Fiorentina, la curva attacca Nardella Cori e striscioni sul “nodo stadio”
Il susseguirsi di notizie e dichiarazioni dell’ultimo mese ha fatto degenerare la situazione. La svolta arriverà dal 10 giugno con il nuovo sindaco?
“Tranquillo Nardella, alla copertura ci s’è pensato noi!”: così recitava uno degli striscioni esposti dalla curva Fiesole nella serata di domenica, durante il match tra Fiorentina e Udinese, corredato da un paio di gazebi di plastica allestiti a fianco. Dopo il sostanziale nulla di fatto del vertice promosso in Prefettura dove nessuna possibile soluzione è emersa, ai tifosi viola non è rimasta che la via della protesta clamorosa. Tutte le ipotesi di trasloco, dal Castellani di Empoli al Braglia di Modena, sono saltate e non sembrano esserci soluzioni effettivamente praticabili. Da qui lo sconforto definitivo di quel popolo viola tirato per la giacchetta un po’ da tutte le parti in causa. I lavori per il restyling del Franchi, il “rabbercio” come lo chiamano i più critici, dovrebbero iniziare subito dopo la fine del campionato e, da allora fino alla fine del 2026, la Fiorentina dovrebbe trovare una soluzione alternativa per le sue gare casalinghe. Al momento sono cadute tutte le ipotesi avanzate, a cominciare dalla possibilità di traslocare a Empoli; così la situazione è precipitata definitivamente e la manifestazione promossa dalla curva - ma appoggiata anche da altri settori dello stadio - è esplosa. Al sindaco sono stati dedicati anche cori non propriamente garbati e soprattutto anche un altro striscione, meno goliardico del primo: “Firenze è Fiorentina, un connubio per l’eternità. Non sarà un napoletano a mandarci via dalla nostra città”. Riferimenti all’origine partenopea del primo cittadino, nato a Torre del Greco – che ieri si è detto dispiaciuto dei riferimenti dei tifosi alle sue origini - puramente voluti e non casuali. “Il sindaco più amato dai fiorentini è stato Giorgio La Pira, siciliano”, ha ricordato Nardella, dimenticandosi però che La Pira è passato alla storia per aver salvato il Nuovo Pignone e per aver realizzato coi soldi pubblici case per i poveri e non lo stadio per la squadra dei professionisti.
Fino a oggi la curva non aveva mai preso una posizione così netta nel dibattito sullo stadio; evidentemente il susseguirsi di notizie e dichiarazioni dell’ultimo mese ha fatto degenerare la situazione. Specialmente dopo il video circolato sui social in cui il direttore generale viola Joe Barone (anche lui nativo di Pozzallo, proprio come La Pira) non aveva lasciato spazio a interpretazioni. “Qualcuno ci costringe a portare la Fiorentina fuori da Firenze, danneggiando soprattutto il movimento viola”, aveva detto a un gruppo di tifosi in visita al Viola Park. Pronta la reazione di Palazzo Vecchio che in una nota ufficiale aveva parlato di “grave mancanza di rispetto per le istituzioni, per il Comune, la città di Firenze e i fiorentini”. Fatto sta che per portare a termine il restyling del Franchi così come previsto nei progetti Pnrr mancano circa cento milioni di euro e – a differenza di quanto affermato da comune e progettisti in un primo momento – i lavori paiono incompatibili con la presenza della squadra. Ma nonostante questo il sindaco non pare voler fare marcia indietro su quello che ormai sembra a tutti gli effetti un binario cieco e ha già speso otto milioni di euro pubblici per la progettazione esecutiva che prevede la partenza del cantiere nel mese di febbraio e la conclusione entro il 2026. Adesso, con la Fiorentina in corsa per traguardi ambiziosi, non si vede all’orizzonte una soluzione possibile se non quella di riuscire a strappare all’Unione Europa una difficilissima dilazione per i termini dei lavori e aprire un dialogo con la proprietà viola, che al momento resta arroccata su posizioni intransigenti. Rocco Commisso avrebbe voluto realizzare lui lo stadio a Firenze, ma dopo un estenuante gioco dell’oca, Nardella gli spiegò che non ci sarebbe stato bisogno dei suoi milioni – circa 300 – per realizzare il nuovo impianto: avrebbe pagato l’Europa. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Dal 10 giugno Firenze avrà un nuovo sindaco e allora la situazione, comunque già compromessa, potrebbe subire una svolta. Nel Pd c’è chi teme possa essere troppo tardi.