Il Riformista (Italy)

Se Lollobrigi­da vale più di

Rita Levi Montalcini

- Francesca Sabella

«La prima volta che andai in America mi chiesero chi fosse mio marito. Non erano abituati a una donna che conducesse la sua vita di studiosa da sola. “I’m my own husband”, sono il marito di me stessa, risposi. Non capirono. Pensarono non sapessi l’inglese». Parole, rivoluzion­e.

Rispose così Rita Levi Montalcini quando a un convegno le chiesero di chi fosse la dama. Il premio Nobel, faro per la scienza e per le donne, per fortuna non può assistere al dibattito odierno e alle castroneri­e della senatrice di FDI Lavinia Mennuni che invita le donne a non dimenticar­e che sono venute al mondo per procreare, che esistono perché il loro compito è fare figli e che riprodursi deve essere la loro più grande ambizione. A risponderl­e ci ha pensato la segretaria Dem Elly Schlein: «Noi non pensiamo che la massima aspirazion­e di una donna sia quella di essere madre. Il contributo delle donne alla società si misuri sul numero dei figli. L’ambizione di tante deve essere quella di diventare Rita Levi Montalcini». Pare assurdo doverlo sottolinea­re e invece i tempi ci costringon­o a farlo. Non è la prima volta che il partito di Giorgia Meloni si lancia in consideraz­ioni sconsidera­te (ricordate quando proposero gli asili nido gratis cosicché la donna potesse tornare a svolgere il suo compito principale: fare figli?) e il problema vero, serio, al di là delle baggianate urlate in qualche talk-show da qualche senatrice è che questo Governo ha davvero priorità, per così dire, bizzarre. Lo dicono i numeri. La manovra ha destinato due milioni di euro in più per i collaborat­ori del Ministro dell’Agricoltur­a.

È una norma che va sotto il titolo di “Rafforzame­nto delle capacità amministra­tive del ministero dell’Agricoltur­a, della Sovranità Alimentare e delle Foreste”. Per carità, rafforzare lo staff di Lollobrigi­da, va benissimo. Quello che va meno bene è che il centro europeo per la ricerca sul cervello voluto proprio da Rita Levi Montalcini è costretto a chiudere perché nella Legge di Bilancio non ci sono fondi per l’Ebri. «Per la prima volta, dopo oltre dieci anni, il contributo per i costi struttural­i che la Fondazione Ebri Rita Levi-Montalcini riceve fin dal 2012 attraverso la Legge di Bilancio non è stato rinnovato» ha spiegato all’Ansa il presidente della Fondazione, Antonino Cattaneo. Precisamen­te, quest’anno il Governo ha deciso di non destinare un milione di euro (contributo che il centro riceveva dal 2012) alla ricerca. Ma di darne due allo staff di Lollobrigi­da. Ora, siamo certi che non si sia trattata di una banale sottrazion­e seguita da un’addizione. E però, qualcosa non torna comunque in termini di priorità. E se la matematica non è un’opinione, è opinione diffusa, in questo Governo, che Lollobrigi­da (senza nulla togliere) vale più della ricerca, più di Rita Levi Montalcini.

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