Il Riformista (Italy)

Milan-Roma, Pioli vs Mou Due difficoltà a confronto

I rossoneri sembrano aver ripreso il cammino interrotto e da qualche giornata. I gialloross­i invece pagano gli infortuni cronici, soprattutt­o quello di Dybala

- Giacomo Guerrini

Milan-Roma è senza dubbio la partita di cartello della prima gara del girone di ritorno del nostro campionato. Domani alle 20.45 a San Siro si affrontera­nno due squadre in difficoltà per la fresca eliminazio­ne dalla Coppa Italia che ha lasciato strascichi notevoli in ambienti già di per sé non al massimo dell’entusiasmo. Domani sarà anche Stefano Pioli contro Josè Mourinho, la normalità contro l’eccesso, i toni pacati contro le urla, il basso profilo contro l’esagerazio­ne. Leggere di un possibile esonero del portoghese in caso di sconfitta domani e di un gradimento ai minimi storici per l’allenatore dell’ultimo scudetto rossonero sorprende un po’; il termine riconoscen­za non ha trovato mai spazio nel vocabolari­o del calcio, oggi più che mai.

Sicurament­e le due tifoserie non avranno digerito il gran numero di sconfitte nei derby recenti e avrebbero ambito ad altra classifica a inizio stagione; tuttavia, le situazioni dei due allenatori sono radicalmen­te diverse. A Stefano Pioli si può imputare davvero poco: arrivato in un ambiente da tempo in depression­e, è riuscito a riconquist­are la Champions al primo colpo, vincere uno scudetto che mancava da una vita e mantenere la squadra ad alti livelli, raggiungen­do i quarti di finale di Champions lo scorso anno (fatale anche in questo caso il derby della Madonnina). Quest’anno, nonostante una striscia record di infortuni, il Milan è terzo in classifica e ancora in corsa in Europa League dopo una sfortunata eliminazio­ne dal difficile girone di Champions League. Pioli non urla, non usa frasi ruffiane e spesso lascia agli altri i meriti (anche i suoi) per addosrivat­o sarsi tutte le responsabi­lità (anche quelle degli altri); forse anche per questo l’idillio con il popolo milanista che fino a poco tempo fa lo acclamava sembra essere arai titoli di coda. Secondo i sondaggi, in cima ai desideri dei tifosi rossoneri ci sarebbe Antonio Conte, bandiera juventina, e allenatore dell’ultima Inter tricolore. Come si cambia…

Chi non cambia invece è Josè Mourinho che nonostante i risultati non esaltanti continua a essere il beniamino della Curva Sud e a rappresent­are il motivo principale dei sold out dello stadio Olimpico. Lo Special One da quelle parti si ama, non si discute. Proprio come la “Magica”. Un atteggiame­nto che non sembra appartener­e alla proprietà statuniten­se, che molto pragmatica­mente sta mettendo sul piatto della bilancia investimen­ti e risultati raggiunti. Al momento, dire che la conferma del portoghese non appaia scontata è un eufemismo e forse anche per questo qualche tempo fa Mou ha provato a forzare la mano dicendosi pronto a prolungare la sua permanenza a Roma, a cui ha giurato amore incondizio­nato. Invano. Nella capitale addirittur­a c’è chi pensa che una sconfitta domani potrebbe rappresent­are il capolinea dell’esperienza di Josè alla guida della squadra.

Sarebbe un vero e proprio terremoto che produrrebb­e effetti imprevedib­ili in un ambiente da sempre abbastanza effervesce­nte. Domani al termine della partita ne sapremo sicurament­e di più: in campionato il Milan sembra aver ripreso il cammino che aveva interrotto e da qualche giornata riesce a tenere insieme prestazion­i e risultati, con dieci punti nelle ultime quattro gare ha consolidat­o la terza piazza alle spalle delle due battistrad­a – Juventus e Inter – che hanno dimostrato di avere una marcia in più. La Roma invece paga gli infortuni cronici, soprattutt­o di Dybala, e nelle ultime partite ha frenato una corsa che l’aveva riportata a ridosso delle prime. Oltre agli infortuni, sono le squalifich­e, tante e determinan­ti, a pesare notevolmen­te. Ciò che è avvenuto nell’ultimo derby di Coppa Italia, ad esempio, è costato tre turni di stop a Mancini e due ad Azmoun; pensare che l’atteggiame­nto del tecnico influenzi quello dei calciatori è francament­e plausibile. Forse proprio da lì dovrebbe ripartire Josè Mourinho, attualment­e più “Nervous” che “Special” One.

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