Etiopia, Addis Abeba dichiara Default
Ristrutturazione e nuovo rilancio per un Continente martoriato
Gli effetti del Covid, delle guerre, delle instabilità globali continuano a fare danni nel mondo. È notizia di ieri che l’Etiopia guidata dal Premio Nobel per la Pace Abiy Ahmed Ali è in default. Diventa così il 3° Paese dopo lo Zambia e il Ghana rispettivamente nel 2020 e nel 2022. Addis Abeba scivola in insolvenza sul suo debito estero. Ma come siamo arrivati sin qui? L’Etiopia aveva inizialmente richiesto un alleggerimento del debito già nei primi mesi del 2021. I progressi nelle trattative sono stati rallentati dalla guerra civile, ma con le riserve di valuta estera esaurite e l’inflazione alle stelle, tra cui la Cina, hanno accettato un accordo di sospensione del servizio del debito. Ma, ieri, Addis Abeba non è stata più in grado di ripagare i propri debiti, dopo non essere riuscita a pagare 33 milioni di euro sul suo unico titolo di stato internazionale. Già a gennaio 2023 la Cina aveva cancellato 4,5 milioni di dollari su un debito di 30 milioni confermando la fiducia e le politiche di sviluppo nel territorio. La Cina ha dimostrato così di comportarsi diversamente rispetto ai creditori occidentali, che insistono sul rispetto dei termini e delle scadenze dei pagamenti. D’altro canto, i creditori occidentali sembrano essere rimasti indietro rispetto alla Cina nel gestire la situazione del debito dell’Etiopia. Molti creditori occidentali si sono trovati impreparati di fronte al default e sono ancora alla ricerca di soluzioni per recuperare il denaro che è stato loro mancato. In conclusione le lezioni da trarre sono: (i) è necessario un approccio flessibile e orientato alla cooperazione verso i diversi paesi in via di sviluppo che hanno problemi finanziari. La Cina gioca oggi un ruolo chiave e non possiamo non tenerne conto; (ii) il mondo Occidentale, Europa in testa, deve mettere in campo strategie proattive e farsi portatore di nuovi strumenti per la riduzione del debito e politiche sostenibili.
Cambiare si può, tentare si deve.