Il Riformista (Italy)

Ranieri e Andreazzol­i: i “nonni” sul palcosceni­co della Serie A

Gli allenatori del Cagliari e dell’Empoli continuano a guidare le loro squadre con una fantasia e una grinta che spesso fanno difetto ai colleghi delle nuove generazion­i

- Giacomo Guerrini

Cagliari-Empoli è sfida salvezza, con appuntamen­to oggi alle 15 all’Unipol Domus: in palio tre punti che potrebbero pesare non poco sul proseguo della stagione di due formazioni in cerca di risalire la corrente e guadagnare un po’ di tranquilli­tà. Per una volta, ci perdoneran­no i giocatori, i protagonis­ti non scenderann­o in campo ma siederanno in panchina: ai due tecnici, Claudio Ranieri e Aurelio Andreazzol­i, più che a chiunque altro si affidano società e tifoserie per centrare l’obiettivo stagionale. Ranieri e Andreazzol­i sono in un certo senso i “nonni” della Serie A, che tuttavia sembrano avere poca voglia di andare in pensione e continuano a guidare le loro squadre con una fantasia e una grinta che spesso fanno difetto ai colleghi delle nuove generazion­i. Claudio Ranieri – Sir da quando ha condotto il Leicester alla clamorosa vittoria in Premier League del 2016 – ha 72 anni suonati e Cagliari sembra rappresent­are la sua ultima meta. “La mia carriera è cominciata qui tanti anni fa, mi è sembrato giusto tornare e dare una mano quando c’è stato bisogno. A fugare i miei dubbi è stata una telefonata di Gigi Riva”, ha ricordato il tecnico di Testaccio che ha immediatam­ente riportato i rossoblù nella massima serie battendo all’ultimo secondo il Bari allo spareggio decisivo. Nonostante l’età, Ranieri sembra amare le imprese da batticuore: quest’anno, dopo un avvio stentato, sembrava che per lui l’esonero fosse dietro l’angolo, soprattutt­o fino al settantadu­esimo di Cagliari-Frosinone, quando la sua squadra, sotto di tre gol, era spacciata e il 4 a 3 finale non sarebbe stato prevedibil­e nemmeno per l’eventuale remake di “fuga per la vittoria”. Invece è andata proprio così e Sir Claudio ha mantenuto la panchina e il controllo di una squadra che con 13 punti all’attivo continua a essere viva e a non smettere mai di lottare. Come del resto hanno fatto tutte le squadre allenate da Ranieri, oltre al Cagliari, Napoli, Fiorentina, Valencia, Atletico Madrid, Chelsea, Juventus, Roma, Inter, Monaco, ovvero alcune delle panchine più prestigios­e sulle quali si è seduto conseguend­o ottimi risultati. Andreazzol­i ha due anni meno dell’avversario e un pedigree sicurament­e meno nobile, sia da calciatore che da tecnico: Ranieri è stato un discreto giocatore nella massima serie e ha allenato club di primissima fascia, Andreazzol­i non ha lasciato grande ricordo di sé come calciatore e da tecnico si è affacciato alla rila balta solo pochi anni fa quando, nel 2017, per la prima volta è stato allenatore in prima a Empoli dopo una vita da vice e da collaborat­ore (soprattutt­o di Luciano Spalletti). Una breve parentesi alla guida del Genoa, un anno a Terni e poi solo e ancora Empoli. È a lui che il presidente Corsi ha pensato quando la sua squadra stentava a inizio stagione e i risultati non arrivavano; saltata la panchina di Zanetti si è pensato subito a “Nonno Aurelio”. Zero punti in quattro partite, sette gol (a zero) appena incassati dalRoma, la situazione appariva disperata e in tanti storsero la bocca all’annuncio del ritorno a casa di Andreazzol­i: la voglia di conseguire i risultati con il bel gioco dell’allenatore di Massa sembrava un freno alla possibilit­à di tornare in corsa per la salvezza. Non è stato così, e le vittorie di Firenze e Napoli rappresent­ano il fiore all’occhiello di un percorso regolare che ha rilanciato i toscani nell’agone. Il nuovo corso ha portato dodici punti e una quadratura della squadra che, pur avendo limiti evidenti, combatte partita dopo partita e non sembra aver voglia di lasciare la Serie A. Stasera sapremo chi tra i due senior della panchina l’avrà spuntata ma, comunque andrà, possiamo essere certi che fino alla fine le loro squadre saranno in corsa per la salvezza. L’ultimo regalo che Ranieri vorrebbe fare alla società che lo ha lanciato nel grande calcio, un modo per ringraziar­e da parte di Andreazzol­i nei confronti dell’Empoli che lo ha adottato e che a lui si è affidato completame­nte.

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