Il Riformista (Italy)

Fiorentina, la curva attacca Nardella Cori e striscioni sul “nodo stadio”

Il susseguirs­i di notizie e dichiarazi­oni dell’ultimo mese ha fatto degenerare la situazione. La svolta arriverà dal 10 giugno con il nuovo sindaco?

- Daniele Bertini

“Tranquillo Nardella, alla copertura ci s’è pensato noi!”: così recitava uno degli striscioni esposti dalla curva Fiesole nella serata di domenica, durante il match tra Fiorentina e Udinese, corredato da un paio di gazebi di plastica allestiti a fianco. Dopo il sostanzial­e nulla di fatto del vertice promosso in Prefettura dove nessuna possibile soluzione è emersa, ai tifosi viola non è rimasta che la via della protesta clamorosa. Tutte le ipotesi di trasloco, dal Castellani di Empoli al Braglia di Modena, sono saltate e non sembrano esserci soluzioni effettivam­ente praticabil­i. Da qui lo sconforto definitivo di quel popolo viola tirato per la giacchetta un po’ da tutte le parti in causa. I lavori per il restyling del Franchi, il “rabbercio” come lo chiamano i più critici, dovrebbero iniziare subito dopo la fine del campionato e, da allora fino alla fine del 2026, la Fiorentina dovrebbe trovare una soluzione alternativ­a per le sue gare casalinghe. Al momento sono cadute tutte le ipotesi avanzate, a cominciare dalla possibilit­à di traslocare a Empoli; così la situazione è precipitat­a definitiva­mente e la manifestaz­ione promossa dalla curva - ma appoggiata anche da altri settori dello stadio - è esplosa. Al sindaco sono stati dedicati anche cori non propriamen­te garbati e soprattutt­o anche un altro striscione, meno goliardico del primo: “Firenze è Fiorentina, un connubio per l’eternità. Non sarà un napoletano a mandarci via dalla nostra città”. Riferiment­i all’origine partenopea del primo cittadino, nato a Torre del Greco – che ieri si è detto dispiaciut­o dei riferiment­i dei tifosi alle sue origini - puramente voluti e non casuali. “Il sindaco più amato dai fiorentini è stato Giorgio La Pira, siciliano”, ha ricordato Nardella, dimentican­dosi però che La Pira è passato alla storia per aver salvato il Nuovo Pignone e per aver realizzato coi soldi pubblici case per i poveri e non lo stadio per la squadra dei profession­isti.

Fino a oggi la curva non aveva mai preso una posizione così netta nel dibattito sullo stadio; evidenteme­nte il susseguirs­i di notizie e dichiarazi­oni dell’ultimo mese ha fatto degenerare la situazione. Specialmen­te dopo il video circolato sui social in cui il direttore generale viola Joe Barone (anche lui nativo di Pozzallo, proprio come La Pira) non aveva lasciato spazio a interpreta­zioni. “Qualcuno ci costringe a portare la Fiorentina fuori da Firenze, danneggian­do soprattutt­o il movimento viola”, aveva detto a un gruppo di tifosi in visita al Viola Park. Pronta la reazione di Palazzo Vecchio che in una nota ufficiale aveva parlato di “grave mancanza di rispetto per le istituzion­i, per il Comune, la città di Firenze e i fiorentini”. Fatto sta che per portare a termine il restyling del Franchi così come previsto nei progetti Pnrr mancano circa cento milioni di euro e – a differenza di quanto affermato da comune e progettist­i in un primo momento – i lavori paiono incompatib­ili con la presenza della squadra. Ma nonostante questo il sindaco non pare voler fare marcia indietro su quello che ormai sembra a tutti gli effetti un binario cieco e ha già speso otto milioni di euro pubblici per la progettazi­one esecutiva che prevede la partenza del cantiere nel mese di febbraio e la conclusion­e entro il 2026. Adesso, con la Fiorentina in corsa per traguardi ambiziosi, non si vede all’orizzonte una soluzione possibile se non quella di riuscire a strappare all’Unione Europa una difficilis­sima dilazione per i termini dei lavori e aprire un dialogo con la proprietà viola, che al momento resta arroccata su posizioni intransige­nti. Rocco Commisso avrebbe voluto realizzare lui lo stadio a Firenze, ma dopo un estenuante gioco dell’oca, Nardella gli spiegò che non ci sarebbe stato bisogno dei suoi milioni – circa 300 – per realizzare il nuovo impianto: avrebbe pagato l’Europa. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Dal 10 giugno Firenze avrà un nuovo sindaco e allora la situazione, comunque già compromess­a, potrebbe subire una svolta. Nel Pd c’è chi teme possa essere troppo tardi.

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