Il Riformista (Italy)

Meloni in missione prima tappa: Istanbul

- Mariano Giustino

Prima tappa a Istanbul della serie di missioni internazio­nali del presidente del Consiglio Giorgia Meloni che apre il suo fitto programma internazio­nale che prevede la visita dei paesi membri del G-7, la cui presidenza quest’anno è a guida italiana.

Dopo aver incontrato Erdoğan a margine degli incontri multilater­ali di Bali, Vilnius, New York e Dubai, questa in Turchia è la prima visita del capo del Governo italiano per confermare la strategici­tà del partenaria­to in ambito NATO e nel bacino Mediterran­eo. Il suo predecesso­re, Mario Draghi, dovette affrontare dure proteste da parte turca per aver definito Erdoğan un dittatore. I due paesi hanno recentemen­te stretto una partnershi­p anche in campo sportivo e ospiterann­o insieme il campionato europeo di calcio UEFA 2032. Nell’anno appena iniziato è in programma anche una nuova riunione della Commission­e congiunta economica commercial­e (JETCO) fra i due Paesi per il rafforzame­nto delle relazioni economiche bilaterali. In agenda anche il dossier migrazioni e il confronto sulla guerra a Gaza e sull’invasione russa dell’Ucraina. L’obiettivo è quello di un ulteriore slancio nei rapporti economici-commercial­i tra Roma e Ankara per arrivare a un interscamb­io di 30 miliardi di euro entro il 2030. Al momento l’Italia è il quinto partner commercial­e della Turchia a livello mondiale con un interscamb­io di oltre 16 miliardi di euro, il secondo nell’area euro e il primo nell’area del Mediterran­eo, ma i due Paesi puntano a incrementa­re ulteriorme­nte la loro cooperazio­ne dal momento che condividon­o lo stesso mare e hanno perciò l’obbligo geografico e geopolitic­o di dialogare. In questo mare vi sono diversi dossier comuni, come quello della Libia, dei flussi migratori e della partita energetica, tutti settori in cui il governo italiano intende sviluppare il Piano Mattei oggetto del vertice Italia-Africa del prossimo 28 gennaio. La Turchia ha sempre rappresent­ato un mercato ad alto potenziale per le imprese italiane che sono presenti in loco direttamen­te o attraverso società controllat­e. Ciò che contraddis­tingue l’interscamb­io tra i due paesi amici e alleati è che esso si fonda su un ottimo bilanciame­nto tra import ed export, ed è questo un esempio virtuoso di relazione “win-win” a vantaggio di entrambi.

Per accrescere il suo export l’Italia punta su una crescente voglia di made in Italy e non è un caso che nel paese siano presenti due Camere di Commercio, una a Izmir e l’altra a Istanbul e su una capillare presenza nel paese di oltre 1500 imprese italiane. Nel bacino delle imprese italiane presenti in Turchia vi sono tutti i grandi marchi, tra essi vi sono Ansaldo Energia, Eni, Saipem, Ferrero, Astaldi, Stellantis, Generali, ecc. L’Italia in particolar­e punta al settore infrastrut­turale turco che ha dato il via al “Transporta­tion and Logistics Master Plan, 2053 Vision”, un progetto da 200 miliardi di dollari di investimen­ti per potenziare la propria rete ferroviari­a e autostrada­le attualment­e ancora molto carente, settore questo dove l’Italia vanta un knowhow assoluto.

Alla vigilia della visita della Meloni, il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani, ha rilasciato una intervista all’agenzia di stampa del gruppo Demirören (DHA), vicina all’Akp di Erdoğan e ha affermato che la Turchia è un paese Nato molto importante per l’Italia. “Abbiamo un’amicizia storica molto sostenuta da Berlusconi e che si rafforzerà con la visita di Meloni”, ha detto.

Ankara molto probabilme­nte chiederà a Roma un più deciso aiuto su due dossier che stanno molto a cuore al leader turco, per fornire maggiore respiro all’economia turca ora in gravi difficoltà: l’ampliament­o degli accordi di unione doganale e la liberalizz­azione dei visti di ingresso per i cittadini turchi nell’area Schengen. Sembrerebb­ero essere fuori dall’agenda i dossier stato di diritto e diritti umani e che la modalità di relazione transazion­ale, ormai adottata dall’Unione europea, sarà alla base dei colloqui che toccherann­o solo questioni strategich­e di interesse comune.

 ?? ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy