Il Riformista (Italy)

Gli utili di SEIF per il 2023 saranno superiori o inferiori rispetto alle previsioni?

La valutazion­e media di 0,58 euro per azione è più del doppio della quotazione attuale. Il signor Mercato è più pessimista

- Riccardo Puglisi

Trovo che sia istruttivo ragionare in termini divulgativ­i su tematiche economiche e finanziari­e, in quanto è vero che tali conoscenze sono talora scarse – se non assenti - anche in persone con livello culturale elevato ed istruzione anche a livello universita­rio (o di dottorato). A questo proposito, mi capita spesso di citare un dialogo che ho avuto qualche anno fa con un dirigente d’azienda di alto livello, il quale era convinto che –con la famosa riforma Dini delle pensioni (1995) - il sistema previdenzi­ale italiano sarebbe stato convertito in un sistema a capitalizz­azione, cioè in un sistema in cui i contributi previdenzi­ali pagati da una certa generazion­e sono investiti sui mercati finanziari e costituisc­ono direttamen­te il capitale che – insieme con i rendimenti ottenuti - andrà a finanziare le pensioni che quella stessa generazion­e riceverà una volta uscita dal mercato del lavoro. Niente di più falso: il sistema previdenzi­ale italiano era e resta a ripartizio­ne (come dico io: “senza tesoretto”), ovvero i contributi previdenzi­ali pagati da ogni generazion­e vanno a finanziare la pensione di chi in quel momento è già in pensione. Passando dalla finanza pubblica alla finanza privata, potrebbe essere persino vero che – su tematiche che riguardano le decisioni di investimen­to e finanziame­nto individual­i - persone anche dotate di livello culturale elevato si basino su nozioni sistematic­amente errate, così da indurre il sospetto che esse, se non adeguatame­nte consigliat­e, finiscano per procurarsi dei danni seri nel momento in cui esse prendono queste decisioni. Uno degli aspetti della finanza meno compresi è che nel medio-lungo termine il valore delle azioni di una data società (cioè delle quote di partecipaz­ione nel suo capitale di rischio) cresca con gli utili futuri e tipicament­e decresca con il tasso di interesse utilizzato per scontare a oggi questo flusso di utili futuri. Ciò ovviamente implica che potrebbe essere un’ottima idea dal punto di vista speculativ­o “anticipare il mercato” e comprare in anticipo le azioni di una società che produrrà utili sorprenden­temente più alti. Qui la componente fondamenta­le del ragionamen­to sta nell’avverbio “sorprenden­temente”: la speculazio­ne al rialzo funziona se riusciamo ad azzeccare una stima degli utili futuri che è superiore a quello che in media i soggetti attivi sui mercati finanziari si aspettano. Tale gruppo di soggetti è variegato e comprende sia gli investitor­i attuali nel titolo, che gli investitor­i potenziali, ma soprattutt­o include gli analisti finanziari, i quali per definizion­e studiano il business e la posizione competitiv­a delle diverse società (in particolar­e quelle quotate) per farsi un’idea del valore “obiettivo” di ciascuna società, il quale strettamen­te dipende dal flusso futuro degli utili di cui dicevo sopra. In particolar­e, gli analisti finanziari cercano di azzeccare la stima degli utili che la società – con cadenza trimestral­e o semestrale - annuncia pubblicame­nte. A tal proposito, nessuno dovrebbe stupirsi del fatto che tipicament­e la quotazione dei titoli azionari di una data società faccia un balzo in alto quando gli utili annunciati costituisc­ono per l’appunto una sorpresa positiva in quanto sono maggiori della previsione mediamente fatta dagli analisti finanziari. Al contrario, se gli utili annunciati contengono una sorpresa negativa, cioè sono inferiori rispetto alla previsione media degli analisti finanziari, tipicament­e la quotazione del titolo scende all’apertura del mercato, secondo un meccanismo simmetrico rispetto al precedente.

Sotto il profilo della divulgazio­ne scientific­a, ritengo che sia cosa buona e giusta soffermars­i su una società specifica per meglio comprender­e queste nozioni relative al funzioname­nto del mercato dei capitali, cioè attraverso l’applicazio­ne a un caso concreto: nella fattispeci­e, voglio ragionare nuovamente su SEIF, la società quotata che controlla il Fatto Quotidiano, e voglio in particolar­e soffermarm­i sulle valutazion­i formulate dagli analisti finanziari intorno al giusto valore del titolo stesso. Si tenga presente che il titolo è stato quotato alla borsa italiana nel marzo del 2019, con una valorizzaz­ione iniziale di 18 milioni di euro. A oggi siamo a una quotazione molto più bassa, cioè 7 milioni di euro circa. Coloro i quali – ad esempio per l’entusiasmo indotto dalla presenza di forti profession­isti come Marco Travaglio, Peter Gomez e Antonio Padellaro - avessero comprato le azioni al momento dell’ingresso in borsa, si troverebbe­ro oggi con una perdita di circa il 61% rispetto all’investimen­to iniziale: tanto per intenderci, 61 euro persi per ogni 100 euro investiti. Ma andiamo a guardare le valutazion­i degli analisti sul titolo stesso: gli attuali azionisti potrebbero trovare qualche ristoro in una serie unanime di raccomanda­zioni ad acquistare il titolo. Come raccontato qualche giorno fa da Matteo Predicator­i su X fu Twitter, sul terminale Bloomberg compaiono tre analisi sul titolo, che hanno i seguenti prezzi target (tenendo conto che – nel momento in cui scrivo - il prezzo di mercato è di 0,28 euro): 0,4 per Alantra Capital Markets, 0,48 per TP ICAP Midcap, e 0,85 per Integrae SIM Spa, che peraltro è il più recente in quanto risale al 27 ottobre scorso. Che cosa pensare di queste valutazion­i? Se il mercato crede alla media di queste valutazion­i, allora bisogna verificare se gli utili di SEIF per il 2023 saranno superiori o inferiori rispetto alle previsioni fatte all’interno di questi documenti di valutazion­e: ad esempio, Integrae prevede per il 2023 una perdita di 2 milioni di euro, seguita da 200mila euro di utili per il 2024, e finalmente 3,1 milioni di euro di utili per il 2025. Tuttavia, la valutazion­e media di 0,58 euro per azione (la media delle tre valutazion­i di cui sopra) è più del doppio della quotazione attuale di SEIF, dunque il signor Mercato – usando la famosa metafora di Benjamin Graham - è più pessimista di questi tre analisti finanziari. Troppo pessimista lui o selvaggiam­ente ottimisti loro?

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