CAOS GLOBALE
IRAN, ESPLOSIONI AL CIMITERO DI KERMAN CI SONO PIÙ DI CENTO MORTI
“Io a Lecce non torno, e se andrò mai via da qui, non sarà per tornare in Italia: servizi non ci sono, e aprire un negozio è un’odissea. Peccato però: noi potremmo essere la Florida d’Europa”. Sono parole avvilenti di Andrea, direttore di un negozio di articoli sportivi qui a Miami, 4.500 dollari al mese, tassati la metà di quanto lo sarebbero da noi “dove se guadagni come me ti considerano un ricco da punire”. Annuisco mortificato. In più, un dettaglio: Andrea non è iscritto all’Aire, eppure ha comunicato la sua presenza qui alle autorità della Florida. Domanda: sicuri che i 377 mila italiani emigrati tra il 2011 e il 2021 censiti da Istat siano tali, e non molti di più, come temo io? Eppure, di giovani avremmo disperato bisogno, almeno per mantenere i nostri genitori che saranno sempre più, e sempre più anziani.
Ma possiamo biasimare chi insegue il sogno di crescere professionalmente (in quattro anni Andrea è passato da commesso a direttore), indipendente economicamente dalla famiglia d’origine e dallo Stato? Essere patrioti dovrebbe significare allestire le condizioni perché i ragazzi possano voler rimanere o addirittura venire in Italia. Invece siamo ultima destinazione di emigrazione di europei tra 20 e 39 anni, la riforma fiscale è impalpabile perché si è convinti che il consenso sia figlio di una spesa pubblica ciclopica da non limare che produce reddito di cittadinanza per chi lavora in nero o delinque, ma non per i 3mila senzatetto che dormono a Milano al gelo; non si vede mezza regola in meno, la pubblica amministrazione continua a intralciare e assumere (adulti, e non nativi digitali come servirebbe). Qui Taylor Swift, alfiere della massima “There’s no business like show business” invita i giovani a votare. Da noi attori e cantanti fanno l’esatto opposto. Le elezioni americane sono crocevia incerto e importante per chi come noi dipende da altri per la propria sicurezza, con l’Europa incapace di darsi una difesa comune e i regimi d’Oriente minacciosi, ma si giocano su grandi questioni economiche per far crescere tutti, da chi più ha perché più fa, a chi ha meno ma deve poter fare e avere di più per essere incluso e dunque integrato (immigrati compresi). Non sono una gara tra chi illude i meno abbienti di avere mancette irrilevanti. E mentre la nostra premier cerca di educare deputati pistoleri, il Presidente della Repubblica richiama il Governo a minor difesa di caste (balneari e ambulanti), e Forza Italia, ridotta a partito medieval-corporativo sta zitta e muta, qui Hannah mette su in dieci giorni una compagnia di noleggio auto tramite app dedicata al peer to peer (in Italia vietato, e si paga il bollo): i proprietari affittano la loro a chi voglia scorrazzare per la Florida. E questo si somma a taxi, Uber, e al suo concorrente Lift. Risultato? Hannah fa l’imprenditrice, e Jaime, immigrato, guadagna 4000 dollari facendo il driver. Altro che bivacco. Anche quello all’emancipazione è un diritto civile. E si regge sul binomio concorrenza-libertà.