Il Riformista (Italy)

Etiopia, Addis Abeba dichiara Default

Ristruttur­azione e nuovo rilancio per un Continente martoriato

- Alberto Gandossi

Gli effetti del Covid, delle guerre, delle instabilit­à globali continuano a fare danni nel mondo. È notizia di ieri che l’Etiopia guidata dal Premio Nobel per la Pace Abiy Ahmed Ali è in default. Diventa così il 3° Paese dopo lo Zambia e il Ghana rispettiva­mente nel 2020 e nel 2022. Addis Abeba scivola in insolvenza sul suo debito estero. Ma come siamo arrivati sin qui? L’Etiopia aveva inizialmen­te richiesto un alleggerim­ento del debito già nei primi mesi del 2021. I progressi nelle trattative sono stati rallentati dalla guerra civile, ma con le riserve di valuta estera esaurite e l’inflazione alle stelle, tra cui la Cina, hanno accettato un accordo di sospension­e del servizio del debito. Ma, ieri, Addis Abeba non è stata più in grado di ripagare i propri debiti, dopo non essere riuscita a pagare 33 milioni di euro sul suo unico titolo di stato internazio­nale. Già a gennaio 2023 la Cina aveva cancellato 4,5 milioni di dollari su un debito di 30 milioni confermand­o la fiducia e le politiche di sviluppo nel territorio. La Cina ha dimostrato così di comportars­i diversamen­te rispetto ai creditori occidental­i, che insistono sul rispetto dei termini e delle scadenze dei pagamenti. D’altro canto, i creditori occidental­i sembrano essere rimasti indietro rispetto alla Cina nel gestire la situazione del debito dell’Etiopia. Molti creditori occidental­i si sono trovati impreparat­i di fronte al default e sono ancora alla ricerca di soluzioni per recuperare il denaro che è stato loro mancato. In conclusion­e le lezioni da trarre sono: (i) è necessario un approccio flessibile e orientato alla cooperazio­ne verso i diversi paesi in via di sviluppo che hanno problemi finanziari. La Cina gioca oggi un ruolo chiave e non possiamo non tenerne conto; (ii) il mondo Occidental­e, Europa in testa, deve mettere in campo strategie proattive e farsi portatore di nuovi strumenti per la riduzione del debito e politiche sostenibil­i.

Cambiare si può, tentare si deve.

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