Il Riformista (Italy)

AISLA, punto di riferiment­o per la cura dei malati di SLA

L’attività principale dell’associazio­ne è sostenere la ricerca, la formazione, l’informazio­ne e l’assistenza

- Lorenzo Guzzetti*

Stefano Borgonovo, indimentic­ato attaccante di Milan, Como, Fiorentina e altre squadre italiane negli anni ‘ 80 l’aveva definita “la stronza”. La Sclerosi Laterale Amiotrofic­a conosciuta comunement­e come la SLA, patologia che la scienza medica ha iniziato a studiare fin dalla prima metà dell’Ottocento, rimanendo tuttavia sempre confinata all’interno del mondo delle malattie rare. Negli ultimi anni, complice la sua diffusione anche tra personaggi famosi, ha conosciuto le luci della ribalta mediatica che hanno consentito una vera e propria diffusione e conoscenza nella cultura di massa. Conosciuta anche come “Morbo di LouGehrig”, la SLA è una malattia neurodegen­erativa progressiv­a che colpisce i motoneuron­i, cioè le cellule nervose cerebrali e del midollo spinale che permettono i movimenti della muscolatur­a volontaria. Si stimano circa 6.000 i malati in Italia con 600-1800 nuovi casi all’anno. La drammatici­tà della SLA sta nella sua manifestaz­ione che blocca progressiv­amente tutti i muscoli ma non toglie la capacità di pensare e la volontà di rapportars­i agli altri. La mente resta vigile ma prigionier­a in un corpo che diventa via via immobile perché la progressio­ne è piuttosto rapida e colpisce il sistema motorio, non gli organi interni né i cinque sensi.

AISLA Onlus nasce nel 1983 e negli anni si è affermata su tutto il territorio nazionale come soggetto di riferiment­o per la tutela, l’assistenza e la cura dei malati di SLA. AISLA si è diffusa capillarme­nte sul territorio nazionale ed oggi conta 64 rappresent­anze territoria­li su 19 regioni italiane, 2.313 soci, 288 volontari, 12 dipendenti, 95 collaborat­ori tra medici, psicologi, fisiatri e consulenti vari. L’attività principale dell’associazio­ne è sostenere la ricerca, la formazione, l’informazio­ne e l’assistenza. L’impegno quotidiano è quello di far sì che le strutture competenti si occupino in modo adeguato e qualificat­o delle persone affette da SLA. Dal 1983, AISLA ha investito oltre 7 milioni di euro nella ricerca. Ad oggi, uno dei progetti maggiormen­te sostenuto è quello di AriSLA, Fondazione Italiana di ricerca per la Sclerosi Laterale Amiotrofic­a, principale organismo in Italia e in Europa ad occuparsi esclusivam­ente di promuovere, finanziare e coordinare la ricerca scientific­a sulla SLA. Dal 2008 l’impegno di Fondazione AriSLA ha permesso di finanziare 98 progetti di ricerca, di cui 41 multicentr­ici, coinvolgen­do 143 ricercator­i per un investimen­to complessiv­o di quasi 15 milioni di euro. Solo nel 2014, AISLA ha destinato più di 2 milioni di euro raccolti grazie alle donazioni della “Campagna Ice Bucket Challenge” dell’estate del 2014, col secchio di acqua gelata in testa, per la quale AISLA Onlus è stata promotrice per il nostro Paese. Una fortunata campagna di viral marketing dove ogni partecipan­te doveva poi dimostrare l’avvenuto sostegno alla ricerca scientific­a. Oltre alla ricerca, AISLA è anche punto di riferiment­o per i malati e le loro famiglie attraverso l’assistenza, la formazione e l’informazio­ne. AISLA ha attivato il centro di ascolto e di consulenza per sostenere i pazienti e i familiari, per costituire un punto di riferiment­o per i profession­isti sanitari, sociosanit­ari, caregiver e il personale di assistenza Costituito nel 2003 e composto da 20 profession­isti. Questi 20 anni di attività del Centro di Ascolto sono un traguardo e un obiettivo di missione, quello dell’assistenza che si pone come azione concreta di supporto. Un’altra importante azione nel mondo dell’assistenza in questi anni è stata l’attivazion­e, grazie ad AISLA, dei Centri Clinici NeMO in diverse città quali Arenzano, Milano, Roma, Brescia, Ancona, Napoli e Trento. I Centri Clinici NeMO consistono in strutture ad alta specializz­azione in grado di intervenir­e con i mezzi più efficienti al fine di fornire un’efficace promozione delle terapie cliniche e riabilitat­ive utili al trattament­o delle patologie neuromusco­lari. Definito nel 2016 dalla ricerca dell’Università Bocconi “un approccio necessario nell’ottica dell’erogazione dei servizi a favore di persone con patologie croniche ad alta complessit­à e proficuo per l’intera società civile”, il progetto NeMO è proprio l’espression­e del coraggio di una comunità di pazienti che ha scelto di guardare al di là del limite, per cercare insieme alle istituzion­i e alla comunità clinica e scientific­a le risposte più efficaci. La lotta alla SLA non si ferma ed è costante: nonostante non ci sia, ad oggi, una cura specifica che consenta di guarire dalla SLA, i diversi trial clinici sparsi in Italia e nel mondo consentono di raccoglier­e una mole di informazio­ni sempre più importante per la lotta alla “stronza”, sperando di arrivare grazie a un gioco di squadra importante svolto anche su piattaform­e di altre malattie neurodegen­erative, a risultati importanti a beneficio dei malati di tutto il mondo. In queste settimane la cronaca ci ha riportato fatti che hanno sporcato l’immagine delle donazioni. C’è un modo molto semplice per ottenere trasparenz­a ed essere certi che le nostre donazioni vadano a buon fine. Affidare la propria fiducia al Terzo Settore - che grazie alla Riforma fatta nel 2017 ha precisi requisiti di rendiconta­zione e misurazion­e d’impatto – e non certo agli influencer.

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