortina d’Ampezzo, Cesana Torinese altrimenti oltre confine

- Alberto Gaffuri

Per il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, l’auspicio è che la pista da bob per le Olimpiadi invernali del 2026 resti in Italia. A Cortina, precisamen­te, indicazion­e che il numero uno di Palazzo Lombardia ha caldeggiat­o soltanto poche ore fa facendo riferiment­o a quel progetto iniziale che proprio nelle Dolomiti avrebbe dovuto avere il suo fulcro. Nel mezzo, però, ci s’è messo tutto quanto venuto negli ultimi mesi, con più d’un dubbio circa l’effettiva possibilit­à di realizzare l’impianto sulle tracce di quella che fu la sede dei Giochi del 1956 e il contestual­e emergere di altre soluzioni sulle quali l’Italia tutta, non soltanto il mondo dello sport, si gioca molto in termini di autorevole­zza. In ballo, ed è l’ipotesi iniziale, c’è appunto la già citata Cortina d’Ampezzo, che nonostante le difficoltà fin qui incontrate conta ancora di poter sfruttare i due anni che mancano all’appello per non perdere l’opportunit­à di ospitare le gare olimpiche di bob, slittino e skeleton. Discipline di nicchia, quantomeno nel nostro Paese, ma che non per questo la località che poco meno di 70 anni fa ospitò la fiamma simbolo dei cinque cerchi sulla neve si vuole lasciar sfilare di mano. La principale antagonist­a, in questo momento, è la pista di Cesana Torinese. Lì, dove si disputaron­o le Olimpiadi 2006, c’è da rimettere in sesto un percorso che negli ultimi anni è stato pressoché dismesso, un’occasione per ridare vita a un investimen­to altrimenti abbandonat­o al suo stesso destino, con la consapevol­ezza che oltre al ripristino per i Giochi sarà necessario pensare anche a un dettagliat­o piano per il suo successivo utilizzo. Nonostante in passato bob e slittino non abbiano mancato di dare soddisfazi­oni alla nazionale azzurra, il presente di queste discipline dice altro. Ne consegue che avere a disposizio­ne al di qua delle Alpi un impianto tutto nuovo potrebbe ridare slancio a una scuola, quella italiana, che un’occasione così potrebbe davvero sfruttarla per tornare ai fasti che furono. I tempi, lo si sa, sono stretti, anzi strettissi­mi. Entro la fine dell’anno, al più tardi i primi giorni del 2024, s’è lascia-* to sfuggire il ministro per lo Sport e per i giovani, Andrea Abodi, la Fondazione che sovrintend­e a tutta la macchina organizzat­iva dovrà essere messa nelle condizioni di scegliere. Che il Comitato Olimpico Internazio­nale veda di buon occhio la scelta di una pista già esistente al di fuori dell’Italia, in fondo, non è il principale problema. La questione, infatti, è tutta legata alla possibilit­à reale di arrivare alla scelta della località nel prossimo mese di gennaio e, una volta fatto, di rispettare i tempi di realizzazi­one dell’impianto che sarà individuat­o affinché sia tutto in ordine.

All’inaugurazi­one di Milano-Cortina 2026 mancano 778 giorni, un conto alla rovescia che impone di non perdere ulteriore tempo prezioso, pena il trasferime­nto altrove, Austria, Germania, Svizzera e Usa in lizza, delle gare olimpiche.

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