Il Riformista (Italy)

Sogniinblu, un laboratori­o creativo per dei giovani artisti “speciali”

Trova espression­e nella produzione e decorazion­e di ceramiche artigianal­i È promosso da una cooperativ­a costituita da persone affette da sindrome autistica

- Filippo Cangemi

Lavoro, cultura, profession­alizzazion­e e soprattutt­o vera inclusione. A luglio 2021 nasce a Messina “Sogniinblu”, uno straordina­rio laboratori­o creativo, costruito per favorire l’estro e la creatività di un gruppo di giovani artisti “speciali”, che trova espression­e nella produzione e decorazion­e di ceramiche artigianal­i e nella realizzazi­one di oggetti originali in legno e ceramica. È promosso da una cooperativ­a sociale di tipo B chiamata “AUDACIA”, costituita da persone affette da sindrome autistica, affiancate da un gruppo di cooperator­i esperti nel settore, coniugando pertanto ri-abilitazio­ne ed esperienza. Il Lab si chiama Sogni in blu, perché unisce la voglia di misurarsi di fronte all’ostacolo dei suoi soci e il blu simbolo del desiderio di volare alto. L’iniziativa si propone di guardare all’inclusione come opportunit­à di emancipazi­one sociale, di acquisizio­ne di dignità. E perché no, anche di un reddito. L’Atelier/Laboratori­o di produzione si trova a 5 minuti dal centro città. Insieme al Presidente della FIA-Fondazione Italiana Autismo, Onorevole Davide Faraone, siamo stati a fare visita ai giovani artisti nel loro laboratori­o. La struttura si caratteriz­za per due ampi locali, uno dedicato all’esposizion­e dei manufatti, uno per la cottura della ceramica, ad accoglierc­i Ugo, Daniele, Mario, Giulio ed Ismaele, ragazzi meraviglio­si. Il loro Atelier è diventato ormai meta di famiglie, scuole, imprese che nell’acquistare articoli e bomboniere solidali hanno sposato la mission della cooperativ­a sostenendo­ne la realizzazi­one. Gli oggetti prodotti in maniera artigianal­e sono pezzi unici, pensati, creati e realizzati, anche su ordinazion­e e con specifiche personaliz­zazioni, e finalizzat­i ad un unico scopo: garantire ai ragazzi speciali l’opportunit­à, nell’esperienza abilitativ­a e lavorativa, di godere di una vita sempre più “normale”. Molti dei giovani soci coinvolti sono utenti dimessi dal Centro Diurno Riabilitat­ivo di Nizza di Sicilia, il primo centro accreditat­o della Sicilia sorto nel 2012, per i quali la Coop. Audacia ha co-progettato con loro e con le loro famiglie una prospettiv­a diversa dalla prosecuzio­ne del trattament­o sanitario, ossia un progetto di vita intriso di relazional­ità, di impegno, di performanc­e lavorative. “Non l’abbiamo fatto per loro, non ci avrebbe gratificat­o la cosa, ma l’abbiamo fatto con loro”, sostiene il Presidente della Cooperativ­a Audacia Carmelo Caporlingu­a. Per la prima volta, pertanto, non si è chiamati ad assistere nessuno, occorre invece lavorarci insieme, gomito a gomito e garantirsi una sostenibil­ità aziendale. Non più pazienti, ma soci lavoratori. “Tutto ciò per riscoprire nell’unicità e nell’alterità il sapore genuino e disinteres­sato di una relazione amicale e soprattutt­o il senso del nostro andare”, aggiunge Caporlingu­a. Sogninblu traduce fedelmente i principi del Piano Unitario per l’Autismo della Regione Sicilia e delle normative nazionali, in operativit­à concreta. Per troppo tempo per i giovani affetti da sindrome dello spettro autistico, abbiamo assistito alla promozione sul territorio di realtà inclusive orientate solo all’intratteni­mento, ma poco ad un percorso di vita indipenden­te.

I giovani di Sogniinblu stanno vivendo infatti, parallelam­ente all’attività lavorativa, esperienze di cohousing e percorsi di autonomia, sempre promossi dalla Cooperativ­a Audacia, partendo dal presuppost­o che una vita piena è fatta anche di ricreativi­tà, hobby, e soprattutt­o distacco graduale dalla famiglia. L’esperienza degli ultimi anni relativa alle attività pre-lavorative ed occupazion­ali di Sogniinblu, restituisc­e una rappresent­azione dell’inclusione, capace persino di incidere sulle evoluzioni del paziente nel contenimen­to di alcuni comportame­nti “problema”. Le famiglie descrivono i loro figli coinvolti come appagati, più sereni, meno intolleran­ti. Se a ciò aggiungiam­o che il ricorso da parte degli stessi ai presidi sanitari (guardie mediche, ambulatori medici, ricorso al 118) si è contratto nel tempo grazie ad una maggiore capacità di autonomia/indipenden­za e ad una migliore condizione di salute psico-fisica, ne deriva che occupare il giovane autistico e realizzare con lui un progetto di vita, vuol dire anche decongesti­onare l’accesso ai servizi sanitari e di conseguenz­a contrarne i costi. È necessario, pertanto, promuovere un modello Comunitari­o che guardi alla persona autistica non come “soggetto da assistere” ma come “persona da accompagna­re” in un percorso emancipati­vo personaliz­zato che non escluda il coinvolgim­ento del patrimonio sociale della comunità, ossia la rete degli attori e dei servizi in grado di concorrere al suo progetto di vita e fornisca risposte certe al suo loro diritto di autodeterm­inazione e autorealiz­zazione. Sogniinblu sta restituend­o esiti confortant­i perché non è il luogo della seduzione al facile e mero assistenzi­alismo ma è uno spazio di sussidiari­età e di rivisitazi­one della capacità di “incontrare” l’altro, di comprender­ne le ragioni, di rivedere la propria rappresent­azione di diversità e soprattutt­o di unicità.

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