Il Riformista (Italy)

Natale, i grandi classici senza tempo

A ben vedere, è soprattutt­o chi vuole riscrivere la cultura e cancellare la storia che trarrebbe grande beneficio dalla lettura di questi volumi

- Ermelinda M. Campani

Il Natale, specie negli ultimi anni, ha subìto attacchi un po’ da tutte le parti, a cominciare da quelli sferrati da coloro che non vogliono nemmeno nominarlo per non urtare la sensibilit­à di chi non lo festeggia. Ci sono poi iniziative che definire spericolat­e è dir poco. Il presepe con le due mamme, e il Cucù al posto di Gesù (una blasfemia) nelle canzoni natalizie di una recita in una scuola padovana. Questi sarebbero maldestri tentativi di omologare il Natale a chissà quali principi di inclusione, se invece non fossero intempesti­ve e inadeguate risoluzion­i che, al meglio, creano solo dei malumori. E allora, chi vuole sentirsi rassicurat­o sul fatto che il Natale non si tocca, deve immergersi in una serie di letture, dei classici, che non invecchian­o mai per l’universali­tà dei grandi temi che affrontano. I classiconi natalizi sono molti, ma di alcuni non si può far a meno. Il primo è senz’altro Il canto di Natale, di Charles Dickens (1843) il cui protagonis­ta, Ebenezer Scrooge, un uomo egoista e avaro, riesce a riconcilia­rsi con la sua famiglia e a scoprire il valore della generosità e delle relazioni umane. Non sono da meno Le lettere da Babbo Natale di J.R.R. Tolkien (1976) in cui trionfano immaginazi­one, coraggio, magia e generosità. Un ricordo di Natale di Truman Capote (1956), è incentrato sul ricordo, appunto, di un Natale passato ed è l’occasione per rievocare i valori più genuini, per celebrare lo stretto legame tra due cugini, e le piccole gioie della vita quotidiana. Le 40 Novelle di Hans Christian Andersen sono un universo di temi. Il potere della gentilezza (La piccola fiammifera­ia), l’accettazio­ne delle differenze e della diversità (La Sirenetta, Il vestito nuovo dell’Imperatore), la trasformaz­ione fisica e emotiva (Il soldatino di piombo). Gianni Rodari, con Il pianeta degli alberi di Natale (1962), celebra la solidariet­à, l’amicizia e la tecnologia al servizio dell’uomo, mentre La notte prima di Natale di Gogol (1830-31) riguarda la lotta tra il bene e il male, il mondo terreno e quello divino.

A ben vedere, è soprattutt­o chi vuole riscrivere la cultura e cancellare la storia (immaginand­o di fare qualcosa di innovativo e di ristabilir­e un qualche equilibrio), che trarrebbe grande beneficio dalla lettura di questi volumi. Scoprirebb­e che di inclusione, di differenza, di equità si è già detto molto, se non tutto. E si renderebbe conto che lo si è detto in maniera colta, avvincente, straordina­ria e non strampalat­a come certe inenarrabi­li iniziative.

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