Il Riformista (Italy)

Il Parco del Celio apre le sue porte al pubblico

- Maddalena Messeri

ARoma c’è una bella novità: apre le sue porte al pubblico il Parco Archeologi­co del Celio con il nuovo Museo della Forma Urbis, la più antica mappa di Roma realizzata sotto Settimio Severo e Caracalla. La sensazione è quella di arrivare in una casa privata perché lasciato viale Aventino nei pressi del Circo Massimo, basta imboccare una stradina nascosta tra gli alberi, la salita di San Gregorio, e si arriva in un giardino meraviglio­so che affaccia direttamen­te sul Colosseo. Dove nel 1930 sorgevano le palestre della Gioventù Italiana del Littorio ora troviamo un parco pubblico pieno di reperti archeologi­ci aperto gratuitame­nte per tutti e un nuovo museo. L’apertura di questi spazi si deve ad una serie di interventi portati avanti dalla Sovrintend­enza Capitolina ai Beni Culturali nell’ambito del più grande progetto CArMe che riqualific­herà tutto il Centro Archeologi­co Monumental­e. Il Celio è uno dei colli più verdi di Roma e il nuovo Parco Archeologi­co ne occupa il settore settentrio­nale, quella in cui si trovano importanti evidenze archeologi­che tra cui le fondazioni perimetral­i del tempio del Divo Claudio e una grande quantità di materiali epigrafici e architetto­nici di grandi dimensioni provenient­i dall’ex Antiquariu­m Comunale. I reperti sono frutto del grande lavoro di scavo portato avanti a fine Ottocento per la realizzazi­one di Roma Capitale, nello specifico per la creazione dei quartieri Esquilino, Quirinale e Viminale.

Il Colle Celio sembra diverso dagli altri perché la sua morfologia è stata cambiata dall’uomo: dove nel Cinquecent­o si trovava la Vigna Cornovagli­a, ad inizio Ottocento era stata creata una nuova collina. Perché? Facile: le terre di riporto degli scavi napoleonic­i effettuati al Colosseo e nel Foro furono usate per colmare alcune zone che, su volere di Papa Gregorio XVI, divennero un Orto Botanico, una “passeggiat­a pubblica” realizzata nel 1835 dall’architetto Gaspare Salvi. Il giardino del Parco Archeologi­co è infatti ciò che resta di quella passeggiat­a, con ordinati vialetti in ghiaia e una elegante coffe-house, ispirata alla Casina del Valadier del Pincio, “La Casina del Salvi” che presto ospiterà un bar e una sala studio pubblica.

All’interno del Parco è stato allestito anche il nuovo Museo della “Forma Urbis Romae”, ospitato dall’ex palestra Gil, che raccoglie i frammenti rimasti della più grande mappa marmorea di Roma Antica mai realizzata. Questa pianta dettagliat­a fu voluta dall’Imperatore Settimio Severo, realizzata tra il 203 e il 211 d.C, ed è impression­ante la precisione con cui fu realizzata e incisa. I suoi frammenti sono stati tenuti per oltre cento anni nel sottotetto di Palazzo Braschi, visibile solo per gli studiosi che pezzo dopo pezzo ne hanno ricostruit­o il 10% circa. Questi frammenti tornano ora alla luce e sono stati collocati nel nuovo museo a contrasto con un’altra mappa, quella di Giovanni Battista Nolli del 1748. Un lavoro di contrappos­izione che rende facile la comprensio­ne dell’impianto urbanistic­o, del tessuto della città antica, un puzzle di strade, acquedotti, monumenti e luoghi sacri.

In origine la “Forma Urbis” era esposta sulla parete di un’aula nel Foro della Pace, in seguito inglobata dal complesso dei SS. Cosma e Damiano nel Foro Romano. La parete su cui la pianta era affissa è oggi l’odierna facciata della Basilica. La mappa era incisa su 150 lastre di marmo ancorate alla parete ed era imponente, grazie ai suoi 235 mq di estensione. Una visione dall’alto della più grande città esistente, Roma Caput Mundi, simbolo di potere e prestigio. La forza della nostra Capitale è proprio questa, continuare quel mito senza smettere mai di svelare i propri tesori nascosti e allo stesso tempo creare nuovi luoghi di interesse mondiale, anche dove nessuno avrebbe mai pensato si sarebbe potuto fare. Il Parco Archeologi­co del Celio è aperto tutti i giorni a ingresso gratuito, mentre il Museo della Forma Urbis (chiuso il lunedì) ha un biglietto di ingresso ma è gratuito per i possessori della MIC Card.

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