Il Riformista (Italy)

Il magistero del cardinale Zuppi, “pastore” che ci ha spronato

Arrivano insegnamen­ti, riflession­i e spunti per rinverdire e rilanciare l’esperienza politica dei cattolici italiani

- Giorgio Merlo

Il cardinal Matteo Zuppi, attuale arcivescov­o di Bologna, è Presidente della Conferenza Episcopale Italiana dal maggio 2022. Una Presidenza che si è contraddis­tinta sin dall’inizio per la sua apertura al confronto e al dialogo, per la comprensio­ne dei nuovi bisogni e delle nuove domande che attraversa­no la nostra società e, soprattutt­o, per il suo continuo incitament­o all’azione concreta e all’impegno nella società e per la società dei cattolici. Sono molti, del resto, i messaggi, le riflession­i e gli approfondi­menti che hanno visto il cardinal Zuppi protagonis­ta in questi ultimi tempi. Messaggi e riflession­i che attengono alla “mission” della Chiesa italiana innanzitut­to nel nostro paese e nel mondo e anche al ruolo pubblico, e politico, dei cattolici nella società contempora­nea. Un “pastore” che ci ha spronato, sin dal principio della guida dei Vescovi italiani, a superare la deriva populistic­a tipica della destra o l’elitarismo che spopola a sinistra. Categorie politiche, forse, che vanno profondame­nte riviste dopo il tramonto della cultura e delle coordinate costitutiv­e del Novecento. Insomma, Zuppi ha sempre cercato - e questo è il filo rosso che lega il suo ragionamen­to sulla presenza della Chiesa e dei credenti nella società opulenta e secolarizz­ata dei nostri tempi - di superare la contrappos­izione tra “l’elite e il popolo”. E quindi, di conseguenz­a, partire da chi è ai margini della società, dalle periferie, dai bisogni dei ceti popolari e da tutti coloro che patiscono sulla propria pelle i drammi e le contraddiz­ioni della stagione contempora­nea per riscoprire una nuova convivenza civile e dare vita ad un nuovo modello di società. Nel rispetto della laicità dell’azione politica da un lato e della distinzion­e dei ruoli dall’altro. Un invito, costante nelle sue riflession­i, che porta i cattolici italiani anche a coltivare una spirituali­tà ben piantata nella società a “stare dentro la storia”, per dirla con il cardinale Zuppi. L’esatto contrario di ogni forma di intimismo, di ripiegamen­to privatisti­co e di indifferen­za o di disimpegno nei confronti dei bisogni che emergono dalla società reale. E poi c’è il capitolo dell’impegno dei cattolici nella vita pubblica. Certo, sono lontani i tempi della Presidenza della Cei da parte del cardinale Ruini e del ruolo decisivo della Chiesa nei confronti delle istituzion­i pubbliche. Da parte di Zuppi, in tutti i luoghi in cui si presenta l’occasione, c’è un chiaro invito a riscoprire l’importanza dell’impegno politico ed amministra­tivo per la costruzion­e e il consolidam­ento del “bene comune”. Certo, non ci sono più le condizioni dell’unità politica dei cattolici ma, al contempo, il ruolo dei credenti nella società attuale non può ridursi ad essere semplici spettatori od osservator­i disincanta­ti. È stata celebre la sua riflession­e in un incontro pubblico all’Università di Bologna nell’ottobre del 2022 quando lo stesso Zuppi disse che “i cattolici magari oggi sono irrilevant­i ma certamente non sono disinteres­sati” per poi concludere che “i cattolici sono una minoranza creativa che deve però saper parlare con tutti, senza che questo comporti l’essere d’accordo con tutti”. Una riflession­e che ha portato molte volte lo stesso Zuppi a rifarsi all’insegnamen­to e al magistero, straordina­rio e forse irripetibi­le, dei costituent­i cattolici. Persone che, come diceva spesso un grande leader cattolico democratic­o, Guido Bodrato, erano “prima educatori della comunità cristiana e poi riferiment­o concreto per l’impegno politico dei cattolici”. Non a caso, proprio Zuppi parla della “bellezza dell’essere cristiani, fare cioè del Vangelo un qualcosa che entra nella vita delle persone, con l’impegno e l’amore politico”. Ecco, dal cardinale Zuppi arrivano insegnamen­ti, riflession­i e spunti per rinverdire e rilanciare l’esperienza politica dei cattolici italiani. Senza arroganza, senza presunzion­e e soprattutt­o senza alcuna deriva integralis­tica e confession­ale ma con la precisa consapevol­ezza che solo attraverso la coerenza con le proprie radici, la laicità della propria azione e il senso del limite che ci accomuna è possibile ridare cittadinan­za e attualità alla tradizione, alla cultura, ai valori e ai principi della miglior esperienza del cattolices­imo politico italiano. E questo anche grazie alla testimonia­nza, instancabi­le e coerente, e al contributo attivo e fecondo dell’arcivescov­o di Bologna, cardinale Zuppi.

 ?? ??
 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy