Sogniinblu, un laboratorio creativo per dei giovani artisti “speciali”
Trova espressione nella produzione e decorazione di ceramiche artigianali È promosso da una cooperativa costituita da persone affette da sindrome autistica
Lavoro, cultura, professionalizzazione e soprattutto vera inclusione. A luglio 2021 nasce a Messina “Sogniinblu”, uno straordinario laboratorio creativo, costruito per favorire l’estro e la creatività di un gruppo di giovani artisti “speciali”, che trova espressione nella produzione e decorazione di ceramiche artigianali e nella realizzazione di oggetti originali in legno e ceramica. È promosso da una cooperativa sociale di tipo B chiamata “AUDACIA”, costituita da persone affette da sindrome autistica, affiancate da un gruppo di cooperatori esperti nel settore, coniugando pertanto ri-abilitazione ed esperienza. Il Lab si chiama Sogni in blu, perché unisce la voglia di misurarsi di fronte all’ostacolo dei suoi soci e il blu simbolo del desiderio di volare alto. L’iniziativa si propone di guardare all’inclusione come opportunità di emancipazione sociale, di acquisizione di dignità. E perché no, anche di un reddito. L’Atelier/Laboratorio di produzione si trova a 5 minuti dal centro città. Insieme al Presidente della FIA-Fondazione Italiana Autismo, Onorevole Davide Faraone, siamo stati a fare visita ai giovani artisti nel loro laboratorio. La struttura si caratterizza per due ampi locali, uno dedicato all’esposizione dei manufatti, uno per la cottura della ceramica, ad accoglierci Ugo, Daniele, Mario, Giulio ed Ismaele, ragazzi meravigliosi. Il loro Atelier è diventato ormai meta di famiglie, scuole, imprese che nell’acquistare articoli e bomboniere solidali hanno sposato la mission della cooperativa sostenendone la realizzazione. Gli oggetti prodotti in maniera artigianale sono pezzi unici, pensati, creati e realizzati, anche su ordinazione e con specifiche personalizzazioni, e finalizzati ad un unico scopo: garantire ai ragazzi speciali l’opportunità, nell’esperienza abilitativa e lavorativa, di godere di una vita sempre più “normale”. Molti dei giovani soci coinvolti sono utenti dimessi dal Centro Diurno Riabilitativo di Nizza di Sicilia, il primo centro accreditato della Sicilia sorto nel 2012, per i quali la Coop. Audacia ha co-progettato con loro e con le loro famiglie una prospettiva diversa dalla prosecuzione del trattamento sanitario, ossia un progetto di vita intriso di relazionalità, di impegno, di performance lavorative. “Non l’abbiamo fatto per loro, non ci avrebbe gratificato la cosa, ma l’abbiamo fatto con loro”, sostiene il Presidente della Cooperativa Audacia Carmelo Caporlingua. Per la prima volta, pertanto, non si è chiamati ad assistere nessuno, occorre invece lavorarci insieme, gomito a gomito e garantirsi una sostenibilità aziendale. Non più pazienti, ma soci lavoratori. “Tutto ciò per riscoprire nell’unicità e nell’alterità il sapore genuino e disinteressato di una relazione amicale e soprattutto il senso del nostro andare”, aggiunge Caporlingua. Sogninblu traduce fedelmente i principi del Piano Unitario per l’Autismo della Regione Sicilia e delle normative nazionali, in operatività concreta. Per troppo tempo per i giovani affetti da sindrome dello spettro autistico, abbiamo assistito alla promozione sul territorio di realtà inclusive orientate solo all’intrattenimento, ma poco ad un percorso di vita indipendente.
I giovani di Sogniinblu stanno vivendo infatti, parallelamente all’attività lavorativa, esperienze di cohousing e percorsi di autonomia, sempre promossi dalla Cooperativa Audacia, partendo dal presupposto che una vita piena è fatta anche di ricreatività, hobby, e soprattutto distacco graduale dalla famiglia. L’esperienza degli ultimi anni relativa alle attività pre-lavorative ed occupazionali di Sogniinblu, restituisce una rappresentazione dell’inclusione, capace persino di incidere sulle evoluzioni del paziente nel contenimento di alcuni comportamenti “problema”. Le famiglie descrivono i loro figli coinvolti come appagati, più sereni, meno intolleranti. Se a ciò aggiungiamo che il ricorso da parte degli stessi ai presidi sanitari (guardie mediche, ambulatori medici, ricorso al 118) si è contratto nel tempo grazie ad una maggiore capacità di autonomia/indipendenza e ad una migliore condizione di salute psico-fisica, ne deriva che occupare il giovane autistico e realizzare con lui un progetto di vita, vuol dire anche decongestionare l’accesso ai servizi sanitari e di conseguenza contrarne i costi. È necessario, pertanto, promuovere un modello Comunitario che guardi alla persona autistica non come “soggetto da assistere” ma come “persona da accompagnare” in un percorso emancipativo personalizzato che non escluda il coinvolgimento del patrimonio sociale della comunità, ossia la rete degli attori e dei servizi in grado di concorrere al suo progetto di vita e fornisca risposte certe al suo loro diritto di autodeterminazione e autorealizzazione. Sogniinblu sta restituendo esiti confortanti perché non è il luogo della seduzione al facile e mero assistenzialismo ma è uno spazio di sussidiarietà e di rivisitazione della capacità di “incontrare” l’altro, di comprenderne le ragioni, di rivedere la propria rappresentazione di diversità e soprattutto di unicità.