La visione alternativa del Giappone
Il Giappone ha recentemente preso una posizione forte e fuori dagli schemi nel dibattito globale sull’intelligenza artificiale e i diritti d’autore, di fatto “annullando” il copyright nell’addestramento dei modelli di IA. “In Giappone, le opere per l’analisi delle informazioni possono essere utilizzate indipendentemente dal metodo, sia a scopo non lucrativo che a scopo di lucro, sia per atti diversi dalla riproduzione, sia per contenuti ottenuti da siti illegali”, ha dichiarato Takashi Kii, membro della Camera dei Rappresentanti del Giappone. Questa affermazione segnala un importante divario legislativo rispetto alle sfide legali recenti, come la causa del New York Times contro OpenAI e Microsoft, che si concentrano sulla presunta violazione del diritto d’autore nell’uso di contenuti protetti. La decisione giapponese emerge in un contesto di crescente tensione tra le normative sul diritto d’autore e lo sviluppo delle IA: mentre in occidente le aziende come OpenAI affrontano cause legali per l’uso di materiale protetto da copyright nell’addestramento dei loro modelli, il Giappone presenta una visione alternativa, potenzialmente attrattiva per società e ricercatori nel campo dell’IA generativa. Kii ha riconosciuto che “il fatto che possa essere usato anche contro la volontà del titolare del copyright è problematico dal punto di vista della protezione dei diritti”, suggerendo la necessità di nuove regolamentazioni, ed evidenziando una consapevolezza del delicato equilibrio tra promuovere l’innovazione e proteggere i diritti d’autore.
La mossa del Giappone potrebbe suggerire una strategia per posizionarsi come leader nella ricerca e sviluppo di IA, attirando aziende e talenti in un ambiente legislativo più permissivo: ciò potrebbe creare un nuovo centro di gravità nell’ecosistema globale dell’IA, specialmente per le società che cercano di evitare le complessità legali e le restrizioni dei paesi occidentali. Secondo molti un tentativo, quello del Giappone, di trasformarsi in un’area di sperimentazione e innovazione per l’IA, offrendo una sorta di “paradiso” per le società di IA generativa, uno scenario che potrebbe avere ripercussioni significative sul panorama geopolitico dell’innovazione tecnologica, riorientando la corsa globale all’IA verso nuove dinamiche e collaborazioni internazionali.