ADDIO ITALIA. GIORGIA NON ATTIRA LE SEDI VANNO TUTTE ALTROVE
Autorità Antiriciclaggio ormai eslcusa. Come Ema ed Expo. Intel e Arcelor preferiscono non investire da noi
La capacità attrattiva del sistema-Italia ha conosciuto momenti migliori di questo. Con l’assegnazione di Expo2015 il Belpaese era tornato nei desiderata di molti: le buone relazioni internazionali, la legge sul rientro dei capitali, industria 4.0 e altri provvedimenti in quegli anni avevano favorito tanto gli investimenti pubblici quanto quelli privati, attirando anche una moltiplicazione dei grandi eventi. Arrivò perfino il Giubileo straordinario del 2016. Poi, il declino lento e inarrestabile ha portato alle disfatte continue a cui gli italiani cominciano a fare il callo. Le occasioni perse e mancate, istituzionali o private, formano ormai una costellazione di brucianti sconfitte. Nel novembre 2017 l’Ema, Autorità europea del farmaco, che dopo l’uscita di Uk dall’Ue doveva essere assegnata a Milano o a Roma, è andata all’Olanda. Un brutto colpo per chi, come l’Italia, annovera la seconda densità più alta di case farmaceutiche in Europa. E varrà la pena di ricordare il karakiri voluto dal M5S di Virginia Raggi che ha cancellato la candidatura di Roma alle Olimpiadi 2024, regalandole di fatto a Parigi. Per non parlare della figuraccia mondiale dell’Expo2030 richiesta dal governo italiano che è finito terzo, dopo una città secondaria della Corea del Sud.
E di Intel, vogliamo parlare? Il gigante americano del software doveva aprire un Quartier generale in Italia, investendo in partenza 4,5 miliardi di dollari per lanciare alcune produzioni. A dicembre scorso si è saputo – da fonte americana – che “le trattative con il governo italiano si sono interrotte”. Un brutto colpo anche per l’occupazione, e una delle domande nella conferenza stampa di fine anno da cui Giorgia Meloni ha provato a svicolare. Nell’ultimo fine settimana si è capito che potrebbe arrivare un altro schiaffone dall’Europa, dove l’asse Parigi-Berlino-Madrid digerisce sempre peggio le ritrosie del governo Meloni (si veda il no al Mes e il malcontento per il nuovo patto di stabilità).
Roma doveva essere sede dell’Autorità Antiriciclaggio Europea, ma come ormai accade puntualmente, è entrata Papa e uscita Cardinale. Adesso si apprende che siamo finiti in coda a una lista che vede davanti a noi Vienna, Bruxelles, Parigi, Francoforte, Dublino,
Riga, Vilnius e Madrid. Speranze al lumicino.
“Il Consiglio e il Parlamento europeo stanno attualmente negoziando i principi del processo di selezione della sede della nuova Autorità”, si legge sul sito istituzionale del Consiglio d’Europa.
La decisione non è ancora presa ma il punteggio di Roma è, anche in questo caso, da zona retrocessione. Peccato. Come è un peccato che Arcelor Mittal abbia deciso non di dismettere le attività siderurgiche ma di spostarsi da Taranto per investire in Francia. Il ministro delle Finanze del neo governo Attal, Bruno Le Maire ha annunciato che il governo francese e Arcelor Mittal investiranno 1,8 miliardi di euro sull’acciaieria di Dunkerque.
Forse a Palazzo Chigi, al Mise e alla Farnesina dovrebbero iniziare a porsi qualche domanda.