Il Riformista (Italy)

Sì, polemica per ottenere un consenso non fondato sull’amore per la verità

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Bianco Padre che da Roma ci sei meta, luce e guida, in ognun di noi confida, su noi tutti puoi contar… Sono alcune delle parole del ritornello dell’inno di Azione cattolica che ogni tanto, quando ero piccola, veniva rispolvera­to in alcune occasioni. Certo, quell’inno fu composto ai tempi di Pio XI, il grande difensore dell’Azione Cattolica davanti alle pretese del Fascismo che, come ogni regime totalitari­o, mal sopportava che, guarda caso, l’educazione dei giovani non fosse esclusivo appannaggi­o dello Stato ma fosse oggetto delle attenzioni della Chiesa attraverso le sue organizzaz­ioni, delle quali l’Azione cattolica rappresent­ava il fiore all’occhiello, la pupilla degli occhi del Papa, come la definì lui stesso. Altri tempi, certo. Con pari certezza, tuttavia, posso affermare che la continua polemica tra i cosiddetti conservato­ri e i cosiddetti progressis­ti non fa bene alla Chiesa. Le polemiche e i voluti contrasti non fanno mai bene, in qualsiasi campo esse possono nascere. All’interno della Chiesa ancora di più, perché esse disorienta­no i credenti. Del resto la Chiesa, per divino mandato, è il popolo di Dio e al Papa, con i vescovi, è affidato il compito di custore il depositum fidei. Allo stesso modo, non condivido la dicotomia costruita attorno alle parole dottrina e pastorale, quasi che fossero campi diversi, al primo del quale è deputato il compito di dire sempre no, al secondo di dire sempre sì. Se proprio devo dirla tutta, non condivido neanche quella sorta di opposizion­e tra papa Benedetto, scomparso proprio un anno fa, e papa Francesco: l’uno il conservato­re irriducibi­le, l’altro il riformator­e a tutti i costi. Eppure, il magistero di Papa Francesco non ha mutato una virgola rispetto ai suoi predecesso­ri. Allora, come credente, invito tutti a riflettere per interrompe­re quella serie di polemiche interne che dividono e confondono. Il Papa è il Papa: quando parla ex cathedra, il suo insegnamen­to è infallibil­e; in tutte le altre occasioni egli si fa portavoce delle istanze di bene dell’umanità. Eventuali critiche possono essere mosse ma non a favore di media. L’allora cardinale Ratzinger, Prefetto della Congregazi­one per la dottrina della fede, non era d’accordo con Giovanni Paolo II in merito alla giornata di preghiera per la pace di Assisi. Cosa fece il cardinale? Espresse le sue riserve convocando una conferenza stampa? No! Le manifestò durante la settimanal­e udienza di tabella e il Papa gli confermò l’incarico di prefetto dell’ex Sant’Uffizio, incarico che mantenne per più di vent’anni, sino alla elezione al soglio pontificio. Onestà intellettu­ale e stile da parte del cardinale, fiducia totale del Papa. Quanto bisogno abbiamo tutti noi, ma soprattutt­o i giovani, di esempi come questi! Penso sempre ai giovani: il loro rapporto con la fede e la Chiesa è alquanto doloroso, in aggiunta cosa può pensare un giovane di queste continue polemiche e divisioni? Che abbia ragione chi dice credo in Gesù ma non voglio sentir parlare della Chiesa? Eppure la Chiesa è stata voluta da Gesù Cristo con il preciso compito di difendere la fede e ammaestrar­e tutti i popoli. E Pietro si recò a Roma proprio per questo motivo. E sarai meco sanza fine cive / di quella Roma onde Cristo è romano (Pg. XXXII, vv. 101 – 102). Cosa dice Gesù, nel Quo vadis, a Pietro che fugge da Roma per evitare il martirio? Eo Romam iterum crucifigi. Concludo con un auspicio, come credente e come cittadina: mi auguro che cessino le continue polemiche, in tutti i campi, soprattutt­o quelle polemiche nate a favore di social per ottenere un consenso destinato a durare poco, perché non fondato sull’amore per la verità. Visto che ho iniziato citando l’inno dell’Azione cattolica, chiudo citando l’Inno Pontificio: Pontifex, Tu Christi es Vicarius super terram, rupes inter fluctus, Tu es pharus in tenebris; Tu pacis es vindex, Tu es unitatis custos, vigil libertatis defensor; in Te potestas. Questo e non altro è il mandato del Papa cui i credenti devono obbedienza e rispetto. Sempre.

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