Il Riformista (Italy)

Gli sfidanti di Trump se la giocano sugli aiuti a Kiev

Il Tycoon è furioso con i suoi sia con DeSantis che con la Haley: «Traditori che annaspano nella vergogna»

- Paolo Guzzanti

“Proprio perché non vogliamo guerre che ci coinvolgan­o, dobbiamo fermare le guerre già programmat­e a nostro danno, prima che arrivino alle porte degli Stati Uniti. Guardate la Cina: ha detto che voleva Hong Kong, e se l’è presa. Guardate la Russia: ha detto che voleva l’Ucraina e che poi dopo toccherà alla Polonia e alle repubblich­e baltiche. Questo significa che nei piani russi è compresa una guerra contro la Nato e a quel punto ci troveremmo in guerra con la Russia, alleata e legata al cento per cento con la Cina. E la Cina sta aspettando di vedere che cosa succede: se la Russia riuscirà davvero a prendersi l’Ucraina, quello sarà il segnale per Pechino dove Xi Jinping dirà: se Mosca ha preso l’Ucraina senza pagare prezzi troppo alti, allora è tempo per noi di prendere Taiwan. E lo faranno. E tutti gli interessi americani nel Pacifico saranno gravemente compromess­i”.

Così ha parlato Nikki Haley in Iowa dove si svolgono i caucus del GOP repubblica­no l’unica a con qualche chances di battere Donald Trump come candidata per la Casa Bianca. È un fatto nuovo da registrare: per la prima volta dal campo repubblica­no si leva una voce autorevole e forte a favore della politica di aiuti economici e militari a Kiev, non per beneficenz­a ma per proteggere con lungimiran­za gli interessi americani nel mondo.

L’altro candidato relativame­nte forte nella corsa repubblica­na, anche se Donald Trump viaggia su cifre stratosfer­iche nei sondaggi, è Ron DeSantis, governator­e della Florida che per lungo tempo è stato considerat­o il candidato ideale del partito conservato­re prima che Trump gli tagliasse la strada. De Santis la pensa come Trump e non è affatto dell’idea che si debba aiutare l’Ucraina e che il contribuen­te americano è stufo e l’Europa non merita spese. Come Trump secondo il quale l’Europa può andare all’inferno e non deve concedere un solo dollaro o un soldato per quel mondo ingrato che è sopravviss­uto a due guerre mondiali soltanto grazie agli Stati Uniti d’America e per cui non vogliono mettere a rischio il benessere di un solo lavoratore americano. Donald Trump è furioso sia con Ron DeSantis che con la Haley, già sua fedele portavoce duranma te la sua Presidenza all’interno delle Nazioni unite come ambasciatr­ice americana al Palazzo di vetro. Trump lo sibila nei microfoni: “Traditori, sono due traditori perché cercano di tagliarmi la strada dopo aver promesso che non l’avrebbero mai fatto e oggi annaspano nella vergogna”. Questo il commento del più amato e temuto candidato alla Presidenza degli Stati Uniti e nel mondo. La Haley ha anche giocato la carta europea in senso opposto a quello di Trump: “Guardate l’Europa, ha detto: si sta accollando la spesa e l’impegno di difendere l’Ucraina e lo farà anche senza di noi. Ma lo farà davanti ai nostri occhi e ci troveremo in una posizione insostenib­ile con gli alleati, perché non dobbiamo mai dimenticar­e che gli Stati Uniti hanno un enorme bisogno di alleati, di amici, di nazioni vicine”. Poi la Haley ha sostenuto che per difendere l’Ucraina da una vittoria russa basta soltanto il tre per cento della spesa militare americana. La sua posizione è ora allineata con quella del primo ministro britannico Rishi Sunak. Sunak sta agendo molto fermamente sul fronte delle guerre – Medio Oriente e Ucraina, ma anche per la nuova questione balcanica che ha al centro la Serbia e il risorgente conflitto bosniaco. È un fatto curioso che sia Rishi Sunak che la Halley siano su posizioni fermissime in difesa dell’Occidente, essendo entrambi figli dell’impero britannico. La Haley si chiama in realtà Nimrata Randhawa, figlia di genitori indiani: detta per brevità Rikki e ha poi sposato Michael Haley. Di sé stessa dice: “Non sono nera, e non sono neanche bianca. Mia madre mi ha educato a considerar­e le somiglianz­e anziché le differenze”. La sua posizione pro-Ucraina nasce da due ragioni, una storica e una politica. La ragione storica sta nella sua indubbia competenza in politica estera e il motivo politico è ovvio: fra lei e Trump non ci può essere accordo proprio nella posizione sull’Ucraina.

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Ron DeSantis e Nikki Haley durante il dibattito della CNN
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