Il Riformista (Italy)

Abolito il reato di abuso d’ufficio L’Anm va subito sulle barricate

Il tentativo di coinvolger­e nella battaglia manettara gli esponenti del Pd e del M5S

-

sottolinea­to Ricci.

A favore dell’abuso d’ufficio, come detto, la parte più ideologizz­ata della magistratu­ra che vede il concreto rischio di non avere più il reato “prezzemolo” da usare come una clava e con una discrezion­alità senza pari. Con la cancellazi­one del reato di abuso d’ufficio “l’Italia assumerà una posizione di debolezza rispetto all’Ue, che invece chiede che la norma sia presente nei codici penali di tutti gli Stati anche soltanto in una forma destinata a sanzionare una fattispeci­e minore di illegalità da un punto di vista quantitati­vo pur di evitare che esistano ambiti di totale impunità”, ha tuonato il presidente dell’Anm Giuseppe Santalucia. “Come può il diritto penale restare indifferen­te a un pubblico funzionari­o che abusa dei suoi poteri, che prevarica i diritti dei cittadini, che assume comportame­nti di angheria nei confronti dei diritti dei privati? Questo è inaccettab­ile”, ha quindi aggiunto Santalucia evocando scenari apocalitti­ci. A dargli manforte, il pm romano

Eugenio Albamonte, suo predecesso­re al vertice dell’Anm ed anch’egli esponente della sinistra giudiziari­a che si è spinto ad evocare addirittur­a il “conflitto di classe”. “Il governo ha introdotto nuove fattispeci­e criminali su questioni minori come i rave party o gli imbrattame­nti dei muri per ragioni di demagogia penalistic­a e poi invece si guarda bene dal rafforzare il sistema sanzionato­rio, anzi lo indebolisc­e. È un governo che si mostra forte con i deboli e debole con i forti, che combatte una presunta ribellione di marginalit­à sociale e vezzeggia i politici locali quando commettono reati”, ha esordito Albamonte. “C’è stata una pressione forte da parte degli amministra­tori locali proprio all’insegna dello slogan della paura della firma ma gli amministra­tori locali non dovrebbero avere alcuna paura se agiscono sapendo di rientrare nei parametri della legalità. Non dovrebbero temere la mera iscrizione nel registro degli indagati perché altrimenti cosa dovrebbero fare medici, giornalist­i e magistrati, vale a dire tutte le categorie ad alto tasso di esposizion­e a denunce?”, ha aggiunto poi Albamonte, ritenendo evidenteme­nte la cosa più normale essere indagati, dover nominare un avvocato, spendere dei soldi per difendersi, e sperare di trovare un giudice che si sia letto le carte e che poi assolva l’innocente di turno. Ma la “chicca” dell’Albamonte-pensiero ha riguardato la cancellazi­one, a seguito dell’abrogazion­e del reato, di oltre tremila condanne definitive per abuso d’ufficio. “Si tratta di fattispeci­e rilevanti con abusi che risulteran­no privi di ogni sanzione anche quando sia accertata la responsabi­lità penale. Non mi sembra un grande segnale nei confronti dell’opinione pubblica”, dimentican­do le decine e decine di casi in passato in cui reati sono stati modificati o, come in questo caso, abrogati.

 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy