Dieci racconti per sopravvivere al Natale
Da Charles Dickens a Edgar Allan Poe, passando per i morti di James Jouce e le anime di Tokyo Godfather: letture per queste vacanze
Per digerire il panettone o un’affermazione indigesta di un parente, ecco dieci racconti (di paura) per passare indenni le vacanze di Natale. Cominciamo con il più celebre, il Canto di Natale (A Christmas Carol) di Charles Dickens, pubblicato nel 1843 e conosciuto per la travagliatissima vigilia di Natale trascorsa dal tirannico ed egoista Ebenezer Scrooge. Al banchiere inglese arrivano in visita tre spiriti: il fantasma del Natale passato, del presente e del futuro. Le terribili apparizioni condurranno Scrooge lungo le tappe della propria vita, così da provocarne una conversione in un uomo più gentile con gli altri. I fantasmi sono, a tutti gli effetti, un classico del periodo natalizio, poiché rappresentano un alter ego della nostra umanità. Tuttavia, sotto l’albero possiamo trovare gioielli letterari di ogni tipo: Edgar Allan Poe è stato un grande maestro della paura ottocentesca espressa nella forma più intima ed estroversa. Il cuore rivelatore, La maschera della morte rossa, Il gatto nero, sono racconti brevi da leggere con lunghe pause per aumentare la tensione narrativa. L’ideale per mantenere viva l’attenzione dell’uditorio.
Per gli stomaci un po’ più forti passiamo ad un altro erede della tradizione gotica: H. P. Lovecraft. La ricorrenza (The festival) è un racconto ambientato proprio durante le festività natalizie. Eppure a Kingsport la neve soffice, le stelle e l’oceano non sono sufficienti a nascondere ciò che si cela nei meandri della terra: rituali occulti e blasfemi, incubi e creature orrorifici.
Il mistero e l’immaginazione vanno di pari passo nel periodo più bello dell’anno. Robert Louis Stevenson viene conosciuto per i suoi racconti più celebri, ovvero L’isola del tesoro e Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde, ma è stato anche un grande narratore di storie natalizie da far venire i brividi per il clima di suspence che riesce a suscitare. Le avventure di John Nicholson. Una storia di Natale è un tipico giallo, in cui John viene incastrato per un omicidio che non ha commesso. Il racconto è anche lo spaccato della vita di un uomo, dei suoi tormenti e delle sue debolezze. Riuscirà a porvi rimedio? Addentrandoci sempre più denil tro la letteratura impegnata e impegnativa. I morti di James Jouce rappresenta uno dei grandi racconti del ‘900 europeo. La tradizionale festa natalizia delle signorine Morkan è l’occasione per raccontare Dublino e incontrare i fantasmi (i Morti) che raccontano tutto il perturbante dell’esistenza di Gabriel Conroy, il suo disagio interiore quale contraltare dell’effimero affresco della società conformista in cui vive. Bram Stocker, invece, vi farà pensare immediatamente alla tradizione più popolare del racconto. Celebre per il suo Dracula, ha scritto anche racconti memorabili che non possono certo mancare nel menù natalizio di storie.
Per andare un po’ più vicini ai giorni nostri e abbracciare i fantasmi del presente, Le vigilie di Natale della zia Elise. Una storia di possessione a Old Grosse Point, scritto da Thomas Ligotti, si attesta a capolavoro della letteratura dell’orrore, poichè Ligotti compie un passo ulteriore: il rito natalizio è un rito magico e occulto, i ricordi delle feste della zia Elise diventano gli incubi di un uomo che deve fare i conti con se stesso. Il tempo costituisce una matriosca di immagini attraverso le quali, incavo dopo incavo, verrà scoperta una storia celata. Ovviamente, le storie più contemporanee richiedono anche nuovi mezzi narrativi. Ci sono tantissimi fumetti sul Natale ma uno su tutti rimane indimenticabile, ovvero Hellboy: Krampusnacht, di Mike Mignola e Scott Allie. I disegni con protagonista diavolo buono sono mozzafiato, ma la storia è una di quelle da mettere alla prova ognuno di noi; infatti, questa volta le punizioni dei bambini cattivi verranno prese molto seriamente.
C’è anche spazio per le anime. Tokyo Godfather del regista Satoshi Kon porta lo spettatore a Tokyo, dove tre senzatetto trovano nell’immondizia una bambina. Decidendo di ripotarla ai genitori e sfidare i pericoli della metropoli, colgono anche l’occasione di affrontare il loro destino. In questa animazione, dai toni melodrammatici, l’elemento fantastico appare repentino, più vicino alla fatalità che alla magia. La crudeltà della realtà è tutto l’orrore che il mondo ha da offrire. Per concludere, un grande classico dei cartoni animati: Nightmare Before Christmas. Il manifesto di Tim Burton si presenta come un’ode al coraggio di chi sceglie di autodeterminare se stesso, anche difronte a un fato arcano che pare insormontabile.
E forse si ritrova qui il significato del Natale: dare nuova speranza
Affrontare tutte le paure grazie alla forza dell’immaginazione