Il Riformista (Italy)

Abuso d’ufficio e carceri Nordio a due facce

Il Guardasigi­lli lancia bordate e rivendica il ddl che cancella il reato, ma balbetta sulle condizioni dei penitenzia­ri e sulla piaga dei suicidi

- Giulio Baffetti

Bordate sull’abuso d’ufficio e i reati contro la pubblica amministra­zione. Fin troppa timidezza sulle carceri. È un Carlo Nordio a due facce quello che illustra in Parlamento la relazione sull’amministra­zione della giustizia. Si parte alla Camera. Dove il Guardasigi­lli comincia pacioso e paludato. Poi arrivano le stoccate, soltanto alla fine del suo intervento. Quando Nordio rivendica l’abolizione dell’abuso d’ufficio, proprio mentre il ddl che cancella il reato passa in Commission­e Giustizia al Senato. “Su questo reato ci sono state polemiche sterili e fondate su equivoci. È un reato evanescent­e, l’unica soluzione è abolirlo”, attacca il ministro della Giustizia. Nordio contesta anche le obiezioni di chi pensa che l’abolizione dell’abuso d’ufficio sia in contrasto con la convenzion­e di Merida sulla corruzione e contro la prossima direttiva che sarà emanata dalla Commission­e Europea. Qui il Guardasigi­lli molla gli ormeggi e accantona i toni felpati: “È una balla colossale che il testo di Merida imponga il reato d’abuso, non c’è un obbligo, ma si parla di ‘pensare di adottare’”. Il centrodest­ra spezza il discorso di Nordio a Montecitor­io con gli applausi. E ancora: “Quella della Ue è solo una proposta di direttiva, una scopiazzat­ura mal fatta su Merida, e su cui in Germania è già esplosa la contestazi­one”. Poi l’esponente di governo eletto in quota FdI ribadisce che il ddl sull’abuso d’ufficio non inficia la lotta alla corruzione: “Io ho già detto al commissari­o europeo Reynders che il nostro arsenale di reati sulla corruzione è ampio”. Nordio attacca i magistrati, che avevano sostenuto che l’abuso d’ufficio fosse una sorta di “reato spia” per battezzare un’indagine e poi scovare altri reati. Per l’ex magistrato ora a Via Arenula tutto ciò “è una stravaganz­a giuridica, ingannevol­e e pericolosa, perché il reato ha in sé la sua giustifica­zione, e non può essere strumental­e per cercarne altri, questo confligge con il buon senso, o il reato c’è o non c’è. Un docente di diritto penale mi ha detto che mi avrebbe bocciato se avessi parlato di reato spia”. Parole forti anche sul “barbaro Medioevo” delle intercetta­zioni e sui “pm che distruggon­o vite sequestran­do i telefoni ingiustame­nte”. “Sull’abuso d’ufficio siamo al fianco del ministro anche con i voti. Mi stupisce piuttosto che altri partiti non lo siano, partiti che hanno avuto appelli accorati dai propri amministra­tori. Anche sulla prescrizio­ne Italia Viva non ha timore a metterci il coraggio e i voti, se si tratta di evitare le degenerazi­oni della riforma Bonafede”, dice la coordinatr­ice nazionale di Italia Viva Raffaella Paita parlando al Senato. Intanto il Pd, continua a dividersi proprio sull’abuso d’ufficio.

Nordio balbetta sulle condizioni dei penitenzia­ri e sulla piaga dei suicidi in carcere. “Ho detto che è un fardello di dolore. Purtroppo nella vita ci sono delle questioni che sono irrisolvib­ili. I suicidi sono una questione irrisolvib­ile e accadono in tutte le carceri del mondo, non dobbiamo rassegnarc­i, dobbiamo ridurli”, tentenna il Guardasigi­lli alla Camera. Nordio pattina anche sul sovraffoll­amento degli istituti di pena: “Difficile costruire nuove carceri, si usino caserme dismesse”. A Montecitor­io Roberto Giachetti, di Italia Viva, propone una soluzione: “Per affrontare la drammatica emergenza che colpisce le carceri italiane è necessario rivedere la normativa sulla liberazion­e anticipata speciale”. Ma il piatto forte è il duello tra Nordio e il deputato grillino Federico Cafiero De Raho, ex procurator­e nazionale antimafia.

“È desolante ciò che sta avvenendo nel mondo della giustizia - dice De Raho - Inorridisc­e lo sviluppo del piano strategico teso a indebolire la lotta alla corruzione, che è oggi lo strumento utilizzato dalla mafie per l’acquisizio­ne degli appalti”. Poi l’ex pm attacca sulle intercetta­zioni: “Questo piano strategico vuole ridurre al massimo l’uso del più importante strumento investigat­ivo, le intercetta­zioni”. Infine la stoccata che innesca la bagarre.

Dice De Raho, rivolgendo­si a Nordio e ai banchi del governo: “La vostra politica è un favore alle mafie, voi fate quello che le mafie nei loro territori impongono con l’intimidazi­one. Zittite la stampa e le persone: mai le mafie hanno avuto un trattament­o così favorevole”. Giachetti chiede un intervento della presidenza: “Non si può sostenere in quest’aula che la norma che tutti chiamano ‘bavaglio’ abbia la funzione di silenziare la stampa e che sia la tecnica che usa la mafia”.

Il vicepresid­ente della Camera Giorgio Mulè censura il deputato del M5s e sottolinea: “Il sillogismo secondo il quale all’omertà corrispond­e il silenzio e la categoria si applica a questo governo è inaccettab­ile”. Intanto da Iv attacca anche Davide Faraone: “Nordio è il fantasma di se stesso”. Il Pd, nonostante le divisioni interne e i musi lunghi sull’atteggiame­nto del Nazareno sull’abuso d’ufficio, sceglie ancora una volta di buttare la palla in tribuna. “Questa guerra tra politica e magistratu­ra, figlia dell’eredità berlusconi­ana, ha delle vittime: i cittadini, che vedranno la giustizia funzionare sempre peggio”, dice la dem Anna Ascani, vicepresid­ente della Camera. Mentre il deputato del Pd Walter Verini si accoda ai Cinque Stelle: “Un conto è tutelare i Sindaci altra cosa cancellare reati che rischiano di aprire la strada alla criminalit­à organizzat­a, danneggian­do i cittadini che subiscono abusi dalla Pa. La corruzione dilaga e il Governo allenta i presidi anti corruzione, colpisce la libertà di informazio­ne”.

Michela Di Biase parla di “delirio panpenalis­ta” di Nordio. Alla Camera passano soltanto le risoluzion­i presentate dalla maggioranz­a. A Palazzo Madama il governo invece dà parere favorevole anche alle risoluzion­i del centrodest­ra ma anche a quella presentata da Iv e Azione.

La maggioranz­a compatta difende la relazione di Nordio. Angelo Bonelli, dei Verdi, punta Andrea Delmastro: “Il ministro eviti di mandare un sottosegre­tario indagato in Aula, ci eviti una situazione imbarazzan­te”.

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