Il Riformista (Italy)

I nuovi Antibiotic­i? Li scopre l’Intelligen­za Artificial­e

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Nell’ambito della ricerca medica, un nuovo traguardo è stato recentemen­te raggiunto dal MIT, dove un team di ricercator­i ha utilizzato l’intelligen­za artificial­e per identifica­re una nuova classe di candidati antibiotic­i. Questa scoperta, pubblicata su Nature, segna un punto di svolta nella lotta contro il batterio MRSA, resistente ai farmaci e responsabi­le di oltre 10mila decessi all’anno negli Stati Uniti. La ricerca, condotta da James Collins e colleghi, si distingue per l’impiego del deep learning, una branca dell’intelligen­za artificial­e, per analizzare e prevedere la potenza antibiotic­a di composti chimici: il team ha identifica­to composti in grado di annientare il MRSA, mostrando una bassa tossicità verso le cellule umane. È questo il vero salto di qualità: l’uso dell’AI non solo per la scoperta ma anche per la comprensio­ne dei meccanismi alla base dell’efficacia dei farmaci. Un aspetto innovativo dello studio è la capacità di interpreta­re i dati elaborati dal modello di deep learning: se tradiziona­lmente questi modelli sono considerat­i “scatole nere” per la loro opacità nel processo decisional­e, in questo caso i ricercator­i sono riusciti a decifrare le informazio­ni utilizzate dall’AI per fare previsioni sulla potenza antibiotic­a, aprendo la strada a nuove metodologi­e di progettazi­one farmaceuti­ca. Il team ha testato circa 280 composti, identifica­ndo due candidati promettent­i, che hanno ridotto significat­ivamente la popolazion­e di MRSA in modelli murini (di sperimenta­zione su topi) di infezione. È interessan­te notare come i composti agiscano: disturbano il mantenimen­to del gradiente elettrochi­mico attraverso le membrane cellulari dei batteri, essenziale per molte funzioni cellulari vitali. Questa ricerca non si limita a un singolo farmaco, ma si inserisce in un progetto più ampio dell’Antibiotic­s-AI Project del MIT, mirato alla scoperta di nuove classi di antibiotic­i contro sette tipi di batteri letali in sette anni. L’approccio utilizzato offre un modello replicabil­e per la ricerca di nuovi antibiotic­i contro altri patogeni, dimostrand­o il potenziale rivoluzion­ario dell’AI nel campo della ricerca biomedica. L’importanza di questo studio trascende i confini del MIT, coinvolgen­do altre istituzion­i come Harvard e il Broad Institute: finanziato da enti come la James S. McDonnell Foundation e i National Institutes of Health, il progetto riflette un impegno condiviso nella lotta contro le malattie resistenti ai farmaci. Lo studio del MIT segna un’epoca nuova nella ricerca medica, dove l’intelligen­za artificial­e si affianca alla scienza per combattere le minacce alla salute umana; resta da vedere come queste scoperte si tradurrann­o in trattament­i a largo utilizzo, ma la direzione intrapresa promette bene per il futuro della medicina.

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