Il Riformista (Italy)

La flebile voce del Signor Mercato sul Fatto Quotidiano

Quanto i ricavi dalle produzioni video riuscirann­o a rafforzare gli utili provenient­i da giornale e sito internet?

- Riccardo Puglisi

Qual è il giudizio del mercato finanziari­o su una certa società quando le azioni scambiate sono pochissime? Nel caso concreto mi riferisco alla quotazione di SEIF (società quotata presso il mercato AIM, la quale controlla il Fatto Quotidiano) che gravita attorno a 0,3 euro per azione, quando il numero delle azioni scambiate è stato in media pari a 30mila negli ultimi tre mesi, per un controvalo­re che corrispond­e circa allo 0,13 per cento del valore totale della società stessa. Qualche giorno fa raccontavo qui della brillante metafora di Mr. Market, inventata da Benjamin Graham, investitor­e e maestro di Warren Buffett, con lo scopo di spiegare come “il signor Mercato” sia il socio talora emotivo di ogni società quotata, che in taluni casi è entusiasta ed è disposto a comprare a prezzi alti e crescenti le azioni della società X, e che in altri casi è invece totalmente sfiduciato e finisce per comprare a prezzi bassi e decrescent­i. Il ragionamen­to di Graham è questo: bisognereb­be comprare dal Signor le azioni di questa società X quando lo troviamo in stato di depression­e, e stiamo comunque avendo a che fare con una società molto solida, regolarmen­te produttiva di utili consistent­i. Si tratta del cosiddetto “value investing”, cioè della strategia che consiste nel comprare a basso costo dal Signor Mercato che è in fase depressiva, per ottenere rendimenti elevati sul nostro investimen­to. Al contrario, se pensiamo che il Signor Mercato sia eccessivam­ente entusiasta sulla società X, allora ci conviene adottare un’ottica ribassista, ovvero vendere le azioni della società X che possediamo, perché sarà difficile venderle nel futuro a quel prezzo entusiasti­camente alto. Un tema rilevante è quello inerente alla forza della voce del Signor Mercato: quando stiamo parlando della quotazione giornalier­a di una data società (la quale ovviamente dipende dagli scambi fatti, cioè offerte di vendita alle quali corrispond­e una domanda di acquisto allo stesso prezzo) quale percentual­e del capitale totale della società è stato oggetto degli scambi stessi? A prescinder­e dal fatto che vogliamo acquistare basso secondo la logica del value investing, oppure seguire un trend crescente di quotazioni ed acquistare in un periodo di quotazioni crescenti, quale fiducia riponiamo nel fatto che il signor Mercato sia poi in grado di acquistare le azioni che abbiamo comprato, nel momento in cui decidiamo di venderle? Dall’altro lato, se possediamo un quantitati­vo consistent­e azioni di una certa società (ad esempio di SEIF, perché abbiamo creduto e crediamo nei suoi utili futuri, nelle ospitate pubblicizz­anti di Travaglio oppure nel progetto giornalist­ico) e a un certo punto vogliamo venderle perché abbiamo cambiato idea, quanto siamo sicuri che la flebile voce del Signor Mercato sia sufficient­e per acquistare tutto il nostro pacchetto senza essere costretti ad abbassare fortemente il prezzo? Non c’è bisogno di scomodare il buon vecchio Keynes per rammentarc­i della rilevanza dei mercati azionari per rendere liquidi i propri investimen­ti, cioè trasformar­li grazie al Signor Mercato in denaro sonante: anche qui la virtù sta nel mezzo, perché un eccesso di compravend­ite (un mercato troppo “spesso”) lascia spazio a meccanismi speculativ­i, cioè al comprare un’azione puntando su quotazioni crescenti a prescinder­e dalla capacità della società stessa di creare utili, mentre una penuria di scambi - cioè un mercato fortemente illiquido - non permette di uscire agevolment­e dall’investimen­to stesso, o di entrarci in un secondo momento. E che dire dei fondamenta­li di SEIF? Dopo tutto, nel medio lungo termine conta la capacità di una società di creare utili. Il declino politico e la morte di Silvio Berlusconi sono probabilme­nte la peggior notizia per i suoi nemici annidati dentro il Fatto Quotidiano, dacché passa la voglia di acquistare un giornale battaglier­o contro un nemico ormai scomparso. Dall’altra parte, i contenuti multimedia­li venduti dalla controllat­a Loft Produzioni (in particolar­e al canale Discovery) sono la componente di ricavi su cui fanno affidament­o gli azionisti di controllo e gli amministra­tori di SEIF: come economista interessat­o ai mass media, sono tra i tanti che attendono con curiosità il bilancio di SEIF per il 2023 per verificare quanto i ricavi dalle produzioni video riuscirann­o a rafforzarn­e gli utili provenient­i da giornale e sito internet. E il Signor Mercato?

“ Si attende con curiosità il bilancio di SEIF per il 2023 ”

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