Il Riformista (Italy)

Animali fantastici, il giardino delle meraviglie

In anteprima mondiale al Palazzo Albergati di Bologna, uno zoo surreale e bizzarro in cui colori e forme sono manipolati e mutabili. Una specie di circo senza gabbie né imposizion­i

- Sabrina Carollo

Elefanti rosa, conigli metallici, giraffe mutanti, squali fuor d’acqua. Il progetto espositivo “Animali Fantastici. Il giardino delle meraviglie”, allestito da Arthemisia fino al 5 maggio 2024 in anteprima mondiale al Palazzo Albergati di Bologna, con la curatela di Gianluca Marziani e Stefano Antonelli, è un percorso giocoso che ci riconduce all’infanzia, alle narrazioni e alle finzioni fantastich­e dei bambini, in cui la realtà si mescola al sogno e il mondo diventa un viaggio meraviglio­so alla scoperta di animali che sanno di mito e di magia.

Ventitrè artisti contempora­nei hanno realizzato oltre 90 animali che, in dialogo con il palazzo, offrono una carrellata fenomenale di forme immaginate e immaginari­e, che prendono spunto dal vero per creare uno zoo surreale e bizzarro, in cui colori e forme sono manipolati e mutabili. Una specie di circo senza gabbie né imposizion­i, in cui anzi la libertà regna al punto da decidere e modificare la realtà; un safari pedonale in cui ogni passo è una scoperta, e con essa una narrazione magica da immaginare. Come ha spiegato uno dei due curatori, Gianluca Marziani: «Superzoo è la perfetta metafora di un mondo dove le enormi diversità e la molteplici­tà linguistic­a si sciolgono in una gigantesca famiglia allargata, una specie di pianeta ideale, forse utopico ma certamente affascinan­te, in cui il diritto al piacere e la percezione del dolore sono la chiave per considerar­e umani e animali su uno stesso piano normativo. Sapendo quanto sia difficile che ciò possa accadere nella realtà, ci siamo inventati questo viaggio espositivo con la migliore delle armi poetiche: l’arte visiva».

Gli autori sono tutti italiani, da tempo coinvolti nel loro lavoro dal tema animale, che hanno indagato con modalità ed effetti differenti: Giovanni Albanese, Camilla Ancilotto, Marco Bettio, Chiara Calore, Mario Consiglio, Valentina De Martini, Fulvio Di Piazza, Dario Ghibaudo, Massimo Giacon, Sandro Gorra, Giorgio Lupattelli, Giulio Marchetti, Marco Mazzoni, Andrea Nurcis, Luca Padroni, Max Papeschi, Valeria Petrone, Nicola Pucci, Gherardo Quadrio Curzio, Mario

Ricci, Maurizio Savini, Lapo Simeoni, Velasco Vitali. Il risultato è una passeggiat­a tra linguaggi differenti - scultura, pittura, disegno - in cui la tradizione medievale del bestiario fantastico si unisce a fantascien­za e citazioni pop per realizzare una nuova mappa animale del mondo capace di attraversa­re il tempo e soprattutt­o mettere in discussion­e certezze e abitudini. Ma al di là dell’interpreta­zione di ogni singolo artista, c’è un filo rosso che unisce tutte le opere, sorprenden­temente non dettato dai curatori ma frutto naturale di una medesima sensibilit­à, una visione unitaria e paritaria del mondo in cui l’uomo diventa solo uno dei tanti attori, non più il centro esclusivo dell’agire, e la collettivi­tà, la relazione che intercorre tra esseri viventi di qualunque genere, più forte e importante della singolarit­à di ciascuno.

Ogni lavoro è collegato anche attraverso la proposta di un incipit, “noi siamo”, che viene interpreta­to da ciascuno in modo originale: ecco allora che per Giovanni Albanese per esempio, il “noi siamo” si conclude con “alchimia”, in cui la luce genera nuove creature e le modifica rendendole ponti tra vecchio e nuovo, natura e artificio; per Valeria Petrone con “magia”, la stessa con cui combina volti di fanciulle e animali simbolici; “mutanti” per Sandro Gorra, che ha scelto le dolci e fragili giraffe in una metafora dell’uomo, capace di accogliere le proprie imperfezio­ni senza smettere di essere felice, modificand­o la propria identità così come le sue giraffe perdono le macchie che tanto le caratteriz­zano pur rimanendo autentiche; o ancora “istinto”, secondo l’interpreta­zione di Giorgio Lupattelli che usa dinosauri e tarantole per indagare l’atavica paura dell’uomo verso gli animali che lo porta ad aggredirli anziché a rispettarl­i; o infine “panacea” per Marco Mazzoni che afferma il ruolo di connession­e delle donne con il mondo più profondo e ignoto delle piante e con esse del mondo animale, capaci di trasformaz­ione e di bellezza come le farfalle.

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