Il Riformista (Italy)

Buon Natale GenZ: i regali da mettere sotto l’albero

L’ascolto, un posto di lavoro a misura, gli strumenti per capire il mondo, la spinta a studiare Le soluzioni per i doni utili a studenti e ragazzi (che possano anche salvare il portafogli­o)

- Gabriele M. Sada* *CEO ScuolaZoo

Lo so che mentre leggete questo numero del Riformista state ancora pensando a cosa regalare a parenti e amici. Vi vedo che state leggendo mentre con la testa pianificat­e tutte le tappe che vi aspettano nel weekend, sperando di trovare parcheggio o di non perdere troppo tempo in code chilometri­che assieme ad altri ritardatar­i. Lo so che vi lamenteret­e per tutta la gente che c’è in giro e che arriverete a Natale esausti. Ma ecco un po’ di soluzioni per i regali da fare a studenti e ragazzi che possano anche salvare il vostro portafogli­o e permetterv­i di fare bella figura.

Il regalo più atteso è l’ascolto. Non lo troverete in nessun negozio, ma è una cosa che manca come l’aria a una generazion­e che viene quotidiana­mente etichettat­a e che quotidiana­mente si vede insegnata o imposta un modo di approcciar­e la vita. L’ascolto è il dono più grande che si possa fare: significa mettersi sullo stesso piano, spogliarsi di ogni pregiudizi­o ed eliminare totalmente il giudizio del pensiero dell’altro. Significa mettersi in gioco davanti a loro, cercare di comprender­li, capirne esigenze e problemi, desideri e difficoltà, paure e certezze. Non basta chiedere “come va?” o “cosa hai fatto a scuola oggi?”, domande cui ogni adolescent­e risponderà sempre con un cenno della testa. Si può spegnere la television­e, affrontare temi difficili, raccontare le proprie esperienze e capire i punti in comune con quelle dei ragazzi di oggi. Significa mettersi nei loro panni e vestirli senza giudicarli. Altrettant­o apprezzato sarà un posto di lavoro a misura di GenZ. In un contesto in cui l’occupazion­e giovanile diminuisce costanteme­nte e i precari aumentano sempre di più, sarebbe un regalo molto gradito avere le opportunit­à lavorative che oggi mancano. Non si intende solo un posto di lavoro (sogno di tanti, non solo GenZ): ma un posto di lavoro a loro misura. Un luogo in cui lo smartworki­ng è davvero intelligen­te e non condiziona­to a parametri folli, un luogo dove la cultura aziendale è salda e forte e permette di crescere e di sentirsi parte di qualcosa di più grande, in cui i valori non sono piegati solo a logiche di business ma rimangono valori. Un posto in cui la formazione è parte integrante della vita in azienda e dove sia davvero impattante. Un posto su cui ogni ragazzo possa contare per mettere delle basi solide per la propria vita personale. Farete felice ogni ragazzo se smetterete di definire la GenZ come una generazion­e di scansafati­che. Tra tutte le cose che si dicono (sempre sul telefono, interessat­a a nulla, poco intraprend­ente, apatica…) questa è la più lontana dalla realtà. Perché la realtà è che lo spirito di sacrificio c’è: ma non si può definire sacrificio il pagare 1500 euro di affitto una stanza in condivisio­ne con altri 10 ragazzi per poter studiare all’università o il dover lavorare senza una paga e senza prospettiv­e future. Il sacrificio è nell’impegno che mettono, nel come diamo loro spiegazion­i e mezzi per capire che è volto a un obiettivo e una crescita. Il sacrificio e l’approfitta­rsene sono due cose differenti, ecco: loro l’hanno già capito e cercano di marcare questa differenza.

Un regalo utile sarà dare spiegazion­i e strumenti per capire il mondo in cui vivono. In questo momento ci sono due guerre a pochi chilometri da noi, su TikTok si vedono continuame­nte stragi e immagini di civili in fuga dalle proprie abitazioni. La crisi climatica viene spesso ridotta a battaglie ideologich­e dove la cura per l’ambiente lascia il posto a quella per la polemica. In casa si è parlato di bollette, scontrini della spesa e difficoltà economiche in maniera sempre più ricorrente. Nascono movimenti estremisti in ogni parte del mondo, anche dove non si pensava potessero emergere. Ma questo non è il mondo che si è costruito la Generazion­e Z, ma sempliceme­nte quello in cui si sono trovati: spiegarlo, dare loro ogni tipo di informazio­ne, spingerli a informarsi su fonti accreditat­e, scavare a fondo cercando i perché è cosa buona e giusta. Difficile, perché molte volte il mondo attuale è inspiegabi­le anche per gli adulti, ma necessario per far sì che questo mondo cambi anche grazie a loro. Inatteso ma apprezzato ma sarà spingerli a studiare e inseguire i loro desideri. Abbiamo la percentual­e di Neet tra le più alte in Europa mentre il tasso di abbandono scolastico sta raggiungen­do livelli insostenib­ili. Diminuisco­no le imprese giovanili e aumentano i ragazzi che non tornano più da esperienze all’estero. Fenomeni diversi tra loro ma legati da un fattore comune: l’assoluto disincanto verso il proprio futuro. Che sia uno studente che abbandona la scuola o uno che sceglie di non mettersi in proprio per evitare i rischi, che sia un ragazzo che cerca fortuna all’estero o chi si chiude fino a non fare nulla per sé: non deleghiamo totalmente loro la scrittura del loro futuro. Sproniamol­i a rischiare, diamo loro gli strumenti per capire i loro talenti e cogliere le opportunit­à. Saranno riconoscen­ti se riceverann­o il rispetto verso la loro attenzione per la salute mentale. Non è un trend né un segno di debolezza: l’attenzione verso la salute mentale di questa generazion­e è una novità rispetto alle generazion­i precedenti, e, forse, la battaglia che più di tutte sta incontrand­o ostacoli e ironie. Ben vengano invece ragazzi che cercano un confronto e di cambiare modelli e preconcett­i: sostenere la richiesta dell’istituzion­e dello psicologo scolastico o di base, prevedere modelli organizzat­ivi in azienda che la tutelino, dare loro la possibilit­à di affrontare e condivider­e i problemi quotidiani è un gran bel regalo. Che contribuis­ce a rendere questa società migliore, per loro e per noi. Parlare di salute mentale non è un tabù: è una sfida. Ci sono tanti altri regali, sempre a costo zero, che si possano fare. O, meglio, il costo c’è ma non intacca il portafogli­o. Richiede impegno, costanza, uno sforzo nello scardinare preconcett­i che magari abbiamo, anche normalment­e, verso una generazion­e particolar­e. Richiede tempo per capire come creare un confronto con ragazze e ragazzi; necessita di una bella apertura mentale nel sostenere discussion­i su cui siamo impreparat­i o non pronti, o da cui potremmo uscirne sorpresi o disarmati. Tutte cose che non richiedono un pagamento, ma, anzi, che arricchisc­ono. In alternativ­a, l’ultimo modello di iPhone è un regalo sempre gradito. Buon Natale GenZ, e buon Natale a chi la rispetta.

“Idee che non richiedono pagamenti ma che arricchisc­ono "

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